Recensioni per
Modalità vibrazione.
di InsurgentMusketeer

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
14/09/21, ore 12:21

Modalità vibrazione. La curiosità parte dal titolo. In effetti per un momento ci ho pensato. Che cellulare avevo nel 2001? La risposta è stata: un modello la cui unica funzione aggiuntiva era la vibrazione. L’11 settembre del 2001 ero a casa. Ero rientrata da un mese da un viaggio in cui avevo conosciuto un ragazzo di cui sapevo poche cose. Il nome, David, un indirizzo mail e che lavorava al World Trade Center. Corsi a scrivergli una mail perché mi ero innamorata a prima vista durante l’unica notte passata insieme a chiacchierare in un treno che portava me a casa e lui in vacanza. Lui bello come Thor, io piccola e timida. Mi rispose dopo due settimane. Quindici giorni in cui ogni volta che vedevo le torri cadere pensavo a lui e piangevo. Non l’ho mai rivisto ma piango ancora quando penso a quel giorno. E mi sono commossa tanto a leggere anche cị che hai scritto. Diamo tante cose per scontate. Compreso rispondere ad una chiamata. La vita ci insegna sempre ma a volte le lezioni sono di quelle che non vorremmo imparare. Brava. Il tema non era facile.

Recensore Junior
14/09/21, ore 12:06

Mia carissima Insurgent…ma quanto tempo!!😉
Arrivo a dedicarti queste righe non senza un’accurata riflessione sul taglio che volevo dare a questa mia recensione su un tuo progetto molto particolare . 
Ormai ci conosciamo da qualche tempo e dal lato stilistico abbiamo già imparato ad apprezzarci nelle diverse esposizioni di situazioni narrative molto variegate... nulla di nuovo da aggiungere  quindi sul tuo talento metamorfico, nè sulla tua speciale capacità di calare i personaggi in una miriade di situazioni diverse mantenendone l’autenticità, in mania coerente con la loro età ed esperienza. Una coerenza non comune - a tutti i costi- di cui hai fatto una bandiera al punto che sono sicura preferiresti abbandonare la penna che tradire un tuo personaggio. 
Ellie Renner sei nata in una culla fortunatissima!!!! ❤️❤️❤️
Io sono sicura che Ellie venga tanto apprezzata proprio per la sua credibilità in qualsiasi situazione!! Proprio perché se ne evidenziano bene i caratteri unici, riferibili solo a lei, al suo bagaglio interiore, professionale, familiare e relazionale, questo personaggio riesce a essere una protagonista coinvolgente, perfettamente coesa al suo mondo e al suo gruppo di interazioni. 
Tornando a questo racconto breve nel multi verso di Ellie, dal punto di vista più emotivo di chi legge è sempre un colpo al cuore ritrovare i personaggi amati calati in contesti differenti! Lo potrei paragonare allo scoprire un nuovo albo inedito pubblicato in appendice a un volume che si è amato tanto… una chicca che mette l’aquilina in bocca e stuzzica il palato al prospettarsi una realtà diversa, di percorsi alternativi per quei personaggi che ha già apprezzato nel loro svolgersi canonico. In estrema sintesi una WhatIf ben riuscita! Concetto per altro molto attuale in casa Marvel 😉 
Ma vogliamo parlare del titolo?!
L’ho interpretato diversamente all’inizio rispetto a quando ho terminato la lettura della storia. Potrebbe riferirsi apparentemente solo al rapporto con Tony, in realtà credo inglobi esattamente tutta la scena. 
La vibrazione la sentiamo noi per tutta la durata della lettura, in maniera non piacevole, anzi quasi stridente….Una cornice perfetta al disastro messo in scena soprattutto dalle azioni delle persone comuni che cercano di salvarsi… un contrasto ancora più stridente tra il prima e il dopo. 
Tra chi ce la fa e chi purtroppo no.
Ecco, in questo caso specifico c’è molto di più della tecnica di WhatIf utilizzata, pertanto voglio soffermarmi soprattutto sul messaggio di cui una narrazione come questa è veicolo.
Come dicevo, anche da tua assidua lettrice quale sono, aver avuto il piacere di venire a contatto con questo piccolo innovativo esperimento di metafiction, se così la possiamo definire, ancora mi mancava!! E ti assicuro che in questo momento mi sto chiedendo con gioia è un pizzico di orgoglio (che non guasta mai) che cos’altro mi aspetta da scoprire… Insomma, se è piuttosto accurato dire che non basta una vita a conoscere le persone per gli scrittori ritengo sia particolarmente vero!! 
A prescindere ancora una volta dal media utilizzato trovo che sia molto importante dare sempre un significato alle storie che si vogliono raccontare, un messaggio, una direzione. 
