Terza e ultima recensione relativa al contest “Manuale di Sopravvivenza Vol.2”
Eccomi. Confesso che ho dovuto copiare la storia su Ipad e poi leggerla con un altro formato, ma il mood fiabesco è rimasto intatto.
Questa storia è un concentrato, letteralmente. Una spremuta di avventura che riempie appena un capitolo, ma lo stile che hai usato l’ha trasformata in una fiaba che brutta non è. È un racconto che gioca sulla semplicità e che racchiude in sé un significato, per l’appunto semplice, ma preciso: l’amore vince sull’invidia, e nel caso di Megera aggiungerei la gelosia...
Ivan e Robert sono i due estremi di questa storia. L’uno, brutto e cattivo, che allontana le persone ma segretamente vuole cambiare tutta la sua vita diventando grande. Vuole ciò che non ha, nonostante ha qualcosa, e il desiderio di avere di più lo lacera. L’altro, vive una realtà simile e ugualmente grigia, non vuole nulla ed anzi cerca di fare il possibile per suo padre, nonostante non abbia niente.
Così come Megera e la sorella sono speculari. L’una ha dato una parte di sé, concedendo tutto quello che aveva alla sorella. L’altra ha preso e, benché Megera sia la voce cattiva del coro, io mi sento di dare lo scettro del vero cattivo alla sorella. Perché Megera per amore ha dato via qualcosa di stessa - il desiderio - e così facendo ha perso chi amava; con il desiderio, credo che volesse solo riequilibrare la bilancia. La madre di Penelope, invece, ha lasciato che l’acidità corrodesse le sorella vivendo il suo amore, elevandosi a vincitrice morale, perché l’amore vince sull’odio. Ma quello di Megera, a mio avviso appunto, non è proprio odio ma delusione e tradimento. Prima erano unite, poi si sono separate, e forse c’entra anche l’invidia, ma allora perché non restituire alla sorella il favore che le aveva concesso? Perché non lottare per lei, trasformandola in un essere acido e solo. Ha scelto di immettere il desiderio che lei poteva esaudire nella spada d’oro che ha donato al marito; il marito, ricordiamolo, che lei ha ottenuto solo grazie a Megera.
E allora qui vediamo perché la storia assume quella nota fiabesca, perché è Penelope la protagonista. Lei non vuole quello che non ha, quando si presenta l’occasione non se la fa sfuggire, è altruista, e il suo desiderio non materiale o astratto, ma è la semplice opportunità di godere di tutto ciò che la vita le offre. Senza guardare a quello che non ha, senza aspirare alla grandezza o alla gloria che segue all’avventura. Gesto che alla fine dell’avventura ispira Robert.
Avrebbe potuto ottenere Penelope con un sussurro.
Invece ha scelto di essere coraggioso e stare insieme a lei passando per la strada più difficile, ma più soddisfacente e vera. Perché niente ha un sapore più dolce di quello che otteniamo con le nostre sole forze.
Alla prossima
GhostroimpicciatoconilterzocapitolodiJerha |