Gentile ValeAlcazar,
passando da casa tua e anticipando gli auguri di buon Natale, vengo a leggere la tua storia – ma non è la prima che leggo, vedrai che ne cito altre – e a dirti due parole di benvenuto, nonché incoraggiamento.
Devi tener conto che io sono un lettore a modo mio, incostante e non sempre presente, e preferisco aprir bocca quando ho qualcosa di buono da dire che viceversa.
Quindi, premetto, questa storia non ha niente in generale che non va, la si legge in fretta e va giù come acqua fresca, e ha pieno diritto di stare su un sito di fanfiction e di fanfiction si tratta.
Però non entusiasma. Vediamo se riusciamo insieme a capire come mai.
Intanto, l’impaginazione, come ti è stato fatto notare, non aiuta.
Guarda, ValeAlcazar, sembra una stupidaggine, ma l’andare a capo è come la punteggiatura, dà il ritmo alla storia, e il testo, se sistemato, ne guadagnerebbe.
Poi, nonostante il momento sia drammatico, il linguaggio sia volutamente drammatico e io abbia ben presente l’episodio che descrivi, che è drammatico, alla fine del testo la reazione del lettore (lettore io, intendiamoci) è “Embè?”
E non essendo questa la reazione che volevi provocare, né tantomeno quella davanti all’incipit della puntata in questione, riferito nei dettagli, compreso il volo degli uccelli all’inizio (e in LADY OSCAR, gli uccelli, i corvi, le colombe, vogliono sempre dirci qualcosa), il gap va cercato nella scrittura stessa.
Secondo me ti è presa la mano con un certo tipo di linguaggio, che ti sei convinta sia quello poetico: in realtà, ValeAlcazar gentilissima, risulta un po’ stucchevole, un accumulo di “quello che mi hanno detto che è poesia” già sentito centinaia di volte, che non tocca più certe corde, perché artificioso.
Inoltre, ed è una pecca, più o meno tutte le storie tue che ho avuto il piacere di leggere, son fatte con lo stampino: chiunque sia il personaggio, uomo o donna, lavora di momentanea introspezione sul suo amore infelice o lontano (o entrambe le cose), più o meno con le stesse parole, e non conclude nulla; di fatto, si lamenta a vuoto.
Niente di male, se fosse inserito in un contesto più ampio, dove tu inventi/immagini qualcosa di tuo, con un po’ di spontaneità della scrittura.
Ecco, dovresti riappropriarti della spontaneità della scrittura, così da non sembrare una copia di mille riassunti, come diceva il cantante.
Tu fai come vuoi, ma una frase come: “Presto, i suoi occhi si sarebbero privati di vedere colei che come il suono di mille sinfonie era l'unica sovrana della sua anima, delizia soave, delicata e vacillante ossessione, tenero sussurro, visione sublime” suona così tanto come una moneta falsa che, buttata in testo così breve, a riempirne così gran parte, non colpisce quanto vorresti. O almeno non colpisce tutti, non i lettori scafati e meno ingenui.
A mio avviso, dovresti trovare il modo di inserire questo What if (a proposito, perché What if? Che modifica c’è rispetto alla storia originale? Però fai te, a me questi avvisi son sempre sembrati scivolosi), dicevo, inserire questo What if in un contesto più ampio, o raccogliere più tue storie (tipo, questa e NOTTURNO D’AMORE: sono, diciamo, complementari – anche perché TI AMO OSCAR - TI AMO FERSEN, in maiuscolo, mostrano proprio che si va a parare nello stesso posto) che potrebbero diventare una specie di collazione, ma in un testo più grande e meno dispersivo, per i tuoi lettori affezionati.
Approfitto per consigliarti ancora l’attenzione all’ortografia (Rimembranze di UN’AMORE, quell’apostrofo lo leverei proprio) e attenzione, in generale, a non confondere GLI con LI.
Non so che strumento usi, infine, per la scrittura, ma suggerirei, se non avessi un computer a disposizione, di buttare giù una prima stesura a mano, e poi andare anche in una biblioteca, creare un testo word, copincollarlo con calma e quindi editarlo. Così da non creare testi/ capitoli omeopatici e basta.
Tanto, grazie al Cielo, mica c’è fretta: non ci corre dietro nessuno.
Ma, ribadisco, son consigli di un sentire soggettivo, che è il mio; val appena la pena di sottolineare che tu puoi scrivere come vuoi e nella maniera che vuoi, e per il tipo di lettore che vuoi. A maggior ragione su una Piattaforma in cui non si scrive per lucro ma per ludo.
Augurandoti ogni bene, come un vecchio zio, e buon proseguimento con la scrittura, come un collega fanwriter, porgo devotissimi omaggi, nella speranza di esserti stato di una qualche utilità, nella croce e delizia che è la parola scritta.
Sacrogral, cavaliere, al tuo servizio |
