Recensioni per
A dicembre, in un Caffé
di settembre17

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
24/12/22, ore 10:46

Cara Settembre,
Eccomi finalmente qui! Eh... già, perché avevo letto questo tuo scritto ancora quand' era "fresco-fresco" di pubblicazione, oppure "nato da poco". A ritardare il mio commento è stato il bisogno di far mia, circumnavigandola e attraversandola, ognuna di queste tue parole, che sembrano poche... ma in realtà sono un' abbondanza. Iniziando con un sorriso, partirei con una domanda e una conclusione. Mi chiedevo... Leggendo in giro ho notato, nei riguardi della città rappresentata nel racconto, riferimenti a Trieste (capoluogo della mia bella regione FVG). Non comparendo alcuna conferma di ciò nel testo o nel frontespizio, non posso che arrivare alla conclusione che tale città abbia a che fare, in realtà, con te... Ma se effettivamente di Trieste si dovesse trattare... ecco risolto l' enigma di quel cappuccino! Perché esso fa pietà anche nel miglior locale sulla piazza?! Semplice, perché in realtà trattasi di caffè-latte!!! Mai, mai e ancora mai "ordinare" un cappuccino a Trieste!
Passando ad altro... Come mai hai scelto di esordire con un "guardava", tralasciando uno "sta guardando"?
Poi... poi si penetra nel "difficile", come è giusto accada nei Caffè, locali pubblici in cui si sono decisi i destini del mondo intero, tra letteratura, politica e filosofia.
In cosa consisterà mai la vera felicità? Quale sarà la forma/spoglia/essenza del vero amore?!
Il Natale quale rinascita contempla o contemplerà? (Per caso soltanto quella di tipo economico??!)
Come gestire "languori" e speranze? Soprattutto: chi è e cos'è ognuno di noi???????!!
Con molta modestia, mi sento di poter "dire" che: a ognuno di noi è dato il potere di comprendere e sapere chi egli è (o sia), ma soltanto agli altri (da noi, da lui, da te, da me) è permesso di vedere il vero volto di una creatura umana (o persona). Nemmeno lo specchio ci narra la verità completa su noi stessi, soltanto gli occhi degli altri lo fanno del tutto.
Probabilmente il vero amore è fatto proprio di attimi fugaci, rubati qui e là, intensi quanto, appunto, pressati dall' incombenza del dover essere altrove. Il vero amore "nostro", cioè degli esseri viventi.
In quel nastrino rosso, occhieggiante da una tasca di cappotto, mi è parso di vedere altro...
Mi è parso di riconoscerci una delle cocche del fazzolettone di un certo Alain...
Un pensiero "così"... Un pensiero mio... che potrebbe essere anche tuo, chissà...
Proprio un bel racconto, cara Settembre! Una intensa riflessione a "tutto tondo".
Buona Vigilia di Natale, carissima, e tantissimi e affettuosi Auguri di Buone Feste a te e ai tuoi cari
Caramente... L MMXV
(Recensione modificata il 25/12/2022 - 09:21 am)

Recensore Master
18/12/22, ore 23:30

Mia carissima Sett., arrivo tardi, quasi di soppiatto, a recensire questa tua meraviglia che ci cala nell'affollato trambusto dei giorni precedenti il Natale. Non è un periodo che io ami molto, anzi, non mi piace affatto, e forse lo sai: non dico di essere diventata come il Grinch, ma ormai il mio atteggiamento nei confronti delle feste è sul genere di quello dell'immortale Riccardo Garrone, il quale. nel primo film della serie vanzinesca delle "Vacanze di Natale", diceva con una certa qual soddisfazione: "E anche questo Natale ce lo siamo tolti dalle p... lle!". Però, il tuo racconto è intriso di uno spirito che mi riconcilia un pochino con questi giorni dicembrini. Ciao cara, ogni tuo scritto è un regalo, che pone in modo lieve quesiti esistenziali: "Che cosa vedono, gli altri di noi? Chi siamo, noi, per gli altri?"
E, soprattutto: "Perché è così difficile trovare un barista capace di preparare un cappuccino decente?!".
Un abbraccio, e grazie per tutte le tue gentilezze.
Tu lo sai. Quante?
"Numera stellas, si potes".
D
(Recensione modificata il 19/12/2022 - 08:44 am)

Recensore Veterano
17/12/22, ore 18:18

Buonasera Settembre, lo sai che  questo tuo bellissimo racconto quasi mi sfuggiva?

