Recensioni per
Graecia capta
di Octave

Questa storia ha ottenuto 74 recensioni.
Positive : 74
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
29/07/22, ore 21:13

Caro amico/ cara amica,

ho bussato, permesso, posso?

Questo capitolo è perfetto. E la potrei anche finire qui, se sapessi far qualcosa in due parole.

Sarà che riempie davvero bene un tempo che nelle immagini è giusto lasci, come dire, campo lungo – e se ben ricordo, dal volto di André si passa direttamente alla scena del ballo, tipo inquadratura-lampadario e commenti di sottofondo, prima che appaia madamigella – ma nella scrittura si può andare oltre, si può arrivare a fondo in un’altra maniera; sarà che, alla fine, la ragazza non ce la mostri, ce la lasci immaginare; sarà la struttura, che mantiene la tensione, la esaspera e poi la richiude, come mare sopra di noi, con la lezione – esatta – di scacchi.

Un’osservazione da scaccaicosiddetti la vuoi? Vacci piano con "i sensi che si inebriano"; il verbo ‘inebriare’ lo usano tutti prima o poi, non inebria più. Questa li spacca davvero.

Vero, Octave, vero, tre modi per togliere il Re dallo scacco. La quarta regola è “Non dare scacco se non hai un piano”. E la regola base, “Fa’ di tutto per evitare il Matto”.

E qui il Matto l’ho preso io che, cercando un difetto – lettore malvagio – perché ogni cosa ha un difetto, non l’ho trovato.

Mi levo, di conseguenza, tanto di cappello.

Sacrogral, onoratissimo, e omaggi devoti

Recensore Master
18/04/22, ore 17:22

Ciao Octave. Sono lieta abbia sviluppato questo frammento con protagonista André. Sempre interessante leggere quello che scrivono gli autori in base al proprio sentire. Mi é piaciuta l'espressione riguardante la porta chiusa e la chiave e anche quella riguardante gli scacchi. Poetico il finale dove é scritto che André voleva che lo guardasse ancora in quel modo. Mi sono immersa nell'interiore di André attraverso le tue parole. Saró curiosa di leggere il seguito. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 18/04/2022 - 05:23 pm)

Recensore Junior
17/04/22, ore 17:15

Cara Octave,
Provo sempre un moto di meraviglia nel riscoprire come dalle parole di uno scrittore si possa accedere al suo mondo interiore dove attingere emozioni e sentimenti che non avremmo mai colto altrimenti.

I pensieri di Andre’ nati da un “semplice” scambio di sguardi danno voce ad eventi noti eppure completamente inediti. Uno sguardo che scardina la porta e spalanca ad Andre’ il mondo interiore di Oscar, da sempre protetto da una fortezza fatta di autocontrollo e apparente freddezza. Una Oscar abituata da una vita a muovere i suoi passi come su una scacchiera dove ha sempre cercato di condurre il gioco e dove inaspettatamente, senza ancora rendersene conto, si trova messa in scacco dai suoi stessi sentimenti.

Uno sguardo, poche parole e due immagine potentissime e strepitose che raccontano due vite intere. Complimenti davvero.

Colgo l’occasione per ringraziarti e augurarti di cuore una Pasqua felice e serena.

Recensore Master
16/04/22, ore 00:39

Ciao Octave, adoro la tua capacità di analisi, la tua scrittura cerebrale e al contempo scorrevole, veloce, leggera, velatamente poetica, e trovo interessante e originale il tuo punto di vista, come lo esponi e lo sostieni, prendendo spunto da immagini e testi dell'anime. Ma voli troppo in alto per me...e riesco sempre a seguirti fino ad un certo punto. Nel senso che trovo intrigante questa prospettiva, ma mi suona sempre come un "what if".
Nel mio "interpretare" la trama originale, Andrè "ride per non piangere" (e si riaggancia al manga, che ha volutamente un fondo comico) e si concentra sul possibile aspetto grottesco di Oscar per non pensare per CHI lo sta facendo, e Oscar lo guarda con pudore, socchiude gli occhi, ma non si nasconde (con Andrè non lo farà mai, scapperà sempre e solo da Fersen) perchè ha di fronte un amico, un fratello, e dal suo sguardo si aspetta una conferma, un feed back positivo per gettarsi in questa "impresa".  
Il bello del fandom è la scoperta di una vasta gamma di "visioni" e "possibilità" sulla storia di VnB, e seguo con interesse la tua lettura dei legami tra Oscar Andrè e Fersen, anche perchè vedo che la tua ff non è ancora conclusa ;-)

