Oh ma salve - si deve salutare? Come si scrivono le recensioni?
Sì, insomma, eccomi.
Francamente mi trovo in difficoltà perché nON SO PIù COME SI RECENSISCE.
Partiamo dal Principio (ehehe)
Per quanto sembri strana l'idea della sinfonia + preludio + prologo e forse ridondante, penso che invece sia un'ottima idea: l'entrata in questo mondo è lenta e progressiva con brani sempre più lunghi che introducono un mondo che già si sente immenso (e non solo perché lo so); ci dai tanti pezzetti che sembrano sconnessi ma che si incastreranno in qualche modo, un assaggio dei tanti personaggi e del mondo infinito che hai creato tanto bene - e che io non sono assolutamente in grado di fare lol
Quindi sì, bella continua?
Mi devo per forza di cose soffermare sul lessico. Come ti ho detto tante volte, lo trovo veramente ammirevole, ogni volta che leggo qualcosa di tuo leggo un vocabolo interessante che mi stuzzica e mi fa dire "accidenti, da dove l'ha tirato fuori!" - in senso positivo. E, in realtà, non si tratta solo della scelta, ma anche dell'estetica che porta il lessico stesso: mi viene in mente diteggiare, le gambe morbide di budello, come dipingi la bellezza e la bruttezza al punto che si vede l'oltre, il fatto che sì, sono descrizioni di avvenenza e sgradevolezza, ma anche molto di più; sono credenze, valutazioni e superstizioni intessute nel mondo, hanno la gravità d'essere i fondamenti dello stesso.
E a questo si collega assolutamente anche il modo in cui tratti le metafore, che secondo me sono uno dei tuoi punti forti: sorriso come il vetro, la madre di Lippo paragonata a una candela, immagini semplici che però sono immediatissime e perfette. Dosale bene perché secondo me nel punto giusto fanno molto effetto - alla faccia del fatto che dici che non ti vengono.
Also, momento di tenerezza assoluta quando Lippo si dà una carezza da sola con la mano inerte di sua mamma TT-TT
Poi arriva il cinghiale e come qualsiasi romano sa, è il momento del pericolo.
E infine, al capitolo.
Mi conosci, dammi una coppia di buontemponi, un po' di sarcasmo e mi hai nel sacco per sempre. Mi piace come anche da poche parole si capisca che c'è un vissuto, come il tendersi e il ritrarsi vicendevole di Saiji e Iren sia scandito dal fatto che si conoscono bene. Non so se mi sono spiegata - probabilmente no - ma l'ho trovato molto naturale, molto normale. Per quanto si sappia poco del loro viaggio, sappiamo che hanno viaggiato insieme da un po' e non solo perché lo dicono.
Quindi assolutamente voglio continuare a leggere di Saiji e Iren (e Adda). Sono curiosa di vedere come la loro vicenda si svolge anche nello scritto, e forse sapendo già qualche retroscena mi rende più curiosa ancora di leggerne la resa.
Il finale di questo capitolo mi è piaciuto davvero molto - alla faccia del fatto che le frasi belle non ti vengono, parte 2. è semplice e ovviamente non ci si aspetta lirismo o qualcosa di aulico da un personaggio come Saiji, però nella sua onestà mi ha colpito, non so dire come.
Beh, insomma, io non sono capace più di recensire e questo l'abbiamo capito. Spero che questo confuso guazzabuglio di pensieri sia stato comprensibile/utile/non troppo brutto dai. Magari dovrei allenarmi a recensire di più nei prossimi capitolo 8)
A presto, molto presto <3 |