Mi ha emozionato, questa poesia, anzitutto per come è stata scritta bene.
I versi sono finalmente liberi da qualunque regola poetica ma ciascuno vive di se stesso, ciascuno è una piccola sorpresa fatta di piccole invenzioni grammaticali.
Anche le strofe, di 8 versi ciascuna, sono perfettamente formate, col loro ripetersi del primo verso.
E il tema mi è particolarmente caro.
C'è dappertutto la sottile, insinuante percezione che ogni cosa bella è passata perché era solo immaginazione: le belle espressioni "nero pece del tuo cuore", "tiepido ammutire".
Come se la nudità dei corpi fosse in realtà nascondimento della realtà, del tempo che passa. Apertura del cuore e chiusura della mente.
E l'amore… l'amore… simbolo di gioventù, quando tutto è scoperta, con fare "impacciato" "inebriato" e "dita tremanti".
"Giada preziosa" questa poesia, dai colori delicati; non troppo consona, forse, all'amore che qui viene cantato, perché la giada è una pietra resistentissima, quasi come il diamante, a volte detta gemma dell'immortalità. E quest'amore purtroppo muore.
Un capolavoro di saudade questa poesia, con quei verbi all'imperfetto.
Terminata a meraviglia dall'ultima strofa, elegante, che tre volte richiama l'oblio: "lo dimentichiamo", "tu hai dimenticato", "dimentico del gelo".
Ma inverni ed estati in natura si alternano. Tornerà l'estate, basta saperla vedere! |