E dopo secoli di latitanza rieccomi qui a recensire questa bellissima storia che mi ha preso più del dovuto. E dico questo perchè generalmente mi sforzo a tutti i costi di evitare le narrazioni strappalacrime, del tipo in cui l'angoscia permane per giorni e non importa cosa tu faccia, quella maledetta ti resterà incollata addosso come uno degli stand di Jojo! Tuttavia ti ringrazio, anzi, ringrazio me stessa in primis di essersi sforzata di leggerla visto le premesse dei tag, e ancora adesso non me ne pento perchè è una di quelle storie che ti prende nel midollo, maledetta!
Allora, ieri hai ascoltato le mie teorie quindi non mi ripeterò troppo, nè mi dilungherò. Piuttosto ho intenzione di concentrare la mia attenzione sui dettagli che magari ho tralasciato o proprio ignorato, ora che scrivo questa recensione in piena notte, eheh... ma partiamo con ordine e basta con i preamboli!
Si torna da Raph e dal titolo che hai dato al capitolo: suoni. Spero di non star facendo dei giri mentali allucinanti – come si dice, volare nell'Iperuranio? - quando dico che questo è un capitolo incentrato (quasi) tutto dalla percezione sensoriale. E' proprio attraverso le voci e i dialoghi che Raffaello realizza quale sarà il suo futuro da quel momento in poi. Secondo me anche più della vista, che sì, ti mette a contatto con quella che può essere l'apparenza delle cose... ma secondo me è proprio il modo in cui una persona parla, dal timbro, dalle flessioni – e tu che sei doppiatrice lo sai sicuramente meglio di me – che la mente raccoglie quel qualcosa in più che completa il quadretto.
Prendiamo Donatello, ad esempio: è palese che lui stia ricorrendo a tutte le sue abilità oratorie per far pesare meno a Raph la sua condizione, ma se c'è una cosa che le persone diffidenti per natura, scontrose e sotto sotto molto più intuitive di altre, riescono a percepire, è se qualcuno menta o no, se si stia celando qualcosa o no. E Raph lo è, assolutamente. Inoltre il fatto che lui scivoli più volte nell'incoscienza per poi ritornare alla realtà, recependo ugualmente i pianti e le grida strazianti dei suoi fratelli rende ancor più significativo il titolo che hai dato al capitolo.
Questa prima parte mi ha devastata, sapere Raph immobilizzato su un lettino, lui che è il più maniacale dei quattro in fatto di movimento, palestra e pompature varie, ti prosciuga di ogni energia mentale per digerire la situazione, o almeno accettarla. Inoltre la premessa iniziale, quella del suo rapporto con Donatello, è molto azzeccata. Devo ancora recensire il capitolo successivo, ma so per certo che Donatello sarà nuovamente il fulcro centrale della questione. Quando Raph spiega il motivo per cui apparentemente mostra 'disprezzo' o sarcasmo per le scarse abilità del fratello in combattimento ti viene voglia di insultarlo, specie se Donnie è il tuo mutante preferito, ma poi ti sciogli andando avanti, nello scoprire le motivazioni che si celano dietro quel comportamento scorretto.
L'analisi del suo rapporto con il resto dei fratelli e poi con il maestro è molto azzeccata, mostra quanto Raffaello sia maturato internamente e faccia i conti con quelli che sono i suoi sentimenti. Ho apprezzato in special modo quella parte in cui racconti di quanto Raph fosse deluso dalla scelta delle armi scelte dal suo maestro e quest'ultimo, intuendolo, si sia prodigato con la sua solita bravura per mostrargli – e qui faccio una citazione da Star Trek – che 'l'arma non c'entra. Conta solo il valore del soldato che la impugna '. E qui ci sta troppo. Quindi: pentaplegia. Alla fine ci avevo visto giusto, eheh (mi sento orribile ad esultare con Raph in queste condizioni, sono una persona orribile)! Mi ha ricordato la scena di Donnie nei fumetti... che evito di riesumare, mi rifiuto, fa troppo male. Tutto ciò che dirò a riguardo è che, mettendomi nei panni di qualsiasi essere umano, sarei straziata; nei panni di un mutante ninja ciò è ancora peggio. Non posso dire di sapere cosa si prova in questi casi, posso solo limitarmi a dire quanto possa immaginarlo, e già solo con questo sto male per lui. Anzi, il fatto che non si sia messo a gridare a squarciagola è un miracolo, se avesse avuto almeno le braccia libere avrebbe fatto qualcosa di serio, sicuramente. E di nuovo, sono una persona orribile, perchè è meglio che sia totalmente immobilizzato. Preferisco che sia così... ma al tempo stesso neanche. Questo discorso mi fa pensare al dilemma etico dell'eutanasia, del suicidio assistito. Quando la sofferenza diventa troppa da sopportare per un essere umano, è giusto che sia lui a decidere per sè, con la mente offuscata da quel dolore? Alcuni dicono che il dolore renda più lucidi, ma in questo preferisco non esprimermi SUBITO. Voglio aspettare ancora un pochino.
Scena finale: Raffaello e Michelangelo. Come volevasi dimostrare ritorna il tema della morte – che anticipi quello che verrà? Da un lato lo spero, e dall'altro no. Di nuovo eutanasia. Ho serialmente il sospetto che sarà questo il tragico finale. Anzi, ho una teoria: ciò non potrebbe coincidere con il fatto che è il Raffaello del futuro – presente? - a raccontare. Però... e se alla fine della fiera accadesse qualcosa, morissero tutti e rimanga solo lui che decide di farla finita? NO VABBE', MARIA IO ESCO. Sentiti in colpa: sono morta dentro quando Raph, il fratello maggiore, quello più realista che sa come va il mondo, spiega a Mikey che il pesce è morto. E a proposito di morte... le fasi del lutto. Devo assolutamente vedere se ci ho visto giusto. Che sia Leonardo la controparte inclusa per il patteggiamento? Corro subito a leggere.
Sono arrivata quasi a mille parole, spero che non ti venga un embolo a leggere questo papiro, ma erano tanti gli spunti di riflessione e dovevo assolutamente svilupparli. Al prossimo capitolo e alla prossima recensione da mille parole! Un abbraccio forte forte,
Made of Snow and Dreams. |