Leggendo, mi sono immaginata Sibilla davanti allo specchio che si prende tutto il suo tempo per prepararsi mentre un nervoso e scalpitante Aberforth attende di portarla fuori per il suo compleanno. D'altronde, che sia per scegliere un abito o altro, Sibilla non fa una mossa senza prima consultare le sue indispensabili carte. Mi sono immaginata le maniere poco delicate di lui, forse la sua scarsa sensibilità, e il vuoto dentro di lei, la solitudine di una donna incompresa e lasciata da parte, magari trascurata, sottovalutata (infelice?). O magari, versione alternativa, edulcorata: magari c'è un gran bel rapporto, sicuramente particolare e peculiare, tra Sibilla e Aberforth, di complementarietà, ironia e sopportazione reciproca cementata da anni di conoscenza. Non saprei quale delle due versioni più si avvicina a quella da te pensata, sarei curiosa di scoprirlo. Nella sua essenzialità, mi è piaciuta; ben scelto quello da non dire. :)

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