Non potevo non leggere qualcosa di tuo ed è stata una grande e giusta scelta. L'argomento mi tocca particolarmente, quindi non stupirti se ti dirò che mi si sono riempiti gli occhi di lacrime.
Il tuo dinamismo è un cardine essenziale in quello che scrivi. Hai lasciato il giusto spazio, rendendo la corsa di Katsuki come una gradinata da scalare con le forze a raccolta.
Mi piace come scrivi, con quelle virgole che spezzano un pensiero ma che ne ricollega facilmente un secondo.
Sembra urlare un'agonia muta, mentre nelle orecchie risuonano i passi degli stivali che battono sulla polvere passo dopo passo. Sembra ascoltare il respiro affannoso e un po' umido di quell'abisso di disperazione che si serba nel cuore.
Ah, come mi sono familiari queste sensazioni!
Nel leggere la flebile descrizione della morte di Izuku ho rivisto la scena più dolorosa della mia vita che credo mi perseguiterà a vita. Il mio papà senza vita in ospedale. (E di nuovo mi viene da piangere). Questo per dirti quanto mi abbia toccato profondamente ciò che hai scritto.
Immaginare Katsuki di essere arrivato in mezzo al nulla, sotto a un cielo rosso da troppi spari e morte, di lui affannato e sporco di sangue, circondato da palazzi… ecco, immaginarlo così vulnerabile eppure così pronto a morire finalmente, wow… sono rimasta colpita più di lui!
E infine, la parte più bella. Sentirsi un candore, la luce bianca e la persona che di più ha amato in vita venirlo a prendere per guidarlo dove non esiste nulla se non la pace eterna.
Ho fatto molti sogni in cui mio padre mi "raccontava" molto, molto sommariamente, lì com'è e mi capirai, sono di nuovo sensibile all'argomento, per questo ho apprezzato dalla prima all'ultima parola.
Mi è parso come un urlo silenzioso il tuo, di chi è incompreso. Ti capisco.
Anche se siamo diametralmente opposti e diversi, ti capisco.
Gran bella one-shot, complimenti!
Batto il cinque, il pugno e yayy! Alla prossima, Charlie! |