Recensore Veterano
15/04/22, ore 21:01

Buonasera Octave,
hai risolto abilmente il mistero della bizzarra ilarità di André la sera del ballo.
Ma André non è il solo a dissimulare e celare: anche Oscar si nasconde, mostrandosi in piena vista in tutta la sua muliebre bellezza.
C’è dunque una stanza chiusa da aprire, una chiave da girare. Ma se è colei che vi è rinchiusa, ad aprire il suo rifugio/prigione dall’interno, allora tutto può mutare.
Il re sotto scacco può interporre a sé un altro pezzo. Ma se non può muoversi e se non può catturare il pezzo che ha dichiarato lo scacco al re, o se quel pezzo inchiodato, in spregio a tutte le regole degli scacchi, si toglie da lì ..... allora lo scacco è matto.
Una partita finisce, una nuova partita inizia.
Le parole non sono in grado di esprimere tutta la mia ammirazione.

Recensore Master
15/04/22, ore 18:13

Quando ho visto e rivisto queste scene, mi sono sempre chiesta come André facesse ad essere così allegro davanti a un evento così enorme che può essere solo paragonato alla discesa dei marziani... Oscar che vuole andare ad un ballo in abiti femminili per Fersen!!!
Ma neanche sotto incantesimo!!! Quale maleficio l'aveva colta?!
Adesso tu mi dai una versione molto molto verosimile: André abbozza, dissimula, nasconde. Appare in un modo mentre dentro è tutta un'altra storia.
Ma lo sguardo no. Il suo sguardo dice tutto...
E adesso sappiamo anche dello sguardo di lei, che invece immaginavo sfuggente per l'imbarazzo...
Ma il vero pensiero di André non è di desiderio, di passione o di gelosia. Lui la ama e l'unica cosa che desidera è che lei non soffra. Bellissimo....
Ma noi sappiamo che Oscar è forte. Non ha sofferto nel modo che teme lui. Si è messa alla prova. Ha messo alla prova il mondo...
Bellissima anche l'immagine degli scacchi.
Davvero molti complimenti!!!
Buona Pasqua

