Recensioni per
Cuore di ghiaccio
di elenabastet
Ciao Elenabastet, arrivo in ritardo a commentare questa intensa one shot proprio per la tematica triste che stavi trattando. L’ho letta e ho voluto farla decantare per le tante sensazioni che grazie alla tua scrittura così pulita mi sono giunte. |
Il Generale è uno di quei personaggi di RoV che io ho imparato ad apprezzare soltanto col tempo e con la maturità. Personalmente, lo trovavo orribile (come dimenticare l'episodio 35? Un cuore di bambina lo ricorda sempre con terrore), ma poi ho imparato a rivalutarlo, ad ammirarne la convinzione, tutta militaresca, che parole e idee, laddove recisamente espresse, possano cambiare la realtà dei fatti. Un uomo duro, ma con un cuore che per la sua ultimogenita (o primogenitO?) doveva battere, sotto la dura scorza del militare, con un palpito tutto particolare. E poi, la tua storia, che ci presenta un triste Natale, l'ultimo Natale della follia giacobina culminata con la Legge sui Sospetti, ha un appeal che trovo sempre irresistibile: presentare il personaggio che conosciamo normalmente come duro, dal pugno di ferro, senza cedimenti né debolezze, in un momento in cui, invece, la sua forza si incrina, il suo volto si contrae in una smorfia di dolore, di fronte al passare del tempo, alla disgrazia, ai casi della vita ... alla vecchiaia, all'incombere della morte. In fondo, persino Napoleone ci è stato reso umanamente simpatico dal "Cinque Maggio", che ce lo mostra solo e abbandonato "sulla deserta coltrice". E questo Generale, che ha cercato di far evadere la sua Regina, ma invano, che aspetta la morte con sconsolata dignità, vecchio, provato, ma non piegato, senza nulla sapere della sorte dei membri della sua famiglia, ma solo sapendo della morte della figlia che più amava, beh, è un personaggio tragico che ci consegni in un medaglione davvero intenso, un medaglione deputato alla memoria di "Marcel". Nei tuoi racconti, del resto, trovo spesso il fil rouge di un personaggio femminile che si incarica o che viene incaricato di un compito "di cura": può essere la lettrice e bibliotecaria della famiglia Jarjayes, che ci avevi presentato in una long di qualche tempo fa; o la visitatrice dal futuro, piombata nel tardo XVIII secolo e che, fra un racconto del "Trono di spade" e un ritratto, riesce a far avvicinare prima della notte canonica Oscar e André, e a cambiare il corso del racconto (e quanto l'avremmo sognato!); o anche, in questo caso, umile carceriere sdegnato per la follia e la barbarie dei tempi, che porta l'umile conforto che può e che sa. Un aspetto che ho apprezzato molto. |
Veramente molto commovente questa storia che ha come protagonista il generale pentito delle proprie scelte che pensa di meritare l'inferno, anche se l'inferno lo vive già in terra per essere sopravvissuto alla figlia. Il carceriere, che è una ragazza e che lo fa per necessità, esaudisce il suo ultimo desiderio di modo che possa affrontare il trapasso finalmente in pace. Complimenti e tanti auguri di buone feste. |
Molto commovente: il generale si è reso conto dei suoi errori, e Oscar e André lo hanno sicuramente perdonato. |
Ciao Elena, grazie per questo racconto " natalizio " parecchio malinconico, strappalacrime ma anche con una vena di tenerezza e il tipico finale da " favola" col conforto e la dolcezza che ammorbidisce lo squallore e la drammaticità del protagonista imprigionato...che io ho immaginato subito essere il generale Jarjayes. |