Quanta amarezza in queste tue parole, cara Chiharu, nelle quali si percepisce tutto il dolore che esplode verso coloro a cui senti di aver donato un pezzo importante di te stessa e che, evidentemente, non hanno dato la valenza che meritava. Davvero ci si ritrova sfibrati dai comportamenti e dagli atteggiamenti altrui, di quella moltitudine di cui parli, che feriscono per l’incomprensione che mettono in campo con una nonchalance veramente disarmante.
Viene quindi solo voglia di trincerarsi in quel personalissimo, quanto pericolosissimo, guscio che è la Solitudine, poiché lì siamo soltanto noi con le nostre fragilità, non più a disposizione dei colpi che il mondo al di fuori può infliggerci. In questi momenti si comprende di non voler più sprecare quella che è la nostra essenza per qualcuno che non la capisce e magari la sottovaluta.
Un brano forte, tanto che mi è parso di udire l’urlo che proveniva dal tuo profondo, evocato dalle tue parole quanto mai puntuali, che non lasciano spazio a dissertazioni di vario genere, per questa condizione con cui, tuo malgrado, nonostante tutti gli sforzi fatti, ti sei dovuta scontrare e, conseguentemente soffrire, in quanto non è mai una vittoria capire che il mondo che sta al di fuori di noi ha una considerazione scarsa della nostra persona.
Spero tu possa riprendere il bandolo della matassa della tua vita e reagire per tornare padrona del tuo tempo e del tuo agire.
Un caro saluto. |