Non immagini, cara Autrice, quanto io mi riveda in questo tuo componimento, tra l'altro molto grazioso e ben rimato (io non sono assolutamente capace di comporre in rima, per cui, chapeau!), avendo in passato subito l'invidia altrui, in vari ambiti, dal familiare al professionale.
Purtroppo, come si suol dire, l'invidia è una gran brutta bestia, chi ne soffre emana un'aura negativa fors'anche peggiore di quella dell'iracondo, con cui volendo si può cercare di interagire, di comporre un dialogo per ricondurlo a più miti consigli... ma come si può tentare un contatto con chi ci odia di nascosto e magari di fronte ci blandisce?
Come giustamente dici pure tu, chi invidia invece di cercare di sviluppare i propri personali talenti cerca, come un vampiro, di emulare quelli altrui, spesso fallendo miseramente, perché tutto quello che fa è un'enorme impostura. E il "bello" (o il "brutto"?) è che non se ne rende neppure conto, perché l'invida rende ciechi ed ottusi: non solo abbrutisce, quindi, e sporca l'anima, ma rivela la stupidità di chi ne soffre.
Complimenti per l'acutezza, a tratti amara, a tratti ironica, di questi versi. |