Lettura godibilissima, pur nella profonda malinconia, nella nostalgia insanabile del contenuto.
Sarà per la grande musicalità, fatta di rime a volte importanti, a volte mancate. Anche se la canzone è sempre la stessa, "solo una tra mille".
Sarà per quel movimento circolare e ricorrente dei versi, dove si ripetono "nota dopo nota", "cupe notti", "canzone". Esattamente come fa la mente, che sempre ritorna sugli stessi pensieri, o la lingua, che sempre batte dove il dente duole.
Sarà per quel climax opprimente di buio e quell'anelito di luce, che fa sembrare le case degli altri piene di luce e di felicità.
Ma non sarà solo un effetto ottico? |