Recensore Master
15/04/22, ore 12:11

Anche questo nuovo passaggio, Octave, è uno di quelli che si instillano persino nella mente del lettore, proprio come in quella di André, il quale ne ha vissuto ogni singolo istante sulla sua pelle, chiudendo sensazioni ed emozioni nelle profondità del suo cuore, per poterle poi assaporare quando fosse stato abbastanza lucido da comprendere che ogni piccolo gesto, ogni sguardo aveva uno scopo.
André aveva assistito quasi inebetito a tutto il clamore che la serata “fuori” di Oscar aveva creato nel palazzo. Aveva provato ad essere superiore a ciò che gli accadeva intorno, provando a farsi solamente sfiorare da quegli eventi, nei quali campeggiava solo un pensiero: che la sua Oscar non dovesse soffrire, per tutte le ragioni che avevano raggiunto il suo cervello e che lo avevano predisposto alla preoccupazione per lei. Lei che è sempre nei suoi pensieri, beandosi del semplice poterla avere accanto. Ma, scendendo dallo scalone, lei è una visione, di una bellezza abbagliante, ma non per l’abito favoloso che indossa, ma perché da lei irradia una luce che le viene da dentro. Intenso il gioco di sguardi che si sono scambiati, mentre entrambi non hanno abbassato gli occhi, perché in quello sguardo vi era un messaggio ben preciso che solo loro potevano conoscere. Bellissima la metafora della porta di una stanza che resta chiusa fintanto che non se ne trova o possiede la chiave, la quale, una volta aperta, permetterà di trovare al suo interno l’oggetto del desiderio o, quantomeno, quel qualcosa capace di stravolgere e donare la felicità tanto ricercata. In quello scambio di sguardi, Oscar aveva aperto la sua porta a una nuova possibilità, che sembrava scalpitare per poter uscire, e che aveva deciso di darsi, sovvertendo, pertanto, quel sottile ma rigoroso equilibrio che aveva dominato il loro vivere.
Un brano nel quale abbiamo potuto assaporare il lavorio interiore di André che gli ha fatto ben comprendere il posto che lui occupa nel cuore della sua Oscar.
Narrazione sempre coinvolgente, con metafore e paragoni quanto mai calzanti, che ci aiutano a vedere oltre quello che conosciamo, potendo approfondire e osservare l’intero episodio di partenza da un diverso punto di vista, aggiungendo tutta una serie di piccoli tasselli che vanno ad incastrarsi perfettamente fino a comporre, piano piano, il disegno del mosaico finale.
Resto ogni volta affascinata dall’introspezione che da te viene condotta in punta di piedi ma capace di addentrarsi nei meandri della mente e dei cuori dei personaggi, donandogli ancor più profondità di quella che già hanno dimostrato di avere.
Veramente notevole! Colgo l’occasione per porgere a te e ai lettori gli auguri per una serena Pasqua!

Recensore Veterano
15/04/22, ore 08:02

Che splendore Octave questa tua versione dei fatti! Oscar fa saltare tutte le strategie prestabilite e questa volta la corazza è costituita solo da un abito e un ventaglio. Per essere ciò che non è mai stata e permettersi di "non distogliere lo sguardo per paura di tradirsi", per essere "al riparo di una zona franca che non esisteva in nessun posto del mondo" da cui si possono anche lanciare sguardi seducenti, tanto, appunto, non esistono. Una Oscar che fa la sua mossa per togliersi dalla posizione di scacco, ma l'avversario è il più scaltro del mondo e, nonostante la celi con abilità, di quella porta chiusa possiede anche la chiave.
Complimenti!
Un caro saluto e un sincero augurio di buona Pasqua.

Recensore Veterano
15/04/22, ore 07:16

Octave, questo capitolo è travolgente! Lucidamente travolgente: tutti i pezzi vanno al loro posto, come su una scacchiera, e quello sguardo sulla scalinata diventa l'epicentro di un terremoto che non si vede ma c'è.

Ed è strepitosa la consapevolezza di Oscar e di André, una consapevolezza che però non si rivela a parole perché non può prendere forma in un suono o in una frase pronunciata quello che non deve prendere forma nella realtà.

E allora lasciamo pure che Oscar balli con Fersen, non è quello ciò che conta. Non è quello . "Non gli importava cosa stesse accadendo o fosse già accaduto. E non gli importava neanche di chi, quella sera, non avrebbe capito."

Octave, mi piace tantissimo la tua Graecia capta, tantissimo. Molto merito poi, aggiungo ammirata, va al tuo stile così limpido, preciso, non una parola di troppo, niente di esornativo. Tutto teso ed essenziale. E proprio questo consente, almeno nel mio sentire, di esprimere senza fronzoli la nuda potenza dei sentimenti.

Complimenti, Octave, complimenti,
Sett.

