Carissima Zobeyde (il nome ha un sound femminile, chiedo scusa qualora tu fossi un carissimo Zobeyde), ho iniziato a leggere questa storia qualche giorno fa e da allora è stata la lettura che ho portato avanti durante le mie pause pranzo. Siccome in quei momenti non riesco a recensire i capitoli, avevo deciso di lasciare una lunga recensione unica una volta che fossi arrivata alla fine.
Tuttavia, essendo il racconto molto lungo, ho paura di perdere per strada qualcuna delle varie riflessioni che ho fatto e ho deciso di lasciare delle recensioni intermedie. Ho scelto di lasciare la prima dopo questo capitolo (nella lettura sono già arrivata più avanti), perché termina con un momento di passaggio, ovvero Solomon e Jim che si apprestano a partire per Arcanta. La mia prossima recensione sarà su tutto il "blocco" di capitoli che si svolgono nella Città magica.
Inizio dicendo che questa è una delle long fiction migliori che abbia mai letto su EFP (e ti assicuro che non è un'affermazione che faccio facilmente). La trama travolge totalmente, coinvolge come poche storie riescono a fare. Penserai che sono una grande appassionata di fantasy. Invece no, non è il genere che prediligo. Così come non nutro una particolare passione per i maghi. O per gli anni '30. O per l'America.
Non ricordo nemmeno come ho trovato la tua storia, però tempo fa l'avevo messa nelle seguite e la tenevo lì, in attesa venisse il momento di iniziare a leggerla. Quando ho iniziato mi sono pentita di avere atteso così tanto. Avrei dovuto leggerla prima. Sembra di leggere un romanzo. Voglio dire, di fatto lo è, ma sembra di leggere un libro pubblicato, per il livello della storyline e della scrittura. Anzi, sono sicura di avere letto dei libri pubblicati di gran lunga inferiori a Gli Ultimi Maghi, dal punto di vista qualitativo.
Partiamo dall'ambientazione. Come ho già detto non sono una grande fanatica degli States né gli anni '30 sono un'epoca che amo particolarmente, ma ciò non toglie che debba farti i miei complimenti per come hai reso l'atmosfera. Sembra di stare dentro a un film, ci si ritrova di fatto catapultati nelle (dis)avventure di Jim, del circo e delle grandi contraddizioni della società in cui vive.
Sono rimasta molto impressionata dalla parte relativa al circo e al modo crudo (ma molto realistico) in cui l'hai descritto: la necessità di generare spettacolo a ogni costo, per incassare i soldi di un pubblico che vuole vedere esagerazione, mettendo l'etica del tutto da parte (come nel caso dei "leoni" mutanti).
Mi ha colpito anche Jim, vero mago, che finge di essere un mago finto, un po' come se non solo la sua professione, ma anche tutta la sua vita, fosse interamente incentrata sull'inganno. Allo stesso tempo, i legami sembrano dettare passo per passo quello che dovrebbe fare nel suo futuro, al punto che deve tagliare i ponti brutalmente con tutti, per potere lasciare il circo e il treno.
Solomon ha molte cose da nascondere (anche in questa prima parte che sto commentando - avrò altro da dire su di lui quando recensirò i capitoli ambientati ad Arcanta), ma sia lui sia sua figlia sono personaggi a mio parere molto interessanti e che contribuiscono a rendere la storia fitta di mistero. Mi è piaciuta molto lei, non c'è da stupirsi che Jim si sia preso una cotta per una ragazza simile!
In più mi piace il modo in cui Jim, che già conosce il mondo magico, vi viene introdotto sempre più gradualmente, al punto di provarne sempre più i pericoli. Ho temuto per lui sia durante la "retata" alla festa, sia soprattutto al momento dell'inquietante incontro al cimitero. Quello è stato un momento a tensione altissima.
Per il momento mi fermo qui, come già anticipato (devo smetterla di ripetermi) la mia prossima recensione sarà incentrata su Arcanta e avrò molte cose da dire. Intanto tantissimi complimenti, un saluto e a presto.
Milly Sunshine |