Recensioni per
Ti regalerò una rosa
di Dorabella27

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
27/08/21, ore 09:53

Ciao Dorabella27. Il titolo di questa tua storia mi ha attirata e ho riflettuto riguardo la simbologia di questa rosa nel tuo scritto. Ho letto con interesse il frangente che hai scelto, delicato nel rapporto di Oscar e André tra il detto e il non detto. Ho percepito la tua partecipazione emotiva, dove hai ben inserito le battute che conosciamo con quello che che ha creato la tua fantasia. Suggestiva questa rosa d'inverno, che esprime quello che Oscar sente nel suo profondo. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 27/08/2021 - 09:54 am)

Recensore Veterano
26/08/21, ore 20:53

Descrivere l'amore con tale delicatezza e sentimento credo sia un dono speciale. L'anime è costituito da tanti momenti nei quali le parole, quelle che avremmo voluto sentire, sono mancate, pur avendo la certezza che appartenessero a quelle situazione e soprattutto che appartenessero al cuore di lei. Questo racconto nella sua raffinata semplicità, riesce a dare voce e pensiero a tanti di quei momenti, con la consapevolezza e l'emozione in chi legge, di aver ritrovato delle pagine smarrite e indimenticabili del loro amore.

Recensore Master
26/08/21, ore 17:46

Cara Dorabella, con quanto amore hai scritto questa one shot, che è un autentico gioiello incastonato fra le parole e i pensieri che, lenti ma potenti, sono fluiti direttamente dalla mente e soprattutto dal cuore di Oscar. Poche sono le parole che si possono aggiungere ai commenti di chi ha letto e recensito prima di me, che ha utilizzato tutta la meraviglia che questo scritto, con la sua carica emotiva, è riuscito a trasmettermi.
Sicuramente un episodio cruciale, durante il quale Oscar non può non interrogarsi e, forse, fare anche un sommario mea culpa, sempre in silenzio, nelle profondità del suo animo, poiché sa che la colpa maggiore è quella di non aver mantenuto una tacita promessa che si erano fatti nel guardarsi le spalle vicendevolmente. Lui era sempre stato pronto, preparato ad ogni evenienza, affinché lei non corresse più pericoli del dovuto. Un compito che si era assunto in quella misura, ma in maniera tacita. Neppure il Generale aveva avuto l’esigenza di dire ad André come comportarsi con quel suo figlio che doveva sempre eccellere in ogni cosa facesse, doveva primeggiare per continuare a portare lustro al casato. Doveva essere sempre in prima linea e lui, con il suo apporto sicuro e costante, aveva permesso ad Oscar di raggiungere vette che pochi altri “uomini” avevano raggiunto.
Ma quale era stato il sacrificio di lui sempre un passo indietro, completamente votato a lei a discapito di una vita tutta sua, sempre nella sua ombra, anche quando la gloria per un’impresa andata a buon fine sarebbe toccata a lui. Ora di fronte al ferimento e alla concreta possibilità della perdita del suo occhio, Oscar non può rimanere rigida nelle sue posizioni e nelle sue convinzioni.
Ecco che la ritroviamo a riflettere con dolore in quella stanza, la “nursery”, che tanti ricordi di loro bambini e poi adolescenti annoverava. Lì avrebbe potuto lasciare andare per un attimo quella corazza di cui si era sempre rivestita e che l’aveva resa rigida negli atteggiamenti e in particolare nei sentimenti. Mai una parola dolce, delicata, propositiva nei suoi confronti, che invece ne avrebbe meritate migliaia. Ma lei con le parole non era così abile come con la spada. Nessuno le aveva insegnato a manifestare empatia, ma lei sapeva soffrire e tenersi tutto dentro. Come era accaduto per la malattia che aveva colpito la madre, con la quale non era riuscita a manifestare il dolore che le spezzava il cuore per quella sentenza, al pari di suo padre, che era rimasto fermo ad ascoltare il responso, così ora con André non era stata in grado di proferire alcuna parola per dimostrare la vicinanza, lo sconvolgimento interiore che il fatto aveva provocato in lei. Lei che, ancora una volta, aveva dovuto primeggiare in quella caccia al ladro e che aveva accettato l’idea prima e poi il supporto essenziale di André nel sostituirla in quel compito, non facendole pesare alcunché, solo adducendo che la sua figura fosse troppo esile ed elegante per far credere di essere il famigerato ladro. E così avevano inscenato tutta quella pantomina che si era conclusa con la sua incapacità di riconoscere al momento opportuno, mentre i due duellavano, chi fosse realmente il ladro. Una colpa di cui si fa pienamente carico, mentre André, ancora una volta, pacatamente dal suo letto di dolore, le dice solo che deve scoprire chi sia il ladro e debba catturarlo.
Molto bella la scena che hai creato nella stanza di André, con tutto il pregresso della scoperta di quella rosa rossa d’inverno, preservata dal gelo e cresciuta ostinatamente senza le cure altrui, fiera di esserci riuscita, e che ora giace sul comodino di André, raccolta dalla mano di Oscar, la quale non sapendo parlare con le parole si è servita di un gesto che ha un significato profondo per tutto ciò che racchiude.
Fra loro le parole non sono mai servite più di tanto, infatti si comprendevano con i loro sguardi intensi che erano carichi di tutti quei muti discorsi che facevano solo tra di loro.
Anche questa volta solo i loro nomi e niente altro, salvo quella rosa rossa … e il suo significato.
Un lavoro scritto con passione e dedizione per questi personaggi, i quali hanno attraversato un’epoca, ma che hanno accompagnato anche noi in un percorso di crescita, dove ogni singola parola trova il suo giusto compendio nella scena che vai descrivendo, con quell’attenzione al particolare e quella delicatezza introspettiva che sempre più leggendoti vado apprezzando.
Diventa difficile, essendo una storia tanto amata e presa e ripresa più volte dai vari autori, riuscire a trovare un particolare ancora non sfruttato a pieno. La rosa e i pensieri che ne sono derivati sono stati un tocco d’artista che ci hai voluto donare, affinché tutti insieme potessimo condividere questi momenti altamente drammatici e che hanno cominciato a scavare nell’animo di Oscar, facendole assaporare, ahimé con dolore, una consapevolezza che non credeva di possedere e che è lì pronta per evolvere in altro.
Un ringraziamento sentito per le emozioni regalate insieme ad un saluto affettuoso.

