Recensioni per
Aswin Tallhart, The Archives
di karma neutral

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
02/01/22, ore 19:13
Cap. 1:

E con questa arriviamo a centotrenta recensioni sul sito. Che non saranno molte, ma almeno ci provo a lasciare un opinione che soddisfi l'autore. Come al solito sono più propenso a indicare ciò che non mi garba che altro, quindi tutto quello di cui non parlo devi assumere che vada bene.

Dunque, partiamo subito da una robetta per poi passare a robe più importanti. Attento all'orotgrafia. Robette tipo spazi dopo la virgola "[...]del grande magazzino,sporgendo la testa[...]", "A dirla tutta,era quasi preoccupante[...]" oppure accenti dove non servono "[...] e fù questo potere[...]" e anche segni sbagliati. Quello che tu adoperi per indicare l'inizio di un dialogo è il tratto di unione (-) che si trova subito sulla tastiera ma ha una funzione differente da quello che credi. Quella che ti serve è invece la lineeta emme (—). Lo so, è una rottura di culo, però mi garba dissezionare le storie anche in questi particolari.

Dopo l'ortografia arriviamo alla formattazione. Sì, non sto ancora parlando della storia, ma sopporta. Notiamo subito che non c'è spazio fra un paragrafo e l'altro, ovvero quando vai a capo nel testo, e il risultato, a meno che non leggi la storia da telefono come ho fatto io, è che ti trovi di fronte un muro di testo compatto come cemento armato. Puoi risolvere questo problemuccio adoperando, come faccio io, dei siti appositi in cui puoi incollare il testo che hai scritto (ammesso che tu scriva in word) e te lo trasformi in HTML, pronto per essere copiaincollato su EFP, come questo che uso sempre (
https://wordtohtml.net/). In ultimo non andare a capo così spesso.

Abbiamo terminato con le cazzatine, veniamo ora alla storia in sè. Dunque, abbiamo una bella introduzione del protagonista e del suo portentoso marchingegno. Sai cosa? Funziona, ma non come prefazione, perché rovina ogni senso di scoperta. Abbiamo il suo nome, la spiegazione di come funziona l'Orb Engine, il suo problema di non poter tornare a casa che sarà il problema principale da risolvere, ma avviene tutto in un soliloquio fatto nel voto  rivolto a nessuno. Se avessimo ottenuto queste informazioni in seguito a me sarebbe pure garbato, perché avrebbe reso il racconto più interessante e un racconto lo rendi interessante illustrando situazioni strane che fanno interrogare il lettore che continuerà a leggere sperando di trovare risposta. La parte subito dopo, quella della rapina ai grandi magazzini, sta bene come medias res ed è un peccato che quando nel finale si trasferisce con l'Orb per il lettore non è più un "Oddio che sta succedendo?" ma piuttosto "Ah, okay, si sta trasferendo come aveva spiegato nella prefazione".

Ma andiamo avanti, che poi sembra la recensione sia solo negativa. Il tuo passato supermercatistico torna a influenzare i tuoi lavori come ai bei tempi di "Giorni di ordinaria follia", con il protagonista che ha un trascorso lavorativo nel settore. Buono, scrivere ciò che si sa è il primo passo. Il successivo è far credere di sapere ciò che non si sa al lettore. Continiuamo del caro Aswin. Finora abbiamo capito tre cose fondamentali di lui. É disperato, è disposto a tutto e non ha grandi obiettivi. Intendo dire, almeno da quanto mi è parso in questo capitolo si direbbe che sopravvivere e, possibilmente, tornare a casa sia la sua unica occupazione, ma è palese che nei prossimi capitoli si darà (o gli sarà data?) una vera missione che costituirà la trama dell'opera. Sono poi abbastanza contento che non sia un personaggio dotato di poteri particolari, quantomeno fa sentire il mio avatar meno solo. (perché è palese che il signor Aswin sia un tuo self-insert, dal suo passato lavorativo alla sua passione per le armi e non è una brutta cosa, sia chiaro). Se poi vorrai dargli delle capacità eccezionali come molti altri OC abbastanza esagerati delle nostre conoscenze non preoccuparti però, non mi garberà di meno rispetto a un umano normale (perchè è umano Aswin, credo) quale è ora. Diciamo che sono io a essere un lecchino per eroi normali messi contro avversari sovrannaturali e questo è palese con Cladzky, ma si tratta di scelte personali. L'unico vero rischio di scrivere male un personaggio è quello di farlo sembrare invincibile ed è un pericolo che si corre indipendentemente se un personaggio ha poteri o meno. Ma non temere, nulla di simile è successo. É vero, Aswin si è liberato piuttosto facilmente dal problema in cui si è messo, ma questo è il primo capitolo e se nel primo capitolo non vediamo le sue origini in quanto è un medias res allora vedremo una dimostrazione delle sue capacità, come un pitch meeting per mettere in chiaro quali sono le sue abilità. Stende con facilità una guardia perché bisogna mostrare che ha un trascorso in Krav Maga; Riconosce a colpo d'occhio una Colt M1911 e puntualizza certe pratiche sul corretto uso delle armi da fuoco (Dal dito sul grilletto al modo di sistemare un'arma dentro una cassaforte) perché bisogna mostrare che ha ampia conoscenza in fatto di pistole et similia e si presume dunque che sappia anche usarle. Sgattaiola "come un topo d'appartamento" (Paragone efficace, ma attento a non ripeterlo due volte così vicine) dentro il locale per mostrare le sue capacità stealth (Sono sicuro esista una parola italiana per quello che intendo, ma se perdo ancora tempo in ricerche non concluderò mai questa recensione).

