Ehi ciao! Come stai?
Mi fa davvero piacere leggere questa tua nuova creazione artistica, come sai è sempre bello fare capolino nei tuoi versi e vedere cosa di volta in volta hanno da offrire.
Per certi versi questo tuo ultimo componimento mi ha ricordato l'ultimo che hai scritto: la parte iniziale difatti mi è parsa ermetica e malinconica proprio come il precedente scritto, ho scorto degli accenti molto introspettivi, psicologici, che, complice l'immagine allegata al tuo testo, hanno ottimizzato la mia immedesimazione nell'atmosfera che hai intessuto e in generale nella lettura. Ho avuto l'impressione, mentre leggevo, che ciò che hai scritto rispecchiasse il tuo attuale stato d'animo: mi è arrivata una forte ondata di soffusa nostalgia, unita a dolce melanconia. Sono dell'idea che quando scriviamo riversiamo all'esterno ciò che abbiamo dentro e che ci sentiamo meglio proprio perché scongeliamo emozioni sopite. Mi è piaciuta moltissimo la maniera in cui hai descritto le onde, cioè come delle entità capaci di stilare e sussurrare messaggi nascosti, affinché vengano alla luce e arrivino alla coscienza: davvero romantica. In generale la percezione che mi ha trasmesso il tuo scritto, così sfuggente e delicato anche nell'impostazione stilistica, è una sorta di ciclicità delle cose, "un gioco di luci ed ombre sulle increspature del mare": è come se il mare, nella sua immensità, riuscisse a cogliere e ad ascoltare il suono del nostro silenzio, l'eco del nostro dolore, e volesse offrirci un po' della sua consolazione nei momenti in cui non tutto va come vorremmo e ci capita di ritrovarci a camminare sulla battigia in balìa dei nostri stessi pensieri. È come se il mare fosse capace di capire com'è che ci sentiamo, come se già sapesse tutto e fosse pronto a custodire i nostri umori, le nostre apprensioni, le nostre lacrime. Parlo di ciclicità delle cose perché il mare assurge a guardiano del nostro animo, ha una funzione catartica e curativa per il nostro cuore, e difatti "porta via le lacrime" e "restituisce un incitamento a guardare oltre". Quando il mare assolve al suo dovere, le nubi passano e l'orizzonte si rischiara, segno che qualcosa dentro di noi si è smosso, come se tramite il suo potere purificatore ciò che prima ci faceva annegare nello sconforto si fosse mitigato. E poi, nel momento in cui si integra col resto dei contenuti della mente ciò che ci turba, la potenza emotiva di questo dolore trova un volto e si riduce: ci sentiamo subito meglio, rinvigoriti e rasserenati, e ci slanciano con sollievo e positività verso nuove destinazioni che ancora non conosciamo.
Non so se ho afferrato pienamente il senso delle tue parole, ma questo è ciò che mi hanno trasmesso. Sono situazioni nelle quali mi sono ritrovata fino all'inverosimile, e quasi sempre quando era presente con me anche il mare, per cui mi sono rivista alla perfezione in tutto ciò che hai scritto. È stato come rivivere qualcosa che ho già vissuto, qualcosa che quando finiva poi tornava di nuovo nella mia vita.
A presto!
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