Recensore Veterano
26/08/21, ore 15:15

Cara Dorabella,
un bellissimo momento quello che hai immaginato. E proprio ben scritto, con le battute che ben conosciamo a incastrarsi in una cornice nuova e molto introspettiva.
Bravissima, complimenti!
Sett.

Recensore Master
26/08/21, ore 00:21

Dorabella! Che storia meravigliosa! L' ho inserita di botto fra le preferite perché sarà un piacere rinnovare le sensazioni che mi hai regalato leggere e rileggere più volte questa mirabile paginetta.
C'è soltanto una cosa (piccola) che un po' stride.
Non colgo il senso del tuo avviso " fluff".
Sei un' accanita lettrice di questa sezione e puoi indovinare da sola il significato di una Oscar in versione fluff. È una Oscar diversa:tenera,materna ,femminile; l'esatto opposto della tua " Rosa d' inverno "
Non posso fare altro che complimentarmi con te per questo scritto, eccellente, introspettivo, analitico, secondo me il migliore fra tutti quelli tuoi pubblicati .
Eh, io lo so dove sta la " Villa delle Rose" un bel ritrovo di " alienazione virtuale" ,follia collettiva per qualcuno ,per altri una dimora di pace e rilassante benessere ....
Ma di questo (spero) avremo modo di parlarne in privato.
Tornando per un attimo alla storia, volevo evidenziare questo tassello iniziale su Oscar che pochi hanno espresso bene come te:

"Oscar non aveva saputo dire niente, nemmeno era riuscita ad abbracciarla, pur vedendola così sconvolta e preoccupata. Ma lei, lei non era brava in questo genere di cose, non ne era capace: ......"

