Recensioni per
Equilibrium
di fenice64

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
14/03/22, ore 11:42
Cap. 1:

Mia carissima autrice, scoprire questo tuo componimento è stato un pò come procedere al tuo fianco per un breve, emozionante tratto – passo dopo passo – verso quell’affascinante, tormentato e “agognato traguardo finale”. E “ad ogni svolta,” un magnifico panorama chiamato “interiorità”.
Sei maestra dell’introspezione, musa ispiratrice ed incantatrice dotata di una saggezza superiore. La tua anima è di una bellezza accecante e, probabilmente, non ne sei consapevole… Il che accresce il tuo valore. Adoro perdermi e ritrovarmi nelle tue poetiche verità. Mai, una tua lettura, mi ha lasciato priva di articolate riflessioni e deliziosi insegnamenti. E’ come se Dio, o il Cielo, ti abbia fatto dono di un potere speciale: aiutare il prossimo a rivolgere il proprio sguardo all’interno di sé, per far luce sulla via del proprio cammino interiore che conduce ad un equilibrio che non tutti, in questa vita, hanno la capacità o la fortuna di conquistare.
Ritengo che ciascuno di noi sia costretto ad attraversare svariate fasi di sofferenza, dolore, errori, delusioni e così via prima di arrivare a gustare la quiete dell’anima, sempre ammesso che un giorno ci riesca. “Bisogna avere il caos dentro di sé, per partorire una stella danzante”, scriveva Nietzsche. Una massima che mi appartiene sin dall’adolescenza.
Ma che cos’è, in fondo, l’equilibrio?
“E’ tutto un equilibrio sopra la follia”, recita un brano di Vasco Rossi, cantautore italiano che in realtà non amo e che non ho mai seguito. Ma in questo caso, penso che abbia ragione. Dopo anni di domande prive di risposta, cadute, lacrime, grida, gioie e conquiste, ho realizzato che non può esistere la pace senza la giusta dose di follia. E per follia intendo l’abilità, il coraggio di sfidare se stessi per diventare se stessi: con tutti i limiti, le contraddizioni e le fragilità del caso. L’armonia interiore può durare un attimo, qualche tempo o persino buona parte dell’esistenza, ma quando si arriva a sentirsi “parte di un tutto” il viaggio è concluso. Poi magari si riparte e si procede di nuovo su quella "corda tesa", per mirare nuovi orizzonti interiori.
Grazie, Elena, per questo tuo nuovo graditissimo regalo, figlio del tuo innato talento. Un abbraccio ammirato e riconoscente, unito all’augurio di una buonissima settimana. A presto!

Recensore Master
02/03/22, ore 23:34
Cap. 1:

Questa poesia è un piccolo gioiello... un cammino dentro, fin dentro le profondità di sè, alla ricerca di una pace che forse non possiamo sperimentare senza averne provato l'assenza, alla ricerca di un meta che forse è quel cammino di passi che a volte sembrano fermarsi ma, lenti o veloci continuano, alla ricerca di un equilibrio che si scontra con la bellissima fragilità che ci definisce...
A presto,
Fabiola

Recensore Master
12/02/22, ore 16:05
Cap. 1:

Ciao Fenice. Anche questa volta hai stimolato la mia riflessione attraverso la parola equilibrio. Mi è piaciuta molto l'associazione tra l'immagine e le tue parole con l'essere umano funambolo e la corda tesa. Tutto attraverso un viaggio nella propria interiorità. Mi sono immedesimata in questi passi come scritto danzanti, espressione che mi é piaciuta molto. Ho letto le tue parole in modo lento immergendomi nell'atmosfera rileggendole trovando diverse sfumature nella fusione del tuo e del mio sentire. Grazie per questi stimoli nel viaggio che facciamo insieme nella nostra anima. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 12/02/2022 - 04:06 pm)

Recensore Veterano
12/02/22, ore 04:50
Cap. 1:

Buongiorno Elena.
Anche io penso spesso al concetto di equilibrio.
Anche io pensando ad esso credevo fosse una specie di oasi da raggiungere dopo strade impervie e sentieri infiniti.
Una specie di centro del bersaglio, da puntare e trafiggere una volta per tutte.
Ad un certo punto della mia vita, neanche troppo tardi a dire il vero, ci sono riuscito.
Ed è stato un po' come scartare un regalo di Natale che desideravo tantissimo, da tantissimo tempo.
Quel momento è stato uno dei più belli e sereno della mia vita.
Ma non è durato molto.
Perché? Non lo so.
Spesso l'equilibrio non è altro che la somma matematica di tante variabili.
È stato un po' come prefiggersi di dimagrire per arrivare ad un certo peso.
Quando ci riesci è straordinariamente bello. Poi ti guardi allo specchio e pensi che forse anche con 2 chili in più stavi comunque bene, forse addirittura meglio.
Ebbene sono giunto alla conclusione che probabilmente è meglio " fare rotta" verso i nostri obiettivi sì, ma concedendoci il lusso di fare tutte le deviazioni possibili verso ciò che ci affascina anche solo per un momento.
Perché l'equilibrio è molto più vasto e vicino di quanto pensiamo.
Un caro saluto
Roberto

Recensore Veterano
11/02/22, ore 16:00
Cap. 1:

Carissima Fenice,
ti seguo sui tuoi lidi e trovo questa tua opera così intensa.

Faccio solo un piccolo commento, perché è la prima volta che muovo i miei passi in questa sezione e perchè la poesia ha bisogno di tempo, di sedimentazione. Solo così le parole possono scavare dentro di noi solchi di bellezza e di consapevolezza.