Cosa vediamo noi lettori attraverso il tuo protagonista? Quattro coppie, quattro tipi di amore o di innamoramento. Un fuoco di paglia che brucerà veloce e non lascerà niente se non un po' di cenere e speriamo non troppe lacrime. Un amore ormai spento, tenuto insieme solo dall'abitudine (ma forse amore non è mai stato, se non è rimasto nemmeno il rispetto). L'amore di una nonna per il nipotino, che ci ha scaldato il cuore.  L’ultimo  è un amore che forse sta per trasformare un'amicizia, ma che nessuno dei due ha il coraggio di dichiarare (almeno io lo immagino così).

Poi c'è il tuo protagonista, che con quel suo proposito finale mi ha fatto venire in mente le parole di Azzurro di Paolo Conte, e dato che è inverno e fa freddo, davvero tanto freddo, anche pensare all'estate di Azzurro riscalda un po'.

Ed infine c'è quel cameriere, e scopriamo che forse siamo come lui: tiriamo avanti ed indossiamo la maschera delle buone maniere e del dovere, quando forse vorremmo spaccare il mondo.
Perciò alla domanda "che cosa vedono gli altri, quando vedono te?", io ne aggiungo un’altra: quanto ci costa non fare vedere agli altri quello che realmente proviamo?
Un caro saluto!

Recensore Junior
17/12/22, ore 00:11

Io credo di conoscerlo, questo tipo. Credo di conoscere lui e anche le sue reazioni. Lo so, perché ce le ho uguali, identiche.

Il cappuccino imbevibile! Cara autrice, lo metto, nella mia graduatoria personale delle rogne, a un settimo livello, giusto sotto una storta alla caviglia o la macchina con la batteria scarica. Io comunque ordino un espresso. Amaro come il veleno, lo voglio.

La stizza di non aver portato un libro – ma io ho sempre un libro – quando ho voglia di trattenermi in un bar. Ma, se non ho un libro, ormai leggo una storia su EFP.

L’abuso della parola “eccellenza”. Settembre, le guardi mai le fascette su certi bestseller? “Il libro che mi ha cambiato la vita” firma: uno sconosciuto.
Che cavolo! “Il miglior esordiente dell’anno” firma: “Mia nonna”.

E la sciarpa, Settembre, la sciarpa. Io son allergico alla lana, pensa te.

E quella voglia, così umana, così da scrittore, di entrare dentro le vite altrui.

E la vita intanto che passa davanti a quest’uomo, col quale identificarsi è facile, in una Trieste che è Svevo, che è Joyce, che è il Natale dei brillantini e delle formalità; il Natale delle scadenze, dei regali non pensati; il Natale dell’amore che è anch’esso una formalità.

La vita, la vita. È tutta fra le pieghe, la vita. La vita con la sua forza.
Verrà la Vita e avrà i tuoi occhi.

Settembre, cosa vedono gli altri, quando vedono te?

Ma questo lo so, perché arrivo per settimo.

Ma io ti dico anche un’altra cosa, e che sia il mio biglietto d’auguri: mentre scrivi, stai già vivendo. E stai regalando vita a piene mani.

Omaggi devotissimi, e auguri sinceri, di tutto cuore.

Sacrogral, incantato, ai tuoi piedi.

Recensore Veterano
16/12/22, ore 13:32

Ben trovata anche qui! Hai “pennellato” con il consueto, accattivante stile un bell’affresco di varia umanità. Pur nella brevità del testo si sono riusciti a cogliere i tratti essenziali dei vari personaggi, e soprattutto il tentativo del narratore di scoprire, tramite l’osservazione, qualcosa di più delle vite di quelle persone che affollano il caffè. Gli adolescenti su di giri, la coppia innamorata, la coppia che sta insieme per inerzia, la nonna indulgente col nipotino , il cameriere molto professionale… ed un narratore un po’ insoddisfatto che alla fine si chiede cosa gli altri possano pensare di lui tramite una altrettanto fugace impressione. Molto realistico, complimenti

