Recensioni per
I hate the way
di Helen_Rose

Questa storia ha ottenuto 1 recensioni.
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Nuovo recensore
15/11/22, ore 20:44

Trottolina, chicchina di riso arborio, valvassina (ecco ho detto tutti i nickname prima così ci leviamo il penZiero LOL!):

Innanzitutto morta per l’introduzione: cfr. (Abbreviazione di cui scoprirai l’utilità in fase di scrittura tesi di laurea): “è una fix it-fic ma ci sono personaggi che sono beyond redemption e pure se fossero al di qua della redemption a me nun me ne po frega de meno”
ahahahahah
Amò devi ammettere che sei PEGGIO di me. Persino io redensi Maria, nonostante io la voglia giù per un precipizio bello profondo.
MalO molto MalO. “Il primato di cattiva è solo mio” cit. Irene
LOL

Ma veniamo a noi. Già le prime righe sono gioia per i miei occhi: Rocco “casalingo” che ripone un piatto che ha appena asciugato nella credenza + fa i complimenti a Irene in SICILIANO (io sempre morta quando parla in dialetto) + SOGNA di lei incinta. È praticamente un’equazione letale per me quindi GraziO.
Ma d’altronde sai da sempre ciò di cui ho bisogno.

La reazione di rigidità di Irene l’hai descritta in maniera perfetta, quel misto di attrazione e repulsione/senso di inadeguatezza che Irene sente verso il concetto di gravidanza e poi questo passaggio mi ha sciolta per altri motivi “Irene stessa non riesce a levarsi dalla mente l'immagine di un bambino con i ricci di entrambi, scuri com'è il colore dei capelli di lui, e con gli occhi verdi come lei; e di una sé stessa in miniatura, ma con gli occhi nocciola, caldi e profondi del suo Rocco... Di quello che sarebbe suo padre. “ *languorino*.

“ogni qualvolta Irene Cipriani avverte l'ombra di una precisa aspettativa su di sé, o peggio, di un’imposizione, con tutte le implicazioni del caso, svicola con la naturalezza e l'agilità di una gazzella tra leoni, pronti ad azzannarla per cibarsene con gusto.”
Perfetto per descrivere tutto il disagio che Irene sente dinanzi a CERTE convenzioni sociali che le stanno strette.

Mi piace come mamma e figlia si rendano subito conto di cosa si sta parlando senza che lei debba essere più specifica sul significato della “bomba sganciata”.

Sei stata credibilissima nell’interpretazione che hai voluto dare ai gesti e alle intenzioni di Gloria e al passato da cui attingono.
Frasi preferite in questo passaggio:

“quell’uomo bellissimo, dagli occhi color carta da zucchero, limpidi, profondi e al contempo con una vena ironica, svegli, pronti a leggerle dentro in ogni istante, aveva scelto proprio lei, da amare, rispettare, far sentire speciale ogni giorno della loro vita insieme. Fondere i loro corpi e le loro anime per dare alla luce Stefania era stata una naturale conseguenza. Aveva sempre amato quel nome, il suono che producevano le loro voci nel pronunciarlo ad alta voce….. Certamente, mai avrebbe potuto immaginare che, per 16 anni, su di lei sarebbe pesato il significato tradizionale religioso di Stefania, riferito alla corona del martirio”
Adoro IL SUONO CHE PRODUCE cit. tutto questo passaggio mentre lo leggo nella mia mente *melts*

“perché il fatto stesso di individuare un oggetto d’amore, di accantonare l’idea astratta del sentimento, fa sì che il bisogno vada di pari passo con la volontà“ QUESTA FRASE SUONA COME UNA POESIA

Credibilissima anche questa interpretazione del perché Gloria secondo te ha idealizzato Ezio: “Il vero punto di criticità consiste nel fatto che non sempre le fiabe di riscatto mantengono intatta per sempre la magia; e l’aver passato ben 16 anni separati, portando alle stelle, insieme al picco di dolore, anche quello di idealizzazione di Ezio, non ha certamente aiutato un ritorno più morbido alla realtà“ e come ciò ha influito su di lei.

Mi piace moltissimo tutta la descrizione sulla vita di Diana (che come ben sai mi sta profondamente a cuore), singolarissimi e piacevolissimi questi particolari della sua vita: che era una ballerina di danza classica e (ancor più intrigante) che era così legate ai suoi effetti personali. Questi peculiarissimi particolari sono proprio le cose che ti spingono a volerne sapere di più su un personaggio mai neanche visto (e neanche descritto) nelle puntate.

Il mio cuore ha fatto crack a queste parole “mi sembra privo di senso inventare storie che mia madre non può più ascoltare” e mi ritorna in mente quel post che feci quando uscì la 88 dell’ultima stagione Irocco, in cui scrissi che Lei e Rocco creerebbero storie per i propri figli nei giorni piovosi.. adoro questo collegamento che è nato così senza esserci consultate (qui nella tua lo suggerisce Gloria alcune righe più avanti).

Ancora perfette queste descrizioni che fai di Irene: “Irene sa essere tanto ermetica quanto un libro aperto; il punto è che, del libro, a pochissimi eletti viene concessa la chiave … La fiducia e il rispetto si concedono a chi dimostra di meritarli poiché ne riconosce il valore; e un pregio indiscutibile di Irene Cipriani è l’istinto affinatissimo che la porta a non sbagliare mai nelle sue scelte, che vanno dal giusto abbinamento di abito e accessori alle questioni di vitale importanza, come questa”
LA VEDO ESATTAMENTE COSì.

