Ciao Giò.
Io non so proprio da dove cominciare con questa storia. Intanto, provo con: GRAZIE! Grazie di averla fatta diventare il mio regalo. L'avevo già apprezzata quando me ne avevi fatto leggere qualche stralcio ma adesso è diventata un insieme di cose talmente tanto spaccacuore che non so da dove iniziare ad elencarle. Intanto, ogni paragrafo che è una frase delle ultime parole di Erwin e Levi: che male, mamma mia! È una scena straziante ma, secondo me, è la scena Eruri per eccellenza. È di una intimità pazzesca, un pezzo di pace strappato alla guerra ed è quello che tu hai saputo ricreare con questi stralci. Adoro il fatto che Levi lo curi ma nel frattempo lo rimproveri per la sua imprudenza. Non gli importa che sono morti molti compagni? Forse quello a cui non importa è Levi, che pensa adesso soltanto al fatto chelui poteva morire, che quel gigante poteva portargli via molto di più di un braccio. Perché Erwin è pronto a sacrificare tutto, la sua vita e la sua umanità, ma Levi non vuole lasciarglielo fare, non vuole dover scegliere di lasciarlo non morire, non vuole scegliere qualcun altro. E se ne pente, poi, di fronte al mare, quello dei suoi occhi, quello che avrebbero dovuto vedere assieme, quello che lo vede vicino ad Armin a cui ha donato la vita, al suo posto. Ma forse lasciarlo andare è stato un atto di misericordia: perché l'inferno è quello dei vivi. È quello che vive lui, straziato, martoriato, di fronte alla sua tomba su cui il suo nome è una cicatrice che non guarisce, come le tante altre che gli ha curato. Le ferite che gli hanno tolto parti di corpo non saranno mai dolorose come quelle che gli hanno tolto lui.
E lui che gli porta lì un po' di mare, per vederlo finalmente insieme, con l'umanità liberata e i segreti svelati e tutto quello che Erwin avrebbe desiderato e che adesso Levi può vedere soltanto da solo, senza di lui. E se ha promesso, adesso non ne ha più la forza.
Che bella che bella che bella!
Grazie mille ancora, questa storia è una piccola perla e sono troppo felice tu abbia deciso di regalarmela. Mi riempie il cuore di gioia (e, confessiamocelo, un po' di dolore).
Ti abbraccio forte |