Recensore Veterano
14/12/22, ore 19:28

Quante forme di amore passano attraverso le nostre vite? Esiste una che conta più delle altre, più di quelle che accarezzano la vita degli altri?
O servono tutte, ciascuna può lasciarci qualcosa e contribuire a fare di noi ciò che siamo?
Se qualcuno ci guardasse da fuori si accorgerebbe di come cambiamo nel tempo in base alle persone che incontriamo?
Forse potrebbe illudersi di averlo compreso, magari con un giudizio frettoloso soffermandosi su pochi particolari che lasciamo trapelare mentre ne nascondiamo un mondo perché i risvolti dei nostri giorni li conosciamo soltanto noi...
Bel pezzo carissima Settembre, anche lontano dai consueti luoghi.
Non che avessi molti dubbi in proposito ;)
A presto

PS: ogni tanto lo stretching mentale fa bene

Recensore Master
14/12/22, ore 16:27

Mia carissima Settembre,
ti ho scovato, per caso, anche in questa sezione e persino qui hai avuto molto da dire.
Contrariamente al tuo incipit, non è vero che non accade nulla.
Ci hai offerto uno spicchio di vita filtrato dagli occhi di un osservatore occasionale il quale, mediante quanto ha visto accadere intorno a lui, nel breve lasso di tempo per sorbirsi quel cappuccino imbevibile, anche se il posto era quello di un bar dal nome altisonante (io adoro invece il cappuccino e lo bevo, se capita, in qualsiasi ora del giorno e addirittura ustionante!), ha visto la vita scorrere davanti ai suoi occhi, sotto le svariate sfaccettature che gli si sono proposte dinnanzi allo sguardo e che lo hanno costretto a ragionarci sopra.
Un mondo variegato che gli ha trasferito sensazioni che, nel corso di quei momenti, sono diventate riflessioni.
Riflessioni sul nostro modo di vivere il tempo, di impiegarlo, di sfruttarlo, di percepirlo nel suo scorrere.
Dalla fretta dei due ragazzini i quali, evidentemente, avevano altro per la testa e avevano solo voglia di divertirsi, alla calma solarità della nonna in compagnia del suo nipotino, mentre sorbiva la sua bevanda con tutta la tranquillità del mondo, godendosi ogni istante del loro perfetto stare insieme.
E che dire della coppia di coniugi annoiati, che si sono presi solo una pausa per riordinare le idee che, evidentemente, sono contrastanti, ma alle quali nulla si può opporre e quasi subiscono quel loro tempo insieme, con i rituali di sempre che non lasciano più nulla alla novità e con persino quella parola “amore” per richiamare l’attenzione, ma che è stata privata della sua vera essenza.
Poi ci sono i due che sono rimasti vicino alla porta e che bevono letteralmente l’uno dalla bocca dell’altra ogni singola parola, perché, dopo che se ne saranno andati da quel bar, le loro strade probabilmente si divideranno, non essendo una coppia che può trascorrere il resto del tempo assieme, ma che, forse, ha dovuto rubarlo alla routine, in quanto era importante esserci e dare la dimostrazione di quanto uno contasse per l’altra con un piccolo presente. E poi, su tutti, il giovane cameriere così gentile con il pubblico, attento alle necessità di ognuno e per ognuno una parola carina da scambiare durante il suo servizio, ma con l’angoscia di ricevere un messaggino che non arriva.
Il nostro Osservatore è forse il più fortunato: lui ha una meta, qualcuna da raggiungere e alla quale il pensiero è corso dolcemente, qualcuna da amare non solo a parole ma con i fatti.
Uno specchio di varia umanità in questi tempi moderni presi dalla fretta, dal telefonino, sempre pronto in mano come se da esso dipendessero le sorti del mondo, dalla disattenzione di quanto accade intorno, mentre ogni tanto è bello fermarsi ad osservare ed essere grati per ciò che abbiamo, indipendentemente da quello che gli altri potrebbero pensare di noi.
Interessante la riflessione che ci hai regalato anche in questi giorni che precedono il Natale e te ne ringraziamo.
Un affettuoso saluto e, nel mentre, colgo l’occasione per augurare a te e famiglia delle splendide feste.