Recensore Veterano
14/04/22, ore 21:57

Carissimo  Octave,
Attendevo con ansia il tuo aggiornamento, perché immaginavo che il protagonista del nuovo capitolo, con il suo punto di vista, sarebbe stato Andre’… e non potevi regalarci un capitolo più bello di questo: decisamente sublime! Non ti smentisci mai.
Sei riuscito a rendere perfettamente il turbinio di sentimenti contrastanti (euforia, agitazione, gelosia, dolore…) che hanno agitato l’animo di Andre’ in quella particolare sera e che, nonostante la sua esperienza di perfetto dissimulatore, avranno la meglio quando Oscar scenderà le scale e lo guarderà negli occhi (e grazie per averci regalato questo particolare che l’anime ci fa solo sognare). 
Il tuo Andre’, oltre a quello dell’anime, mi ha ricordato tanto anche quello del manga, quello che, quando vede la sua amata vestita da donna per un altro uomo, non può fare ameno di pensare con  infinita tenerezza: “la mia Oscar”, perché sa che quell’iniziativa la farà soffrire intensamente e irrimediabilmente. 
Come ho già detto l’ultima volta adoro le tue metafore di carattere strategico, ma anche con gli scacchi non scherzi mica (divino!!!).
Perciò ho adorato questa parte:
“Quella sera Oscar gli aveva aperto quella porta dall’interno. Facendo saltare tutti gli equilibri, tutte le strategie. Palizzate, torri, bastioni, fossati, terrapieni e l’intero quartier generale. Sbaragliando in un attimo tutte le sue difese. Che non erano difese di fortuna, ma mura ciclopiche, tirate su negli anni a fatica, con il cemento di un rigore che a volte gli faceva persino paura ed era lo stesso con cui Oscar aveva rifinito le mura dalla sua parte, con rinzaffi precisi, energici ed irosi. Sempre più energici ed irosi.  Sempre più disperati.
Fino a quando non aveva più potuto. Si era trovata in scacco, la sua Oscar, e aveva dovuto fare una mossa”.
Bravo, bravissimo!!! E grazie di cuore per questa magnifica perla! 
Sono molto curiosa di scoprire chi sarà il protagonista del prossimo capitolo.
Colgo l’occasione per augurarti una buonissima Pasqua!
Un caloroso abbraccio e a presto, G.

Recensore Master
14/04/22, ore 21:05

Tutto lo strazio del povero André la sera del ballo.. vicino e al tempo stesso lontanissimo, a quello di Oscar! Già, ma lui cosa potrebbe fare per non farla andare? Proprio niente!

Recensore Master
14/04/22, ore 20:17

Caro Octave, aspettavo la tessera mancante del mosaico che stavi componendo con somma maestria, e ho trovato questo tuo aggiornamento meraviglioso. Qui, in particolare:

"Stai attento André: ci sono tre modi per uscire da una situazione di scacco. Si può sottrarre il re allo scacco togliendolo dalla sua posizione, ma questo solo se il re può muoversi; oppure si può eliminare il pezzo che lo tiene sotto scacco, se sei capace di farlo; oppure, se non è possibile fare le prime due cose, si può frapporre un altro pezzo tra quello che lo tiene sotto scacco e il re. Hai capito, André?”

Fersen come pezzo frapposto, e Oscar come re, non come Regina (che ha più mobilità, ed è molto più libera del re): è geniale.
E poi mi è piaciuto tantissimo, (oltre alla annotazione per cui, finalmente, Oscar guarda André in viso, direttamente, non gli parla dandogli le spalle), questo:

Una porta chiusa è una porta chiusa, se non ne possiedi la chiave. Se non sei neanche certo che esista una chiave. E la si può contemplare dall’esterno, si può fantasticare su cosa può esserci oltre la porta, si può sbirciare dalle finestre, si può fare il giro dell’edificio o guardarlo da angolazioni diverse e si può coltivare la speranza folle di trovare, un giorno, quella chiave, di girarla nella toppa e avere accesso alla completa felicità che quel luogo, certamente, custodisce.

Quella sera Oscar gli ha aperto quella porta dall’interno"

SUBLIME! Ouesta klimax ascendente, questo triduo, che completi sotto Pasqua, mi lascia con la sensazione magica - propiziata dalla tua scrittura, sobria, sorvegliata, senza una sbavatura, dietro cui si intuisce molto più di quello che la superficie lascia intuire - di essere meglio entrata nel mistero dei Nostri: solo tu sai tessere discorsi così ardui con apparente semplicità; ma sotto questa superficie polita e levigata, quanto lavoro si intravede!

Bello, bello, bello.
Con entusiastica ammirazione,
D