Ciao Flo,
quando ho visto che avevi pubblicato un’altra storia su Lucius e delle Sorelle Oscure, così le ho ribattezzate, non ho potuto fare a meno di precipitarmi.
(Avrei voluto leggerla ieri sera ma ero cotta e ti avrei lasciato una serie di frasi arzigogolate e senza senso. Non assicuro che questa recensione sia meglio, però)
Ho dovuto fare una rapida ricerca su Google per capire che chi fossero Philoteos, Lysimene ed Eufrosine, perché altrimenti la lettura sarebbe stata criptica e sarei andata per tentativi.
Eris, invece sapevo chi fosse.
Allora, bando alle ciance e parliamo della storia.
Devo dire che la prima parte è molto ad effetto. Si analizza la natura umana, passando da quello che si spera siano gli uomini a quello che sono davvero. A mio parere questo tipo di narrazione è molto difficile da gestire, per il semplice motivo che è facile infarcirla di luoghi comuni e insegnamenti spiccioli per tentare di elevarlo a una sorta di insegnamento morale.
Ma, ma, ma, conta molto il modo in cui viene fatto e perché viene fatto. E l’inserire Salazar, devo dirtelo, è stata una mossa saggia. Perché dal parlare per ipotesi, si passa alla pratica, a qualcuno che non aveva alcun interesse ad apparire migliore di quello che era.
Ammetto che all’inizio della seconda parte, quella relativa alla festa, mi ero un momento persa perché sono stata assorbita dall’atmosfera che hai saputo creare. Ho dovuto rileggermela una seconda volta per riuscire ad elaborare, impendendomi di andare avanti.
Posso dirti che trovo lo stile che hai deciso usare per questa storia un po’ strano? Mi rendo conto che non ci conosciamo molto bene – in quanto a storie – ma mi è sembrato molto differente rispetto a quello che usi di solito.
La prima parte mi appariva quasi un racconto mitico, che poi passava a intrecciarsi con Hogwarts. Ma è nella seconda parte in poi che, per me, hai toccato il picco. Si respira proprio un’aria diversa, non più leggendaria ma magica, frutto di valori di una società conservatrice che ha il desiderio, per una volta, di abbandonare l’etichetta e abbracciare l’istinto.
Ho sorriso del tentativo di Rod di corrompere l’amico, così della risposta sagace di Lucius.
E sì, mi aspettavo che quel “lei” fosse riferito a Narcissa, perché so bene che li shippi con la forza di tre soli.
Però, però, però – e questa recensione è tutta un ripetere ma vabbè – sono rimasta molto sorpresa dallo scoprire che il caro Lucius non è rimasto con le mani in mano. Gusto così, perché altrimenti l’ossessione lo avrebbe fatto impazzire – evito di fare battutacce – e credo che Serpeverde si sarebbe alleata concedergli il riposo eterno, così da evitare di doverlo sopportare.
Piccola nota: un po’ di comprensione per Rod, che si è ritrovato a perdere una guerra senza avere neppure l’opportunità di combatterla.
“Erano amici sin dal primo anno. Per questo, anche se preferiva fare finta che andasse tutto bene, che fosse solo una fase e che non avrebbe avuto il coraggio di scappare con un dannato Natobabbano distruggendo la sua famiglia, sapeva perfettamente che quelle non erano solo vuote chiacchiere. Fingere, fingere sempre fino a crederci sul serio.”
This, this, THIS. A parte che un giorno finirai per farmeli shippare ma io urlo – mi senti? MI SENTI? – perché quando penso a una coppia di amici ben costruita, inevitabilmente penso a loro. Ad Andromeda, Lucius, le scelte che hanno compiuto e i silenzi carichi di parole e rimpianti che si sono costruiti.
L’entrata in scena delle sorelle è stata fenomenale. Un po’ mi dispiace per Lucius che, non solo ha perso l’occasione per fare l’eroe della situazione – e non penso che gli sarebbe dispiaciuto – ma che poi ha dovuto affrontare quelle tre da solo, mentre il resto degli invitati restava vigliaccamente – o, forse, dovrei dire saggiamente? – in silenzio.
«Questo è la mia offerta, Malfoy. Prova un’altra volta a valutarmi come se fossi un oggetto da Burgin e Burkes e sarai tu a prendere fuoco»
Restando in tema di frasi che restano in mente, vogliamo parlare della genialità di questa? Davvero, ce n’è proprio bisogno?
Allora, allora, allora. Cioè, io non so più che dire o scrivere. Nel senso, sei partita a raccontare la storia in un modo, credevo di aver capito dove volessi andare a parare, hai cambiato prospettiva, focalizzandoti su degli adolescenti che cercano svaghi per sopravvivere alla noia, per poi spostare ancora il focus e tornare agli dei greci.
E qui, mia cara, c’è del genio. Lasciatelo dire.
Perché il finale è solo la ciliegina di una storia che è una bomba.
Eris potrà pure schiumare di rabbia per un mancato bagno di sangue ma il tempo la ripagherà per la frustrazione del suo fallimento.
Non so cosa dire, davvero. Sono senza parole.
Spero solo che questo piccolo delirio abbia senso. Non me lo aspettavo. Sono scossa. Scioccata. Basita. Entusiasta. Deliziata. E urlante.
Ti mando un bacio e a presto,
Eli |