Mi ha molto colpito in particolare come hai strutturato il contenuto della poesia: l'equilibrio a cui si allude nei primi versi (a cui mi sembra faccia riferimento anche la citazine di Mark Twain) è quello che cerchiamo di raggiungere in mezzo alle vicende della nostra vita, a quello che da fuori la condiziona e talvolta la dirige.
Poi però ti sposti a considerare l'equilibrio che ciascuno tenta di mantenere dentro di sè lottando con le sue stesse fragilità e contraddizioni: "tra il donare e il togliere,/ tra una concessione e una negazione, /tra un premio ottenuto ed una punizione subita,/ tra l’accettazione e la ribellione,/ tra chi vorremmo essere e chi siamo in realtà."

E, arrivata agli ultimi versi, mi chiedo se davvero cerchiamo l'armonia perfetta o se piuttosto questa eterna lotta non sia l'essenza stessa del nostro esistere.

Grazie, carissima Fenice, mi hai molto emozionato e fatto riflettere.
Un abbraccio,
Sett.

Recensore Master
11/02/22, ore 11:55
Cap. 1:

Questa poesia mi è veramente vicina al cuore. E' un eterno barcamenarsi, mai parole furono più vere. In questo momento, mi trovo davanti ad uno spartiacque esistenziale che mi ha messo davanti scelte difficili, ma che devo prendere per quel raggiungimento dell'equilibrio emotivo che anche tu parli. Il viaggio è tortuoso, proprio come quei tornanti sul picco della montagna, ciò non di meno noi non dovremmo arrenderci sul cammino, e continuando avanti fino a raggiungere quell'agognato traguardo finale.

Grazie per aver condiviso questa poesia, cara Elena;

AP.

Recensore Master
11/02/22, ore 09:19
Cap. 1:

Bellissima poesia, Fenice carissima.

È stato come sentirsi prendere per mano, io lettore accecato da un mondo dove c'è spazio solo per emozioni forti e violente, ed essere invitato a riflettere, con calma.
Leggere e rileggere.
Le tue poesie non vanno mai bene per una sola lettura. Sono molto più profonde. È stato necessario consultare ripetutamente i vari volumi dell'enciclopedia che hai scritto.
Rigirare più volte la matassa per trovare insieme il bandolo. Perdersi nel labirinto per farsi indicare l'uscita.

Quasi un gioco da tavolo a due, stavolta.

Inizi mettendo giù le pedine, è la fase di riscaldamento.
I versi sono corti, l'eco risuona sulla scacchiera ancora vuota. Ogni verso è un passo.
Due colori, bianco e nero, due stili di vita.
Scelgo subito il nero, è stimolante. La strada è in salita e tutta curve, ma esaltante: nuovi panorami, futuri, diversità. Non ho il senso dell'equilibrio, io.
A te rimane il bianco. Fa un po' paura, un rettilineo troppo monotono.
Tocca a te la prima mossa. I versi cambiano ritmo, rallentano, danzano. Appare subito chiara la tua strategia: la stessa strategia dell'equilibrista. Un "funambolo" e "il suo filo del rasoio".
Il gioco va avanti.
La strategia del bianco si delinea sempre meglio. Bellissimi quei cinque versi altalenanti che descrivono il "dualismo delle cose e dell'essere", attraverso il quale occorre barcamenarsi: tra… tra… tra… tra… tra…

Si arriva alle fasi finali del gioco.
Il bianco deve difendersi. I versi si allungano, diventano più faticosi da leggere, ma sono i più belli, i più intensi. C'è lo scontro fra la teoria, "armonia perfetta", e la pratica, "i nostri tanti limiti".
Gettiamo la corazza. Ci lasciamo ferire "da emozioni e fragilità", il nostro intimo rimane esposto.
Sembra una resa.
E invece arriva il colpo di scena finale: si acquista la conoscenza profonda del nostro io. L'"agognato traguardo finale" è raggiunto.
Il bianco vince.

È stata una bellissima partita, una lettura impegnativa, qualcosa che rimane dentro, con i suoi innumerevoli spunti e ispirazioni.
Spunti e ispirazioni che per un attimo hanno trasformato il rettilineo della mia vita presente, offertami dal destino, in una strada panoramica.
Dire che è una poesia è riduttivo. Direi che si tratta di un'opera d'arte. Qualcosa che parla direttamente all'anima.

Un grato abbraccio per l'occasione di dialogo e confronto che mi hai dato.

P. S. Trovo spunti e ispirazioni anche nei dettagli.
Nel disegno della giovane funambola immersa nella bufera che le scompiglia i rossi capelli; assediata da un uccello rapace.
Negli aforismi, tutti e tre diversi fra loro, quanto a soggetto. Dedicato al dualismo, condiviso in pieno, quasi adorato, quello di Mark Twain; osannante all'equilibrio il secondo; sconsolato e terribile il terzo: davvero, una volta perso l'equilibrio, non si può più recuperare?
Nel titolo.
C'è un film di venti anni fa, ma dalla trama sempre attuale, con lo stesso titolo, "Equilibrium", ambientato nel 2072, classificato capolavoro. Devo assolutamente vederlo: lo stato impone l'equilibrio mediante l'assunzione quotidiana di una droga che elimina le emozioni. Ma non può funzionare. Lo stato non riuscirà mai a interferire con la nostra anima. Solo l'arte, appunto, potrà arrogarsi quel diritto.

Recensore Master
11/02/22, ore 05:39
Cap. 1:

Buongiorno,
Questa volta è stata più una sorta di piccola perla filosofica, che una poesia. Sempre intensa e introspettiva, ma ancora più attenta a cercare di trasmettere e di lasciare il tuo messaggio al lettore.