Recensioni per
Paralipomeni di vita vissuta
di Baudelaire

Questa storia ha ottenuto 154 recensioni.
Positive : 154
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
19/02/23, ore 11:13
Cap. 27:

La vita stessa è uno strale piantato nel petto e qui tu descrivi ogni secondo di dolore, ma poi, alla fine, tirate le somme dell'esistenza non c'è più dolore, il cuore ha vinto il dolore. Complimenti Baudelaire e buona domenica.

Recensore Master
09/02/23, ore 14:06
Cap. 27:

Ciao Cristina,
dopo un periodo di silenzio ti ritrovo con piacere con questa tua breve poesia, ma intensa come al solito, che esamina il tempo e la sua scansione attraverso ciò che ogni momento ha lasciato dietro di sé.
Mi affascina e mi interessa ogni volta come ogni persona riesca a percepire sulla propria pelle il trascorrere del tempo e tu, con questi versi, davvero incisivi, comunichi tutto il dolore e tutte le difficoltà incontrati e con cui li hai intrisi.
Ogni momento viene associato ad una parola precisa e puntuale in perfetta rima che ne fa comprendere in pienezza il sentire.
Sorprende come comunque il dardo lanciato non faccia più male, forse perché, in mezzo a tutto quel tempo difficoltoso, qualche secondo gradevole è stato vissuto e pertanto se ne conserva nel cuore il ricordo che magari è persino in grado di lenire la sofferenza.
Una poesia trasparente nella quale in tanti possono ritrovare uno spicchio del loro vissuto.
Un caro saluto e grazie.

Recensore Master
09/02/23, ore 11:17
Cap. 27:

Buongiorno
Eppure, nonostante tutti gli urti possibili, si vive.
Si deve vivere. È la vita che ci spinge verso un costante futuro.
Poesia rapida, pesante nei significati, eppure è come una carezza.

Recensore Master
09/02/23, ore 10:08
Cap. 27:

Questo dardo è formato da anni, mesi, giorni, minuti, secondi di sofferenze. Ed è lì nel petto ma non fa male perché il petto è la sede del cuore che è forte e invincibile. Complimenti cara e a presto.

Recensore Master
09/02/23, ore 07:53
Cap. 27:

Fonte cristallina di riflessione e di emozione, questa poesia.

Riflessione, perché ha nutrito la mia mente, nel vedere come è stata architettata.
Versi cortissimi, che lasciano il segno.
Versi rimati, in un abbraccio di morte.
Tempi sempre più serrati, dagli anni ai secondi: incalzante carrellata di disagi senza fine.

Emozione, culminante nella lettura dei due versi finali. Lo strale, che riprende il titolo, questa parola un po' ostrogota (pardon, è di provenienza longobarda). Conficcato nel petto, la parte più delicata di una donna.
E quello spiazzante "eppur non fa male".
Cos'è successo?
Sei diventata insensibile? Non penso, a giudicare dalla bellezza della poesia.
Hai scoperto l'antidoto a tutti i mali? Svelacelo, così potremo diventare tuoi devoti follower.
Ti sei lasciata distrarre dalla presenza, in contemporanea, di anni mesi giorni ore minuti secondi intrisi di piacevolezze? Raccontali, così potremo goderne con te.
Un abbraccio.