Oscar non è stata educata all' affettività, all' empatia. Ad esempio, quando nella puntata 35 dice " André io...." le parole muoiono fra le sue labbra, non riesce a fermare il generale che la vuole uccidere assieme ad André ma nello stesso tempo è sconvolta dalla determinazione e dall' immenso bene che il giovane ancora una volta le dimostra.
André ha rischiato mille volte ,tutto quanto per lei ,lei che spesso agiva con incoscienza e impulsività.
In questo capitolo (il 27 dell'anime) ci sono già i semi del 28.
Non è avvenuto ancora l'addio al conte di Fersen ma la presenza costante ed indispensabile di André cominciava già a starle stretta.
Oscar ebbe la necessità di sentirsi uomo al cento per cento prima di rinascere come donna..
(Recensione modificata il 26/08/2021 - 08:36 am)

Recensore Veterano
25/08/21, ore 19:30

Mia cara Dorabella, hai creato un vero gioiello. Hai espresso in modo straordinario, con il tuo solito stile delicato e pulito, tutto ciò che non è stato detto in quel frangente o almeno quello che io ho sempre pensato non fosse stato detto...cio' che si nascondeva dietro i suoi occhi lucidi, e al suo trattenersi a stento da un abbraccio, secondo me era palpabile. È uno dei momenti in cui affiora ad un livello quasi cosciente il sentimento che poi esploderà in tutta la sua potenza. E quella rosa..ci ho sempre pensato tanto...tu la presenti come una rosa d'inverno..esattamente come Oscar, femminilità e dolcezza nascoste sotto una coltre gelida che l'ambiente circostante le ha creato intorno.
Insomma...per te Dorabella, non una ma un intero mazzo di rose rosse!
PS: interessanti queste sedute per sviscerare le sequenze...quasi quasi mi aggrego! :)
Bravissima!

Recensore Master
25/08/21, ore 18:04

Cara autrice, grazie per questa ispirazione! Ho sempre pensato che nella vicenda del Cavaliere Nero e in particolare nel ferimento di Andrè si sia come rinsaldato il legame tra i nostri due eroi, dopo la parentesi "sentimentale" per Fersen, e ho apprezzato il grande lavoro di introspezione nei confronti del personaggio di Oscar, che parla pochissimo ma che è visibilmente toccata dal tragico epilogo del duello tra Andrè e il ladro mascherato. Quella miscela di ammirazione e orgoglio per il coraggio e le capacità dell'amico di starle al fianco, senza sminuirla, il senso di colpa per non essere stata all'altezza del compito di proteggerlo a sua volta sono stati da te espressi in modo magistrale. Forse è il momento in cui li possiamo vedere più vicino, appena prima che la comparsata di Fersen e i problemi all'occhio destro di Andrè non facciano precipitare la situazione.
Tutto il simbolismo legato a quella rosa rossa è stato da te illustrato molto bene. Forse a torto, ma appartengo alla schiera di fan abbastanza convinta che Oscar avesse un legame molto stretto con Andrè da sempre, molto vicino a quel sentimento chiamato Amore.

Recensore Master
25/08/21, ore 16:25

È vero, a volte i gesti parlano più di mille parole! E soprattutto per Oscar, che con le parole non è affatto brava.

Recensore Junior
25/08/21, ore 15:44

Cara Dorabella,

stavolta me la cavo in scioltezza: sono d'accordo con i recensori che mi hanno preceduto, che hanno detto quello che posso pensare meglio di come lo possa dire.

Preciso che, dopo tante storie, è difficile scoprire un momento davvero perduto e valorizzarlo, soprattutto con grazia e originalità, qualità che hai fatto tue proprie.

Una rosa rossa per te, di quelle che brillano, da tenere a ricordo di questo scritto, che Sacrogral trova crepuscolare e brillante allo stesso tempo.