Certo, alla fine della giornata non si trattano che di storie ( pur tuttavia qualcuno, in un altro fandom, diceva che ‘siamo tutti storie alla fine…let’s make it a good one!!’) ma non dimentichiamoci di quanto potere hanno le parole: solo storie certo, ma intanto la giornata me l’hanno cambiata, tanto da portarmi a una riflessione personale metatesto, tale per cui ci ho messo qualche giorno a metabolizzare!!
Più che intrattenimento puro la considero una modalità espressiva ed è molto bello avere a disposizione uno spazio dove sperimentarla. 
Da un punto di vista molto realista veniamo tutti qui di base per divertirci, magari passare un quarto d’ora di spensieratezza, immersi nelle atmosfere che ci ispirano, ma in ultima istanza credo lo facciamo anche per riflettere un pochino - consapevoli o meno- partendo da eventi già conosciuti. 
Trattare l’11 settembre con la dovuta delicatezza, specialmente come dicevo in un fandom supereroistico, non è da tutti. Un po’ perché si tratta di una tragedia reale abbastanza recente da consentirci di serbarne un ricordo vivo e personale, che sono certa si colora per ognuno di una diversa gradazione nello spettro della propria sensibilità alla tematica, un po’ perché -come ben evidenzi in premessa, mettendoci già da subito nella condizione di scegliere se addentrarci nella lettura- ci accingiamo a vivere una storia che non ha lieto fine. E questo perché semplicemente non ci può essere un lieto fine che rispetti anche l’etica dei fatti, così non si legge questa storia per passare in allegria dieci minuti di pausa…Solo la premessa merita già di essere analizzata e compresa. 
Se ne rendono conto gli stessi protagonisti, in maniera molto onesta, evidenziando come anche gli eroi possono non essere abbastanza perché anche loro hanno dei limiti comprensibili e umani. Tuttavia, anche se la base fattuale è questa, ho apprezzato il fatto di non escludere mai la speranza. 
L’evento tragico non si pone qui come esclusivo teatro della cattiveria umana di alcuni, ma anche del comune eroismo di altri, di chi cerca comunque di dare una mano per quelle che sono le sue possibilità ( e anche oltre dai, perché gettarsi nella mischia per salvare altrettanti sconosciuti non è esattamente la reazione media di una persona!)….
Ancora una volta chi apprezza Ellie non può farlo a prescindere dal pacchetto di valori che si porta dietro in ogni apparizione.
E già qui era una storia con un suo significato specifico e profondo. Forse non adatta tutti o a tutti i momenti, confesso che se non fossi stata dell’umore giusto l’avrei tenuta per un’altra giornata in cui avrei potuto apprezzare di più. Comunque sia è un lavoro che merita di essere letto con o senza la long ‘ ufficiale ‘ perché tanto i personaggi qui si presentano da soli e li possiamo conoscere sul campo senza bisogno di tante premesse…
Ma la parte che ho preferito è stata sicuramente la chiusura dal punto di vista esterno e innocente di Peter Parker: un bambino esattamente come lo eravamo noi all’epoca dei fatti. Una scelta scommetto non casuale e per questo mi ha emozionato tantissimo… forse senza questa aggiunta sarebbe stata un’ottima storia lo stesso, ma meno coinvolgente per chi gli eventi lì ha a suo modo vissuti.
Termino con la preghiera di farci ancora sorprese come questa😉 Ne beneficia il fandom oltre che gli affezionati di Ellie e del suo mondo! 
Oltre che un ottimo esercizio di stile sicuramente ne emerge un messaggio profondamente meritevole ❤️
 

Recensore Master
12/09/21, ore 18:10

Ciao InsurgentMusketeer,
non potevo non scriverti due parole dopo aver letto questa one shot.

Sono passati vent'anni e quel giorno è ed rimarrà per sempre un ricordo marchiato a fuoco nella mia memoria.

Era un pomeriggio di un martedì di inizio settembre come tanti... avevo appena ripreso ad andare a scuola e stavo facendo i compiti... poi mio papà ha acceso la TV per guardare delle notizie al televideo e ha commentato il fatto che tutti gli indici di borsa fossero crollati senza motivo...

Senza motivo apparente purtroppo, perché poi hanno iniziato ad arrivare le prime notizie, le prime immagini.
Ricordo la paura, il dolore, l'impotenza di vedere quelle Torri che bruciavano e con le persone che si affacciavano dalle finestre nella speranza di essere tratte in salvo.

Sono trascorsi vent'anni e quel giorno non deve non può essere dimenticato.

Perché in quella drammatica giornata (e nelle seguenti) abbiamo assistito a delle gesta di EROI.