Per quanto riguarda i Palomas, come ti ho detto anche a voce, dall’idea che mi sono fatta di Marco, mi sembra proprio di sentirlo parlare ascoltando le tue parole .. il (San)sarcasmo e quella capacità che ha di mischiarlo con delle parole rassicuranti, senza però sembrare “strutturato”, bensì genuino.

Sulla parte in cui Stefania dice di saper scrivere solo su argomenti che la (s)muovono particolarmente, mi è sembrato di sentir parlare te di te stessa e delle tue remore sulla scrittura-come-professione. <3

Molto bella letterariamente parlando questa frase: “come al solito, conosce sempre la chiave da usare, il momento in cui farla girare nella toppa, e quando ritirarla”.

Come ti ho già detto a voce, per me in questa ficche non c’è un personaggio più in carattere di Rocco e di lui adoro il fatto che in questo frangente particolare cerchi di essere paziente ma si faccia allo stesso tempo anche “sentire”, rivendicando il rispetto che si sarebbe meritato in questa situazione così delicata.

Frasi preferite: “Sì.” risponde seccamente. Peccato che per Rocco sia un po’ arduo fare il sostenuto, da quando hanno abbandonato le vesti di amici; a meno che Irene non lo faccia infuriare sul serio…. Chi riuscirebbe a resistere alla sfumatura calda - in questo caso, poiché intrisa di un evidente quanto raro e insperato senso di colpa - che sanno assumere quegli occhi azzurro ghiaccio? Non ci prova neppure”.

A MENO CHE IRENE NON LO FACCIA INFURIARE SUL SERIO… è questo che adoro: Rocco sa di avere la facoltà di arrabbiarsi, ma sa anche di dover capire che in questo caso c’è bisogno di comprensione.

“Vedendola confusa, chiarisce: “T’ho sentita.”
A quel punto, il sorriso di Irene diventa incontenibile: l’ha aspettata; le ha lasciato i propri tempi. E pensare che esiste la tendenza a sottovalutare questo tipo di attenzioni, non apprezzandole appieno. Rocco sa amare tanto coi silenzi, quanto con le poche parole che sceglie con cura, efficaci e dirette.”

PASSAGGIO PREFERITO DI TUTTA LA FIC nonché migliore descrizione mai sentita della personalità di Rocco in relazione a Irene.

E qui continua la perfezione:

“Irè, ma ti pensi che per me è stato facile? Io provo a spiegarti un mio desiderio, e tu te ne scappi, come se ti avessi chiesto, anzi, COSTRETTA a fare questa cosa immediatamente. Ma invece di parlare con le amiche tue, non potevi parlare cu mia? Pensi ca sugnu babbu, ca nun capisciu? … Per l’appunto. Con poche, semplici frasi, ha esternato tutta la propria angoscia, le proprie incertezze”.

Chapeau per aver mantenuto i piedi ben fissati a terra e non aver messo in bocca a Rocco una soluzione magica (come invece feci io in Didì) sulla questione della gestione dei figli in conciliazione con il loro lavoro.
Adorabile faccia da schiaffi Rocco che la butta sullo scherzo perché effettivamente una risposta non ce l’ha… ma è proprio questa la differenza di lui rispetto a Irene:
Pur avendo avuto il trauma del genitore assente per un motivo o un altro, e una famiglia monca praticamente, hanno reagito in maniera diversa: Rocco si abbandonerebbe/e si abbandona con totale irrazionalità al suo desiderio di genitorialità (dice dopo: ha sempre voluto avere bambini, non per una questione di costrutto sociale, ma perché si sente portato per averci a che fare, gli danno gioia; il resto, come in tutto, verrà da sé.
), Irene ci rimugina tanto che la metà già basterebbe.

Capolavoro totale tutto questo passaggio a tal proposito di cui davvero non saprei sottolineare una frase che emerge. Fantastico TUTTO:
“Benché Rocco sia perfettamente a conoscenza del fatto che lei covi un animo da casalinga più inesistente che nascosto, le risulta comunque più complicato del previsto ammettere chiaramente il proprio profondo senso d’inadeguatezza dinanzi al figlio e nipote di una dinastia di donne siciliane specializzate nel partorire e crescere frotte di bambini; soprattutto perché non si tratta di uno stereotipo, visto che ha davanti ai propri occhi gli ineccepibili risultati di tutto ciò.
E se lei fosse in grado solamente di allevare figli destinati a diventare ancor più ingestibile di lei?
O peggio, di trasmettere loro tutto il ‘corredo dei blocchi relazionali’ al completo; perché non è possibile che siano tutti il risultato della perdita della madre e dell’educazione rigida ricevuta.”

“Finché eravamo amici, era tutto più semplice; ora che siamo una coppia a tutti gli effetti, sento il peso delle aspettative” <3 TU SAI #friendstolovers

E cosa potrebbe essere più in carattere di un Rocco che esordisce (spezzando malamente la solennità di una conversazione) con ““Senti, ma… Io c’ho fame.”
???
Niente, niente è più in carattere di questo.
(Ps. Petizione per inserire in retroattiva le pizze da asporto nel ’63)

Che saluto più autentico della loro essenza se non questo :

…. si volta verso Irene prima di uscire: “Ti amo.”
Lei sorride, ammicca: “Lo so.”
Lui sbuffa, incredulo: “Preferivo ‘grazie’. Almeno significa che non mi dai per scontato.”
Lei ridacchia. “Che scemo che sei. Ti amo anch’io.”

Chicca mia che dire, mi hai resa felice tanto che mi fai tornare la voglia di scrivere.