Omaggi devotissimi

Recensore Veterano
25/08/21, ore 15:20

Carissima e Lievissima Dorabella,
che stupenda e sublime storia ci hai regalato oggi, in occasione del genetliaco del nostro adorato Andre'.
Ho molto apprezzato la tua scelta di questa particolare scena dell'anime, all'inizio dell'episodio 27, dove a trionfare e' il "non detto", ma così denso di significato! E' uno dei miei episodi preferiti (e che rivedo spesso), emozionante e avventuroso, dove viene piantato il seme del cambiamento, una nuova Alba/Era (come ha già splendidamente recensito OscarAndre76), poco prima dello "strappo" dell'episodio 28.
Le riflessioni e i sentimenti della tua Oscar sono quelli che le ho sempre attribuito per quel particolare e struggente momento: il rammarico e il pentimento per il fatto che Andre' sia rimasto ferito al suo posto e per  aver dubitato di lui quale possibile Cavaliere Nero (perché valutare altre ipotesi per lei e' impensabile), la  sofferenza per la menomazione e la sorte toccata all'adorato amico e attendente - la sua Ombra, la sua Spalla, il suo Tutto. E sicuramente è anche il momento in cui Oscar si rende conto che Andre' ha rinunciato alla propria indipendenza e a una famiglia per lei. Il suo atteggiamento rigido e impettito, frutto dell’educazione, potrebbe far presupporre freddezza, ma la dolcezza e la tristezza nel suo sguardo rilevano tutto.
Con la delicatezza, l'eleganza e il garbo che costantemente ti contraddistinguono sei riuscita a rendere tutto questo, con il tuo stile impeccabile, senza mai una sbavatura, "mai con una nota fuori posto" (cit. Salieri 😉).
Bellissimo il tuo originale richiamo alla Divina Saffo, che sicuramente la Poetessa di Lesbo avrebbe assai apprezzato (e con lei pure Dezaki, che in tutto l'anime si destreggia tra rose e mele). Mi sembra proprio di rivederla, quella singola e simbolica rosa rossa in quel vaso sottile, piazzata lì non per mero caso (anche se, a una prima e distratta visione, potrebbe sfuggire).
Grazie di cuore per tutto questo cara Dorabella, anche a livello più personale.
Se potessi, Ti ringrazierei con una rosa rossa, anche se non sono un baldo giovanotto.
Un forte abbraccio e a presto 🌹,
S.
(Recensione modificata il 25/08/2021 - 03:23 pm)

Recensore Veterano
25/08/21, ore 13:41

C'è una presenza che mi accompagna sempre quando leggo, che con puntiglio spesso irritante mi fa notare quello che non va, quello che è stonato, quello che è fuori luogo, quello che, semplicemente, non è bello. Continuamente.
Poi ci sono alcuni momenti magici, in cui la presenza tace e io me ne dimentico.
Questo è accaduto leggendo questa assoluta meraviglia.
Amo il momento lirico, ed estetico contemporaneamente, in cui la rosa si manifesta, appare, "rosseggia".
Ed amo il non detto, che è la trama segreta di questa ff e di tutto l'anime.
Il modo in cui i fiori "parlano", nell'anime, meriterebbe certamente un approfondimento ulteriore, che in futuro certamente faremo.
E la tua ff si aggancia ad un particolare che è un "unicum" credo, nell'anime: una singola rosa rossa. Nella luce dell'alba.
Una certa poetessa ti ha perdonato e sta sicuramente sorridendo.
Grazie, Dorabella, per la ff, per la dedica, per tutto il resto.
Octave

Nuovo recensore
25/08/21, ore 13:22

Dorabella del mio cuore… autrice mia prediletta, amica inestimabile, voce narrante del groviglio di emozioni che io so, forse, ora solo sussurrare, ora più sguaiatamente gridare... ma che, forse, non avrò mai il coraggio di "raccontare"... Con questa tua one shot mi hai stanata e spinta a uscire allo scoperto. Io che non ho mai recensito, neanche te, per riserbo e pudore, qui non posso esimermi dal fare capolino dal mio guscio per condividere ciò che questo tuo scritto, come tanti altri prima e come tutto ciò che ho il privilegio di condividere con te ogni giorno, mi fa agitare dentro.

Questa storia per me è un autentico gioiellino... Ancora diversa per il tono (o meglio, la tonalità, nel senso più cromatico e musicale, anzi direi proprio lirico del termine) che hai usato per descrivere la "mia", la "nostra" Oscar, e quel momento dell'anime che amiamo così tanto. Un momento in cui il non detto, là, è la chiave dell'intensità indimenticabile della scena, ma che fuori dall'anime meritava (diamine se lo meritava!) di avere voce. Quella giusta ovviamente. La tua.

Lucida e tagliente delicatezza. Non potrei riassumere diversamente questo tuo scritto. Perché con te la delicatezza non è mai né fragile, né flebile, né tantomeno inerte. E' sempre incisiva. E' la delicatezza di una mano rispettosa che solleva un velo per scoprire, con garbo e risolutezza, una verità importante che non può essere ignorata. Il missing moment della rosa è un flash narrativo di un lirismo toccante, e non solo per il rimando ai versi di Saffo (reminiscenza dei miei studi classici che, tra le tante colpevolmente dimenticate, ho conservato nel cuore), ma per la metafora meravigliosa che io ci leggo e che per me dona un significato profondissimo all'intera scena.

