È un vero peccato che questa poesia rimanga senza recensioni, perciò lascio qui alcuni pensieri che mi ha suscitato la lettura della tua opera.
Poesia… Non so se sia giusto chiamarla tale. Un po' troppo lunga, la vedo più come un qualcosa che sta a metà tra l'opera epica e la commedia. Un qualcosa ammantato di ricordo da riscoprire con mente commossa, che fa da ponte ideale fra Costa Rica e Milano, e che al tempo stesso ha il sapore della novità da scoprire con occhi vergini e cuore trepidante.
Una parabola il cui significato non è facile sviscerare: forse una ricerca inconsapevole dell'Albero che affratella tutti gli uomini fra di loro e col Creato.
Audace la rima èst-ovèst 😊, divertente "i sani pulli", geniale la descrizione del pappagallo in spalla ("in due partirono e in tre sono tornati, / pappagallo in spalla da veri pirati!"), ancora una volta a metà strada fra epica e commedia.
Una sola osservazione che suona un po' come critica ma è solo un impressione provata. Avrei preferito leggerla più armonica, con più attenzione per la metrica insomma. Alcuni versi suonano perfetti e cantati, come le dodici sillabe di "Succose delizie, il tamarindo e il mango", altri sincopati o ostici. Ma è solo la mia impressione, ripeto. |