Recensioni per
Solitudine
di Chiharu

Questa storia ha ottenuto 13 recensioni.
Positive : 13
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
02/03/23, ore 18:04
Cap. 8:

Quanta amarezza in queste tue parole, cara Chiharu, nelle quali si percepisce tutto il dolore che esplode verso coloro a cui senti di aver donato un pezzo importante di te stessa e che, evidentemente, non hanno dato la valenza che meritava. Davvero ci si ritrova sfibrati dai comportamenti e dagli atteggiamenti altrui, di quella moltitudine di cui parli, che feriscono per l’incomprensione che mettono in campo con una nonchalance veramente disarmante.
Viene quindi solo voglia di trincerarsi in quel personalissimo, quanto pericolosissimo, guscio che è la Solitudine, poiché lì siamo soltanto noi con le nostre fragilità, non più a disposizione dei colpi che il mondo al di fuori può infliggerci. In questi momenti si comprende di non voler più sprecare quella che è la nostra essenza per qualcuno che non la capisce e magari la sottovaluta.
Un brano forte, tanto che mi è parso di udire l’urlo che proveniva dal tuo profondo, evocato dalle tue parole quanto mai puntuali, che non lasciano spazio a dissertazioni di vario genere, per questa condizione con cui, tuo malgrado, nonostante tutti gli sforzi fatti, ti sei dovuta scontrare e, conseguentemente soffrire, in quanto non è mai una vittoria capire che il mondo che sta al di fuori di noi ha una considerazione scarsa della nostra persona.
Spero tu possa riprendere il bandolo della matassa della tua vita e reagire per tornare padrona del tuo tempo e del tuo agire.
Un caro saluto.

Recensore Master
02/03/23, ore 07:53
Cap. 8:

È difficile scrivere una poesia arrabbiata e delicata al tempo stesso: ci vuole sensibilità, sguardo limpido, autocritica.
Vedo che ci sei riuscita pienamente, e mi unisco a te nella soddisfazione di avercela fatta, di esserti sfogata.

A mio modestissimo avviso le rime baciate sono sempre fascinose, anche se trovo i versi eccessivamente lunghi: occorre mettere il telefono in orizzontale per farceli stare :-) Ma ci sta, me li faccio piacere, fanno parte dell'irruenza che s'accompagna al momento di sconforto e di impeto creativo.
Peccato per l'ultimo verso, che non rispetta la rima e dà una lieve sensazione di finale affrettato.

Il contenuto è come sempre stimolante (ho riletto anche le poesie precedenti della raccolta), di quelli che fa sorgere tante domande, perché tocca visioni, paesaggi, atmosfere che tutti incontriamo durante il nostro cammino di turisti per caso: la vita.
Mi ha colpito particolarmente l'espressione "pezzi di me da donare", che riassume il senso di tutta la poesia, il sentirsi depauperati e defraudati.
Come se il nostro navigatore fosse incapace di ricalcolare la rotta.

È una sorta di circolo vizioso: per il ricalcolo occorrono nuovi dati, ma per avere nuovi dati occorre proprio quel confronto, quell'"offrire ascolto e comprensione" che è impossibile dentro il guscio.
Eppure se il navigatore è impazzito, forse la soluzione migliore è spengere il navigatore. Vivere senza memoria delle disillusioni di ieri. Vivere un po' bambini: piangono a dirotto eppure crescono felici.
Perdonami la digressione, perdonami le piccole critiche. Accetta i miei complimenti.
Un caro saluto.