Nell'apparentemente semplice gesto di cogliere per André quel fiore inaspettato e di farglielo trovare al risveglio... Nel momento in cui più che mai Oscar sente quanto LUI sia importante per LEI... quanto LUI abbia bisogno di LEI... LEI che - non abituata, non educata (e forse caratterialmente neanche predisposta) all'empatia e all'esternazione - il conforto, l'affetto, il dolore e l'immensità del cuore non saprebbe esprimerli altrimenti, se non attraverso un gesto apparentemente lieve, ordinario ma intriso di ponderale significato... LEI... senza esserne consapevole, eppure dopo un momento di lucida introspezione in cui tu ce la restituisci pura e assoluta come solo lei sa essere… Ecco, in quel gesto spontaneo per me Oscar scrive le parole del primo messaggio d'amore della loro vita. Perché di prove d'amore, senza neanche saperlo, senza apparentemente mostrarlo, anche LEI gliene sinora ha date tante... Ma qui siamo a una vera svolta. Perché questa è una scena d'amore. Nella sua semplicità, il titolo della storia per me è semplicemente perfetto. Perché nella metafora inconsapevolmente sottesa a questo messaggio, è LEI la rosa d'inverno: la più bella e irraggiungibile per chiunque altro, intoccabile per chiunque altro, la rosa che neanche LUI potrebbe cogliere senza permesso, che si coglie e si dona a lui, svelandosi nel suo essere fuoco e ghiaccio. Per la prima volta la rosa bianca, pura e intangibile, si tinge di rosso passione. La rosa di ghiaccio, per la prima volta, si offre spontaneamente come pegno d'amore.

Ma, ahinoi, alla luce di quest'alba che, in modo drammaticamente non casuale, qui e nell'anime, sorge a illuminare quella rosa e il loro primo vero sguardo d'amore... il dono qui può soltanto essere un pegno. Una promessa di ciò che sarà. Mi sono trovata a pensarci con emozione crescente: quando nella magia dell'anime, e di Dezaki in particolare, sorge un'alba o muore un tramonto, non è mai, MAI casuale. E su Oscar e André l'alba sorge in altri tre momenti, per me, tra i più decisivi dell'anime: episodio 1, alba di una nuova Oscar che nel suo ultimo momento "fisico" e senza filtri con André prende in mano, con lui, il suo destino; episodio 31, alba di una nuova Oscar che dopo l'esplosione, al tocco protettivo della sua mano, si riavvicina a lui dopo lo strappo (preludio diretto a "il MIO André); ed episodio 38, l'Alba con la A maiuscola, l'alba di una nuova Oscar pronta ad affrontare con lui il LORO destino. E poi qui... episodio 27.

E in quest'alba interrotta, lasciata sospesa nel non detto... in questa Oscar lirica come non mai, che in quell'"André..." pronunciato a fior di labbra, morendole quasi in gola, distoglie lo sguardo dal suo, per ricacciare dentro il momento della verità... Io ci vedo già la promessa dell'alba del 38. La dimensione del "noi" qui è già svelata, ma per istinto di auto conservazione resta impigliata nelle trame del “medio cosciente” (cito volutamente una tua espressione… ma nel mio caso, come sai, per me che autrice non sono, è diventata da tempo pietra miliare di un nostro nuovo, emozionalmente condiviso lessico oscariano). Eh sì, questa avrebbe potuto essere l'alba di una nuova Oscar. Ahinoi, no... qui non è ancora tempo. Ma il tempo verrà. L'attimo diventerà eternità. E questa rosa rossa, rosseggiante al capezzale di André... un André che con l'unico occhio già vede, intende ma distoglie lo sguardo, anzi lo dirige (casualmente?) su di lei... quella prima e unica rosa rossa... di certo a tanti, tantissimi... di sicuro ai più... sfuggita nell'anime... è lì a ricordarcelo. Suggello fugace di un'eterna promessa d'amore. E tu, immensa Dorabella, con la delicatezza che amiamo di te, l'hai colta per noi. Grazie
(Recensione modificata il 25/08/2021 - 01:26 pm)
(Recensione modificata il 25/08/2021 - 01:30 pm)
(Recensione modificata il 25/08/2021 - 01:32 pm)