Dire che avevo bisogno di una storia come questa, forse è riduttivo.
Un po’ perchè così mi hai fatto tornare la voglia (o meglio: mi hai invogliata a trovare quel tempo che non trovo mai) di scrivere; un po’ perchè, con il roboot di TMMN le idee si affollano. Anche se, a onor del vero, quel reboot non incontro tout cour le mie corde. Ma di questo potremo parlare in separata sede.
La storia, dunque.
E partiamo dalla ringcompsition. Chè ha quell’effetto di distorsione del tempo che piace, perché fornisce una bella prolessi che scopri poi essere in realtà un’analisi e racchiude la storia fra quella che si configura come una realtà proibita assaporata e un’illusione cullata.
Sai che l’incontro c’è stato; ma a quell’incontro fai assumere idei contorni onirici che lasciano il lettore (la sottoscritta, nel caso) in uno stato di sospensione.
E poi la scena centrale. Un balletto condotto in punta di fioretto, con le battute fra loro al contempo in Caracter e adulte, restituendo a questi personaggi spessore e realismo.
Su una cosa io e te andiamo perfettamente d’accordo: amiamo tormentare Ryou^^
Sarà per sfatare lo stereotipo del ragazzo bello e vincente; sarà perchè, ammettiamolo, la storia presta da sè il fianco.
[Ed ecco un elemento che no, proprio non mi va già di TMMN: nella versione del 2000 Ryou avrà anche avuto un outfit decisamente sopra le righe, ma almeno era un personaggio; generico e un po’ stereotipato, come gli altri, ma non era solo una comparsa butta lì tanto per. Qui: qui penso che se non avessi in mente la serie del 2000, me lo dimenticherei quasi subito. Anche la scelta di scurirgli la carnagione, per quanto faccia molto Okinawa-style, e pur riconoscendo che storicamente la presenza di nippo-americani sia maggiore in quell’arcipelago, mi ha lasciata perplessa. Qui si sembrano voler cavalcare lo stereotipo del californiano surfista. Salvo che non lo trasformino in un australiano perchè fa “figo” o proprio bypassino la questione.]
Mi è piaciuto come hai costruito la scena, in un lento climax che da una situazione normale e molte “da anime” piano piano inanella quelle allusioni sottili che hai disseminato qua e là come briciole di pane per una strada che porta verso una conclusione nè dolce nè romantica, ma nemmeno tragica o adolescenziale: solo adulta.
C’è chimica; c’è feeling; ma c’è anche la consapevolezza che a volte questi non bastano. Ichigo e Ryou si attirano, collidono, condividono un’intimità che è carne passione piacere travolgente racchiusa in quel braccio prima sul fianco poi trasformato in un abbraccio.
E hai reso benissimo lo strazio e la rassegnazione di Ryou si essere sempre la “seconda scelta”: senza pietismi o scenate. Lo sa. Lo accetta. Ci prova senza convinzione a ipotizzare altro; ci prova. Ma forse senza crederci nemmeno lui.
Perchè la paura di toccare gli “idoli” è sempre quella di scoprire che sono di ottone e non d’oro. E anche se Ryou conosce biblicamente Ichigo, forse quel suo amore è proprio il frutto dell’impossibilità.
“Che tu non sei il perfetto cavaliere delle favole, quello che continua a scegliere nonostante poi corra da te”.
Penso che questa frase basti a condensare Ryou e la sua relazione con Ichigo. Lei, lui e Ryou che è l’altro. Quell’altro cui non puoi fare a meno, che ami senza poterlo ammettere davvero a te stesso, ma che è qualcosa di troppo impegnativo per sceglierlo veramente.
Ryou è impegno. E’ complessità. E’ anche abnegazione, in fondo. E legarsi a lui, per Ichigo, significherebbe legarsi a una guerra continua, fatta di passione forse più che amore, di proibito più che di voluto. E non ha il coraggio di farlo.
Come Ryou ha “smesso di essere coraggioso per entrambi”.
Plauso a questa chiosa; e all’uso della seconda persona che, raro nelle fic, è ancora più raro veder gestito con maestria.
Complimenti! Vivissimi.
Una nota alla fine: non so perchè, alla prima battuta ho immaginato Zakuro. E la storia nella mia testa aveva iniziato a muoversi su binari diversi. Non sono stata delusa sia chiaro! Anzi!
Forse vorrei solo vederti di nuovo farli interagire. |