Ciao, mia carissima Star^^
Ti chiedo scusa per il ritardo, stavolta è stata colpa di qualche problema familiare, ma immergermi in questa lettura mi aiuta a tenere la mente occupata. 🤍
Per Yrjö questa guerra non rappresenta una gavetta solo dal punto di vista scientifico, essa è innanzitutto un continuo scontrarsi con limiti che nemmeno il sapere più profondo può sopperire. Spero che questo giovane possa sopravvivere alla guerra, perché se potrà raccontarla sono certa che affronterà il suo mestiere con maggiore consapevolezza sulla carneficina a cui sta assistendo e sulla professione che sogna di svolgere.
La notizia del giovane che è riuscito a salvare ha portato una luce nei pensieri bui, gli ha offerto la motivazione per non abbattersi di fronte alle sconfitte; si è prefisso obiettivi da raggiungere, ha capito che la sua presenza al fronte può fare la differenza per qualcuno e ora è più che mai determinato a svolgere il suo ruolo nel massimo delle sue forze.
Yrjö mi piace tanto, perché in lui non prevale mai la mente o il cuore, essi lo spingono in egual misura nei pensieri e nelle azioni che compie.
Vivere la guerra dà modo anche a coloro che la combattono in prima linea di apprezzare le gioie dell’essere sopravvissuti. Il campo di battaglia, seppur in modo cruento e disumano, mostra molto bene la caducità della vita; come ci insegna Ungaretti, i soldati - ma più in generale gli uomini - sono fragili fogli d’autunno prossime ad una rovinosa caduta.
Penso che le parole di Harjula diano voce alla coscienza di qualsiasi soldato (a patto che egli sia un uomo giusto, perché hai già avuto premura di mostrarci nelle tue storie uomini malvagi che imbracciano un fucile sul campo di battaglia); che i soldati siano consapevoli o meno di ciò, la guerra è un contesto creato dall’uomo nel quale vigono spietate leggi di sopravvivenza e di morte. I soldati entrano in questo gioco al massacro senza riconoscere più il bene dal male; in una simile condizione estrema per l’essere umano, la sola scelta giusta sembra quella di preservare la propria vita dal fuoco nemico.
Lauri è giovane e animato da forti propositi di libertà; non dico sia normale, ma è quantomeno comprensibile provare un astio così grande nei confronti di un popolo occupante. Il fatto che poi i nemici siano posti nelle medesime condizioni e quindi possano anche essere considerati innocenti, in qualità di esseri umani sacrificabili dai potenti, mi riporta al discorso che ho fatto sopra.
Continuo a ribadire quanto le tue storie siano intrise di umanità; coloro che combattono provano umani sentimenti, che siano odio verso il nemico o affetto verso il compagno. Non sono del parere che Jari sia caduto accidentalmente sulle labbra di Bernhard solo per assecondare il superiore, credo che tra loro si sia creata una comfort zone che supera anche gli obiettivi che gli hanno spinti al fronte: si supportano in quella esperienza, fanno in modo che l’altro non soffra di solitudine e non si abbandoni allo sconforto. Bernhard è animato anche da sentimenti personali, ma continuo a sostenere che sia un ottimo comandante nei riguardi dei suoi sottoposti, di chiunque si tratti.
La confusione di Jari è comprensibile, è partito avendo nel cuore Verner e continua ad amarlo; non penso che i sentimenti per Verner spariscano, come ammette Jari stesso tra le braccia di Bernhard sente conforto e comprensione. Non so se la loro attrazione possa sfociare in una relazione, sono comunque convinta che i sentimenti che Jari ha lasciato a casa non lo abbandoneranno.
Sei sempre bravissima a infondere l’irrequietezza che vivono i soldati al fronte, oscillano di continuo tra sofferenza fisica e mentale: fame e disillusione sono alimentate dalle rigide condizioni e dagli obiettivi difficili da raggiungere; la malinconia in questi giovani è più che comprensibile, ma dimostrano anche una buona dose di determinazione che esclude la resa.
Le emozioni di Jari sono molto intense, teme per la situazione compromettente in cui si trovano; lui sembra pronto ad affrontare il suo destino, un po’ meno a veder cadere i compagni con cui condivide da mesi un’esperienza così incisiva, specie quelli a cui si è affezionato di più.
La parte finale del capitolo dedicata alle emozioni e ai sentimenti di Yrjö mi è entrata nel cuore; non mi vergogno di dirti che anche i miei occhi sono diventati lucidi e un nodo si è formato anche nella mia gola.
Interpreti meravigliosamente ogni singolo personaggio (ormai penso tu conosca il mio sincero apprezzamento verso i tuoi scritti), ma con Yrjö credo tu sia riuscita a superarti. L’amicizia, il senso del dovere e l’umanità (anche con tutti i suoi limiti) che animano questo personaggio mi ha lasciata senza fiato; Yrjö è così intimamente vicino a tutta la bellezza e agli orrori di cui la vita è costellata da avere quasi la percezione che possa uscire dalle tue righe e prendere vita.
Spero con il cuore che Jari si riprenda, nelle tue parole si avverte tanta speranza a cui potersi aggrappare.
Ti ringrazio per le emozioni che mi hai infuso con questo capitolo, non so spiegarti quanto in questi giorni ne avessi bisogno per tornare a respirare. 🤍🤍
A presto!
Un abbraccio grande
-Vale (sempre tua affezionata lettrice) |