Non avevano armature tecnologiche o Sieri del Super Soldato in corpo, avevano solo le loro mani e il loro coraggio. 

Gli Eroi di Ground Zero sono stati rappresentati da Ellie, una persona "comune" (passami il termine), una persona come noi, che si è trovata al centro dell'Inferno e non ha esitato un attimo prima di aiutare gli altri. 

Esattamente come hanno fatto i Newyorchesi quel giorno. 

Sono stata a New York nel 2009 e ho visto il sito di Ground Zero. 
Il memoriale era ancora in costruzione e ho visto l'enorme scavo. 
Lo sai che non mi comunicato nulla? 
Nessuna emozione. 

Era un cantiere come un altro. 

I brividi li ho avuti quando sono entrata nella chiesa nella strada a fianco. 
Lì il tempo si è fermato all'11 Settembre 2001.

È rimasto tutto com'era. 
I banchi spostati per offrire riparo ai primi feriti, i disegni dei bambini per esprimere gratitudine e una divisa di un vigile del fuoco grigia a causa della polvere, tutta sporca e lacera, ad eterno ringraziamento per il loro sacrificio. 

Il sacrificio richiesto in una giornata di lavoro qualsiasi. 
Nessuno se lo aspettava. 
(Quando mai ovviamente? 
Se sapessimo quando sta per avvenire una disgrazia cercheremmo di evitarla, no?) 

Non erano neanche le nove di mattina, non erano ancora arrivati tutti in ufficio, i bambini stavano andando a scuola, qualcuno era ancora addormentato perché la sveglia non aveva suonato, qualcun altro era già pigiato nella metropolitana pronto ad affrontare la nuova giornata lavorativa... 

Ellie Renner appartiene all'ultima categoria. 
È così giovane, eppure porta già un grosso peso sulle spalle visto il grosso impegno della mattinata. 
A diciannove anni doveva firmare un contratto al World Trade Center. 

Una firma imposta, non scelta e non voluta (provo un profondo disprezzo per Peterson, non lo conosco ma già non lo sopporto) eppure lei si trovava lì per un motivo preciso. 

Essere uno dei tanti eroi che in quei drammatici e dolorosi momenti hanno aiutato chi ne aveva bisogno. 

Gli eroi non sono onnipotenti.

È vero, non lo sono. 

Sono umani, come noi. 

Tony è preoccupato per sua sorella che non risponde al telefono (dannata vibrazione!) perché sa che lei si trova nel posto sbagliato nel momento sbagliato. 
Vorrebbe volare verso il punto in cui lei avrebbe dovuto essere, ma non può perché ci sono altre persone che hanno bisogno di lui, di Iron Man, dell'uomo di ferro che li ha già salvati altre volte. 

Tony può solamente pregare - lui che in Dio non crede in più da anni - e sperare che Ellie sia al sicuro. 

Ma Ellie non lo è; continua a tornare dentro quella Torre che sta per crollare, eppure non esita, continua a donare speranza a chi ne ha bisogno. 

Ha salvato la stessa bambina che aveva visto un metropolitana e altre persone sconosciute a discapito della propria vita. 

E quando la disperazione nera e rossa prende il sopravvento, la speranza si tinge di bianco, rosso e blu. 

Gli eroi non sono onnipotenti.

È vero, non lo sono. 

Anche se loro stessi sono colpiti dallo sconforto, dalla disperazione, dal dolore, loro si fanno carico del peso del Mondo e cercano di esserlo anche se per poco tempo, per  per non lasciare morire la speranza che tiene in vita tutti noi. 

Speranza che Tony vede divenire certezza non appena rivede Ellie. 
È salva e come dice Steve ha salvato tante persone. 

Senza addestramento e senza armatura, ma soltanto con la forza di volontà e il buon cuore che quel giorno ha mosso migliaia di persone sia attorno ai palazzi che a bordo dell'unico aereo che ha mancato il suo obiettivo. 

E dopo il crollo sembra quasi che la vita si riprenda lo spazio che la morte le aveva tolto e si manifesta attraverso la vibrazione di un cellulare che magari fino a prima non riusciva ottenere la linea. 
Mi piace pensare che il proprietario abbia risposto con un semplice "Sto bene. Grazie ad una ragazza che non esitato un attimo ed è entrata nella Torre e mi ha fatto uscire in tempo."

Le ultime righe le hai dedicate a Peter e a tutti quei bambini che oggi sono uomini e donne adulti che in quel giorno tragico hanno dovuto crescere in un battito di ciglia e che hanno compreso prima fra tutti che il Mondo era cambiato per sempre. 

Sono arrivata alla fine e ti faccio i complimenti e scusa per l'introduzione un pochino troppo lunga. 

Alla prossima. 

Ragdoll_Cat