Insomma, è un ottimo modo per dire al pubblico "Aswin sa fare questo e quello" senza dover barbaricamente dire "Aswin sa fare questo e quello". Lo stesso si poteva fare con l'Orb Engine, ma questo dettaglio l'abbiamo già chaiarito sopra. Prima di andare avanti vorrei far notare quel guizzo di genio che hai avuto quando Aswin si trasferisce nell'altra dimensione a pezzi e questo porta a passaggi inventivi come il fatto che senta la temperatura e il vento dell'altra dimensione sul petto nonostante il resto del corpo si trovi lì, oppure che sorrida quando vede quello che sta succedendo ma il suo sorriso già si trovi dall'altra parte, mentre i suoi occhi ancora no. A me l'ubiquità ha sempre interessato, per non parlare dell'infinitesimale attimo nel cambio di percezione, ma sto divagando, un po' come Aswin. Tornando a noi, è chiaro tu sappia come usare lo Show, don't tell, una pratica che sembra facile, ma saresti sorpreso da quanto spesso gli autori ci caschino, io incluso. Ho sentito gente criticare questa nozione in quanto "il lettore deve leggere il testo, non interpretarlo", ma onestamente mi sembra che una politica simile ucciderebbe la poesia, perché sì, anche la narrativa è una poesia a suo modo, con le sue cadenze e i suoi ritmi e scrivere "Era disperato" invece di "Gli tremeva la voce quasi quanto le mani" penso sia il corrispettivo di una canzone stonata.

Descrizioni degli ambienti: Completamente assenti e grazie a dio. Molti si preoccupano di scrivere più del necessario (presente) perchè sono abituati a pensare che il numero delle parole è direttamente proporzionale alla qualità dell'opera e ciò li induce a perdersi in ampollose descrizioni divertenti come il Levitico. Sorpresa, non siamo tutti Saramago, che può andare avanti per tre pagine a descrivere un uomo che caga per terra e rimane comunque bellissimo. Prima di arrivare a quel punto, in cui possiamo permetterci voli pindarici, dobbiamo rimanere coi piedi per terra, ovvero assicurarci di scrivere un racconto funzionale e poi azzardare guizzi di stile (Come il meraviglioso trasferimento di materia che hai descritto nel finale. Chissà cosa vedono gli occhi quando per metà si trovano in una dimensione e per metà rimangono indietro? La visuale si scompone in due? Le immagini si sovrappongono in una sola?). E dunque ci troviamo in un negozio che non viene descritto affatto, neanche fosse un'opera di Asimov, così come non viene descritto l'ufficio o i vicoli in cui si infila il protagonista. Ci viene solo detto che ci sono e grazie, perché ne ho abbastanza di gente che parla per paragrafi di quanto è bello un salone, di che materiale è fatto il pavimento, che statue lo ornano e cazzi e mazzi, tirando il freno a mano sulla narrazione. Le lunghe descrizioni ci possono stare, ma solo se l'autore si è guadagnato la fiducia di chi lo legge. Per ora basta che si capisca dove ci troviamo.

Credo di aver finito. Anzi, no, rimane un dubbio irrisolto! Il personaggio afferma di star legendo "ironicamente" 1984. Dobbiamo dunque presumere che ci trovassimo in un'Italia governata da un totalitarismo Statunitense? Eppure abbiamo visto solo strutture in stile americano, così come cartelli e nomi in Inglese. Al di fuori di questo nulla lasciava suggerire un significato per quel parallelismo con Orwell. Va benissimo non dover spiegare tutto, considerando che questa è una dimensione che vediamo per poco e lasci anche un velo di mistero su cosa diavolo sia capitato in quel luogo, ma ora non posso fare a meno chechiedermi cosa signiicasse quel paragone? Ed è una cosa positiva! Perché quella domanda mi ha fatto andare avanti incuriosito per il testo.

Detto questo, ho detto tutto. Lascio Aswin alle sue lande vacue e il suo cibo in scatola (sperando abbia un apriscatole) e me ne vado in banca a ritirare i miei punti per questa recensione che non mi servono a un cazzo, ma fa figo averli su EFP.

P.S.
Apprezzo che Aswin non uccida indiscriminatamente chi incontri, nonostante possa farlo senza conseguenze dato che non appartiene a quella dimensione, perché l'empatia per le comparse è un concetto che approvo. Povero Chet, mi faceva pena. Non solo fa un lavoro demmerda ma lo derubano pure gli alieni. Also, mi ha fatto ridere il passaggio "raccolta rigorosamente non differenziata". Non so se è perché ci troviamo in un mondo distopico o solo perché è la norma in un supermercato, ma oltre a essere un bel passaggio ironico stabilisce il l'atmosfera senza spalmartela in faccia. Also, mi anticipasti che ci sarebbe stato un certo personaggio non ancora apparso in questo racconto. Sono curioso di sapere come lo introdurrai.

Ueppallà, 1688 parole per una recensione. Si vede che devo sdebitarmi per le recensioni che mi lasciasti tempo addietro, mio caro Karma, oltre che per il crossover mai completato.

Recensore Master
30/12/21, ore 22:54
Cap. 1:

Beh, direi che come inizio è interessante
Aswin come protagonista si è già rivelato molto interessante per la situazione in cui lui si trova e come la sta gestendo al meglio delle sue abilità
Chiamami curioso, perché non vedo l’ora in che tipo di avventure e universi finirà Aswin con l’avanzare della storia