Ciao, mia carissima Star^^
Stavolta sono soddisfatta per essere stata abbastanza puntuale. 🤍
L’incipit di questo capitolo trasuda di tristezza ad ogni parola, il contesto e il giorno non potrebbero infondere altre sensazioni, eppure in questo preciso momento da te descritto spicca soprattutto l’immagine di questo ragazzino (ti sei premurata di sottolineare la sua giovanissima età) che in poco tempo, suo malgrado, è stato costretto a crescere e a diventare un sostegno morale e fisico per i suoi cari, affiancando il fratello maggiore. La consapevolezza e la rassegnazione di Hjalmar sono straordinarie quanto verosimili; è giovanissimo, ma più volte è stato costretto a scontrarsi con i mali della vita, tant’è che arriva a considerare la morte come un sollievo alla sofferenza fisica patita e trovo sia un atteggiamento molto maturo da parte sua.
Razionalmente mi viene da pensare quanto la vita di Verner e Hjalmar sia davvero molto sfortunata, il destino non ha mai in serbo per loro una mezza gioia, solo sventure. Ho l’impressione che in tutta questa sfortuna il passato dei due fratelli defunti nasconda un racconto affascinante intriso di contrasti, ma alla base vi è un amore fraterno sincero che ha portato alla cura di una vedova smarrita e di due orfani indifesi.
Nel breve scambio di battute tra Verner e Hjalmar si nota bene la differenza tra i due giovani fratelli; Hjalmar stesso ammette quanto Verner abbia ereditato i tratti fisici e caratteriali del padre. Entrambi dimostrano di essere due rocce, partire o restare sono ambedue posizioni delicate; mi è piaciuta molto la loro complicità, la loro comprensione reciproca: Hjalmar desiderava conoscere la verità sulla morte del padre e Verner non ha esitato ad accontentarlo; d’altra parte Hjalmar sa che non può nulla contro la decisione del fratello di partire da solo, ricorda molto poco del padre, ma la fedeltà ai propri ideali e la determinazione con cui gli ha perseguiti sono rimaste ben impresse nei pensieri dei suoi cari.
Ho apprezzato fin dal principio di questa storia la figura di Karl, avere la possibilità di leggere la sua prospettiva sulla situazione è sempre molto interessante. La sua comparsa all'interno del capitolo mi offre l’occasione per una riflessione. Un altro aspetto che denota la profondità e la verosimiglianza dei tuoi scritti è l’abilità con cui ci mostri le differenti prospettive dovute alle età dei personaggi. Da studi passati e letture ho sempre trovato affascinante il confronto tra la mentalità dei giovani e quella degli adulti; credo sia un’impresa molto difficile mettere in luce analogie e differenze tra questi due “mondi”, soprattutto in epoche passate e complesse dal punto di vista sociale. Sono sempre del parere che questa operazione ti riesca molto bene; Karl non è solo un uomo razionale (sono sempre dell’opinione che alle sue spalle ci sia un passato sofferto), è un uomo che comprende ciò che attraversa la mente di Verner, lo condivide quasi, ma prevale in lui quel senso di prudenza come se al termine della strada scorgesse già quel punto di non ritorno incontro al quale vede avviarsi Verner; cosa ancora peggiore, sa di non avere alcun potere di fermarlo.
I pensieri che attraversano la mente di Verner prima di affrontare la sua missione sono quelli di un giovane combattivo. È emblematico che i suoi pensieri siano rivolti proprio a Jari, trovo le loro posizioni sempre molto interessanti, hanno punti in comune e punti di contrasto, lottano per una stessa causa, ma per raggiungere i loro obiettivi percorrono strade lontane; qualcosa mi dice che presto o tardi le loro strade si intrecceranno, in fondo entrambi stanno portato avanti una guerra, che sia combattuta per mezzo di atti terroristici o al fronte, e la guerra ha sempre gli stessi contorni ovunque. La guerra compromette anche in egual misura l’anima di chi uccide uomini che vengono definiti nemici, il luogo in cui si combatte conta poco.
Non resto più stupita dalla delicatezza con cui mostri l’altro lato della barricata; è un’immagine intima e profonda quella che ci proponi sempre. Rappresenti gli ideali russi attraverso lo sguardo di un tenente, un veterano che porta ai sottoposti la sua esperienza, ma anche la sofferenza che ha subìto; hai interpretato le sue sensazioni di militare d’onore e di uomo che ricerca calore e pace. Questa è senza alcun dubbio la più grande ricchezza delle tue storie: le inimicizie possono rimanere tra i personaggi (in fondo è la realtà), ma nella mente del lettore lasci una riflessione che va oltre il mero conflitto ed è esattamente ciò che avvicina a noi tutti contesti e epoche così lontane.
Sei riuscita a farmi piangere con il paragrafo dedicato ai pensieri del dottor Koskinen. È stata molto toccante la preoccupazione della sorella di Jari, ma il rammarico del padre spezza davvero il cuore. Sono sempre più convinta che in realtà sia stato un ottimo padre, forse solo troppo austero nei confronti del figlio; non viene insegnato a essere genitori (specifico che non sono ancora madre, quindi potrei dire qualche sproposito, posso solo prendere spunto dalla mia esperienza personale), esattamente come non viene scelta la personalità dei figli e penso possa succedere di non trovare la giusta sintonia con loro. Nelle difficoltà di quest’uomo noto grande sofferenza e volontà di tener fede ad una promessa rivolta non solo alla moglie defunta, ma a tutta la sua famiglia; penso che errare sia umano, ma soprattutto sbagliare nella convinzione di fare del bene sia ancora più giustificabile: desiderava tracciare una strada sicura a Jari, è normale che il ragazzo si sia sentito oppresso ed ora la sua ribellione sta mettendo a serio rischio il loro rapporto, oltre la sua vita. È tragico, ma penso sia una situazione fatta di cause e conseguenze che rientrano nella norma; l’ultimatum davanti al quale la vita ha posto il dottore è esattamente ciò di cui hanno bisogno padre e figlio per ritrovarsi.
Questo racconto sta entrando nel vivo, temo per le sorti dei due protagonisti, entrambi sono compromessi: chi dal punto di vista fisico e chi dal punto di vista morale. Mi fido di te e soprattutto nel fatto che ci farai soffrire, ma ci regalerai anche un finale all’insegna della tranquillità. 🤍🤍
A presto!
Un abbraccio grande
-Vale (sempre tua affezionata lettrice) |