Recensioni per
Vilya - Il pianto del vento
di Saralasse

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
23/07/11, ore 23:57

La Sila...la Sila! E così il Libro Rosso dei Confini Occidentali si trova in Calabria?
Oddio, mi sono commossa nel leggere il nome di una delle nostre foreste più antiche (e gli antichi Uomini del Sud...e la possente Roma!) insieme a quelli dei Racconti di Tolkien! Sei riuscita a fare breccia nel cuore di una dottoressa in Scienze Forestali appassionata del mondo di Tolkien :°)

Recensore Master
17/11/09, ore 23:15

Recensione a cura di Melian su Criticoni.net:

Raramente leggo storie che si ispirano al mondo creato da Tolkien, ma stavolta devo dire di aver trovato davvero un racconto degno di nota, sia per quanto riguarda l'atmosfera che lo impregna, sia per il fandom a cui si ispira, ovvero quello delle "trilogia dei Racconti", ambiente poco o nulla sfruttato dai fan tolkeniani.
Tanto di cappello, dunque, ad Helkamirie, autrice di “Vilya – il pianto del vento”.

Tuffandosi nella lettura, infatti, si ha davvero la sensazione di mettere piede nella Casetta del Gioco Perduto e di ritrovare il Lindo e lo "spirito elfico" di cui il Professione ha scritto anni fa. Sembra di trovarsi davanti ad una pagina strappata dei “Racconti”, poiché l’autrice ha saputo ricostruire abilmente l'atmosfera che si respira nella trilogia e hai utilizzato un linguaggio quanto mai aderente a quello degli scritti tolkeniani.

E' molto commovente il personaggio di Vilya, la sua accorata ricerca e l'incontro con Firiel, custode del famoso Libro Rosso (quello in cui prima Bilbo e poi Frodo hanno riportato le avventure legate all’Anello di Sauron, per intenderci). Dal racconto traspare tutta la malinconia degli Elfi - a cui ormai gli Uomini non credono più - e suscitano tenerezza le sensazioni che accompagnano Vilya.

Per quanto concerne la forma espositiva, lo stile è mirato e piacevole, seppure il ritmo rallenti un poco nella prima parte, quando Helkamirie indugia nella descrizione della foresta in cui Vilya si aggira, magari perché i periodi sono troppo lunghi e si potrebbe perdere il filo del discorso. Un lieve eccesso di punti di sospensione rischia di diluire troppo la tensione narrativa, ma tutto ciò non pregiudica affatto la qualità della fan fiction, tanto più che l’autrice è stata estremamente attenta all'esatta trascrizione dei nomi elfici, rivelando così una sapiente cura del suo racconto e amore per ciò a cui si è ispirata.

Io lo apprezzo e ne sorrido, pienamente soddisfatta di questa lettura.

Recensore Junior
19/09/09, ore 12:29

Raramente leggo storie che si ispirano al mondo creato da Tolkien, ma stavolta devo dire di aver trovato davvero un racconto degno di nota, sia per quanto riguarda l'atmosfera che lo impregna, sia per il fandom a cui si ispira, ovvero quello delle "trilogia dei Racconti".
Penso sia una delle prime volte che incontro una storia incentrata sui personaggi che vivono nella Casetta del Gioco Perduto e ammetto di aver ritrovato il Lindo che conoscevo e lo "spirito elfico" a cui il Professione mi ha così ben abituata.
Sembra, infatti, di trovarsi davanti ad una pagina strappata dei Racconti, perchè hai saputo ricostruire abilmente l'atmosfera che si respira nella Casetta e hai utilizzato un linguaggio quanto mai aderente a quello degli scritti tolkeniani.
E' molto commovente il personaggio di Vilya, la sua ricerca e l'incontro con Firiel, custode del famoso Libro Rosso. In ogni parola traspare tutta la malinconia degli Elfi - a cui ormai gli Uomini non credono più - e suscitano tenerezza le sensazioni che accompagnano Vilya.
Per quanto concerne la forma espositiva, trovo che tu abbia usato uno stile mirato e piacevole, seppure il ritmo rallenti un poco nella prima parte, quando descrivi la foresta in cui Vilya si aggira, magari perchè i periodi sono troppo lunghi e si potrebbe perdere il filo del discorso.
L'unica nota che stona un po' è l'eccesso di punti di sospensione che ho rintracciato nel testo che, secondo me, spezzato troppo il ritmo, diluisce troppo la tensione narrativa.
Tuttavia, questa è una storia assai piacevole, tanto più che sei stata estremamente attenta anche all'esatta trascrizione dei nomi elfici, con gli accenti e le dieresi al posto giusto. C'è cura nel tuo racconto, e amore. Io lo apprezzo e ne sorrido, pienamente soddisfatta di aver potuto leggerti.

[Recensione partecipante all'iniziativa Criticoni d'Autunno]
(Recensione modificata il 19/09/2009 - 12:33 pm)

Recensore Master
03/09/09, ore 23:46

che dire, mellon nin? Bellissima! Mi sembrava di trovarmi davvero al caldo nella Casetta del Gioco Perduto, di avere accanto a me Eriol e Lindo che preparava un tè con i biscotti... e quando ho letto che il libro della bambina era il Libro Rosso ho avuto un sussulto. Hannun le, mia cara Helkamirie e hannon le mio amato professore