Veramente sorprendente!
È difficile che io mi lasci convincere dal genere, che è difficile, estremamente difficile e, più di ogni altro, soggetto a rovinose cadute di stile.
Ma questo racconto è magnifico. Magnifico perché conduce il lettore, inizialmente perplesso e sospettoso, attraverso un viaggio nell'inquietudine di un uomo che neppure nelle sue fantasie riesce ad essere l'effettivo protagonista.
Tanto invasiva è per lui la presenza di un rivale così insidioso da non riuscire a pronunciarne il nome, per paura di evocarlo, ancora più reale, ancora più tangibile, ancora più dannatamente impossibile da ignorare.
Perché tra il possesso e l'appartenenza c'è una gran bella differenza. Ed è tutta nella testa. E fingere di ignorarla è inutile.
Nella fantasia frustrata ed inquieta di Girodelle si riflette ( e non c'è modo di impedirlo!) tutta un' altra storia. Con la potenza dell'inevitabile, con la forza dell'ineluttabile, con la persistenza vischiosa di ciò che è come è e non può essere altrimenti, nemmeno nella scomposizione e nella ricomposizione onirica.
Questo André ha la grandezza e la bellezza degli eroi del mito.
Questa Oscar, continuamente in bilico tra una versione possibile, per quanto improbabile, di se stessa ed una proiezione incongrua del desiderio di Girodelle è " stonata" il giusto, cioè quello che la dimensione onirica legittima e rende, paradossalmente, credibile ( sospetta quanto basta, non di più).
E questo Girodelle, con la sua condanna ad essere " personaggio secondario " persino in questo inedito scenario, è veramente grandioso.
Trovo che il racconto sia potente e delicato contemporaneamente. Geniale.
A presto.
Octave (Recensione modificata il 22/10/2021 - 11:41 pm) |