Molto interessante, E., in primis questo dualismo che instauri fra il tuo "io" e il tuo corpo, questa alienazione che operi del tuo corpo da te.
E, in secondo luogo, questo rapporto di amore e odio che descrivi fra il tuo fantomatico "io" e il corpo.
E giù una "lista infinita" di ossimori riferiti al tuo corpo. Spietata. Irruente. Senxa nessun indulgere alla femminilità del tuo corpo che, per quanto maltrattato, ti porterai sempre dietro.
Ho cercato a volte di dissociarmi dal mio corpo, sempre più vecchio, sempre più di impiccio. Ma cosa è rimasto di me? Un'anima forse, ma incapace dei più flebili vagiti. Ho provato a maltrattare il mio corpo, ma ho dovuto smettere perchè finivo sempre per maltrattare tutto me stesso.
Si arriva così al triplice martellante "ora svegliati".
La tieni in pugno "la sola possibilità", ma non ci dici qual è.
Accettazione o divorzio? Propendo per la prima.
Bella poesia, dal verso fragile e slavato, ma dal contenuto possente e intenso. |