Ciao Vale,
avevo messo da parte questo brano per leggerlo con calma attirata dal titolo e dal soggetto.
Ho apprezzato come tu abbia riportato la figura di Maria Antonietta, ormai reclusa nella Prigione del Tempio, in attesa che qualcuno scrivesse il suo verdetto e ponesse così fine alle sue sofferenze. Durante tutto il tempo in cui era stata imprigionata, era rimasta in compagnia dei suoi ricordi che la riportavano ad un mondo che, probabilmente, al di fuori di quelle mura spesse e buie, non esisteva più per come lo rammentava.
Tutto era cambiato, tutto era stato stravolto, era diventata, la sua vita, un’agonia senza fine, lontana dagli amati figli e dal marito, ormai soltanto l’ombra di se stessa, un fantasma, non più la donna bellissima e potente che aveva governato la Francia e che, se solo avesse ascoltato un po’ di più chi le stava vicino e le voleva davvero bene, come Madamigella Oscar, forse il decorso della sua vita sarebbe stato differente.
Oscar aveva fatto una scelta diversa e si era schierata dalla parte del popolo, pur essendo di nobili natali, e l’unico contatto con colei che aveva stimato e apprezzato era tramite le parole e le conversazioni intrattenute con Rosalie, la quale le aveva dato la notizia della morte di Oscar perita sotto il fuoco della Bastiglia.
Ora Maria Antonietta non è altro che un essere in frantumi, proprio come quello specchio che ha scagliato contro il muro e che le riportava il volto emaciato di una donna nella quale quasi non si riconosceva. Quei frammenti di vetro sono simili ai cocci che, metaforicamente, le si sono conficcati nella carne e continuano a portarle solo dolore per la sua attuale condizione e per non poter più contare su nessuna delle persone che sempre le sono state vicine e l’hanno amata.
Un tragico destino quello riservato a colei che era stata Regina di Francia.
One shot intensa che riesce a far pervenire al lettore tutto il sentire di questa donna in quei tragici momenti.
Un caro saluto. |
