Caro, carissimo Bilbo,
anche questa volta hai voluto trasformare un argomento come la morte al pari di un discorso, apparentemente senza peso, facendo un excursus di quello che è stato il tuo tempo su questa terra, delle persone che hai incontrato, che hai forse amato, di quanto hai o meno realizzato nel tempo che ti è stato concesso di vivere. Ho avuto, come le scene di un film che si srotolano davanti agli occhi, la visione plastica, derivante dalle tue parole, quanto mai scelte e puntuali, che hai volutamente utilizzare in maniera leggera, per nascondere il peso che recano in loro, di quello che per te rappresenta il presente, questo tempo che appare ostile sia a chi scrive che forse anche a chi ti legge.
Ti sei accorto che in tutto ciò che hai scritto hai parlato direttamente alla tua Anima, rammentandole tutto ciò che sei stato e che ancora hai bisogno di lei, affinché continui, anche nel tuo dopo, a starti vicino, a non abbandonarti, poiché a te sembra sia l’unico appiglio che ti tiene collegato tra questo mondo e un Altrove dove finalmente pensi di poterti sentire in pace con tutto e tutti?
Ho letto questa poesia sfogo con un leggero peso sul cuore, a dispetto di come appari sempre scanzonato, talvolta irriverente, manifesto menestrello zoccoluto dalle rime e dagli accenti arditi.
Ecco in questo componimento sei stato molto ardito: hai voluto confrontarti con il trapasso che tanti di noi spaventa, compresa chi ti sta scrivendo, alleggerendo anche lui, accettandolo, come probabilmente hai sempre accettato tutto nella tua vita.
Non posso che cercare di esserti vicina, con la semplicità di un commento, in questo tuo momento così tanto particolare, che ti fa vedere oltre il tempo che stai trascorrendo qui e ora e che spero possa migliorare un tantino per riportarti a pensare in maniera più positiva.
Un abbraccio affettuoso e, mai come ora, forte.... fortissimo....
Elena (Recensione modificata il 13/02/2022 - 09:57 am) |