Recensore Veterano
14/12/22, ore 01:15

Carissima Settembre,
Quanti regali di Santa Lucia in questa giornata (facciamo finta per un attimo che sia ancora il 13 perché ho ‘sgarrato’ di poco!).
Mi sono sempre chiesta se avrei mai avuto la fortuna di leggerti in una sezione diversa da quella di LO, con una storia tutta tua, in un mese che non è ‘settembre’. E che storia, perbacco! L’atmosfera natalizia è palpabile, il profumo delle feste incombenti si annusa in ogni riga. 
Tu dici che ‘non succede nulla’, ma ci offri un punto di osservazione privilegiato dei tanti avventori in un bar ‘qualsiasi’, all’apparenza anonimi, legati l’uno l’altro da rapporti di diversa natura e intensità, e, nello spazio ridotto di poche righe riesci comunque a renderli 'vivi' e a conferire loro profondità. E trovo che questo sia un raro talento, lo sai.
Gli avventori che personalmente mi sono piaciuti di più sono la nonna con il nipotino e 'quei due’ vicino alla porta, immersi nella loro bolla, che hanno strappato tre quarti d’ora agli impegni quotidiani solo per farsi gli auguri e scambiarsi un presente.
Il mio pensiero è corso anche a uno dei miei film preferiti, “Le vite degli altri”, che  inconsciamente nomini nel tuo racconto, perché anche in quella pellicola il protagonista è un Spettatore delle vite altrui (anche se non fortunato come il tuo, che ha qualcuno da raggiungere e a cui rivolgere i propri pensieri). 
Il finale è semplicemente perfetto e lo stile fluido e impeccabile, come sempre. 
Spero davvero di rileggerti presto con un’altra storia originale, perché questa mi è piaciuta davvero tanto. 
Grazie di cuore per questo regalo inaspettato che mi ha scaldato il cuore. 
Un altrettanto caldo abbraccio e buone feste!
Una super ammirata,
G.
(Recensione modificata il 14/12/2022 - 02:33 pm)

Recensore Master
14/12/22, ore 00:38

Carissima e sempre prodigiosa Sett., pensavi mica che questa perla mi sfuggisse? E che perla, aggiungerei!
Una di quelle di cui odi i suoni e percepisci gli odori; questo racconto dalle tinte natalizie è decisamente foriero del sentire di questi giorni. Il protagonista potrebbe apparire cinico, sarcastico e soppesante; e lo è!
Ma non è solo questo: è anche un uomo in grado di distendersi alla vista di un bambino piccolo in compagnia della nonna e di una coppia che si unisce in un abbraccio.
Sai cosa mi ha colpita di più (e scegliere non è facile, fidati)? La struttura a specchio, quell'invertirsi alla fine dei ruoli; inoltre ho amato il modo, meraviglioso, con cui hai intrecciato questi scorci di vite: mi ha ricordato "Love Actually", un film che adoro e che rivedo con gioia in questo periodo (la primissima volta l'ho visto ad agosto - ma io sono anacronistica in tutto e per tutto - fortuna che sono riuscita a scovarti anche qui e adesso!).
Mi ha strappato qualche sorriso colpevole leggere di come il tuo protagonista studi i due ragazzini e la coppia: questo è un racconto in cui è facile immergersi e riconoscersi. Quando non ho un libro, o le cuffie, con me è così che faccio anche io e - per esperienza direttissima ti dico - che spesso mi domando come invece gli altri vedano noi.
Il cappuccino, francamente, è una cosa che neanche io apprezzo. Il caffè sì.
La tua storia è di una bellezza calda e accogliente e ti ringrazio per avermi dato una prospettiva che sa di "quotidiano" e finissima introspezione. Ma questo è il tuo cavallo di battaglia, no? Sciocca io che mi sorprendo davanti a tanta e naturale bravura, grata sempre a te per le narrazioni che mi doni.
Posso portarlo con me come regalo di Natale?
Un abbraccio da una sempre ammiratissima,
A.
(Recensione modificata il 14/12/2022 - 12:41 am)

Recensore Junior
13/12/22, ore 23:41

Settembre carissima
Che meraviglioso dono ci hai fatto in questo giorno così particolare!
Perché la tua penna è veramente un dono, in qualunque sezione tu decida di pubblicare.

Scritto introspettivo dove non succede nulla. Ed in effetti hai ragione.
Cosa può succedere negli istanti sospesi a decidere di bere un cappuccino orribile in un bar rinomato alle porte del Natale? Nulla.
Ma è nulla la vita?
Banale, scontata, comune, forse anche sbagliata, ma è vita.
Ogni singola persona in quel bar è una vita unica ed irripetibile troppe volte trascinata inconsapevolmente. Saperla cogliere con uno sguardo è raro. Saperlo fare con noi stessi forse è impossibile.
In definitiva l’importante è uscire da quella porta e trovare il significato che noi vogliamo dare all’unica parola che conti davvero.

Ti abbraccio con infinito affetto.
Antirise