Rieccomi!
Ogni volta leggere i tuoi scritti è come lasciarsi trascinare da una corrente, come una canzone per la quale non puoi fare a meno di premere le cuffie contro le orecchie per goderti ogni minima sfumatura.
Puntualmente arrivare alla fine è un salto nel vuoto, si percepisce proprio quella mancanza improvvisa e quel desiderio di leggere ancora. Insomma, non si può fare a meno di divorare poesia dopo poesia!
Amo questo modo di lasciare che siano i versi stessi a decidere quando iniziare e finire, senza che ci sia uno schema ben definito ad inquadrarli, né di sillabe né di rime. Rende il tutto molto più viscerale, più sentito, il lettore percepisce come il personaggio/narratore scriva per il semplice bisogno di farlo e, per quanto nobile e artistico possa essere il suo animo, il dolore lo sconquassa e distrugge ogni possibile schema o rigore logico.
Il verso "La mia memoria è un'emozione fortissima" è poi particolarmente forte. Tutta la memoria è relegata al ruolo di percezione, non vi è un momento in cui il protagonista non sia stato in balia degli eventi, dei suoi stessi sentimenti, sentimenti sui quali non ha potuto agire. Sembra che gli eventi vissuti siano spariti così come sono arrivati, di punto in bianco, con la rapidità di un'emozione che travolge e che poi lascia il vuoto dietro di sé.
Mi piace anche come il protagonista in un certo senso "dia la colpa" all'universo e al destino, additandoli come la causa del proprio malessere. Mi ricorda molto il pessimismo cosmico di Leopardi.
Un ottimo lavoro come al solito! |