Cara Lady Moon,
leggendo questi tuoi versi ho ravvisato in loro una infinita tristezza nonché una decisa, quanto radicata, chiusura, sia fisica, denotata da quelle porte chiuse, forse da tanto tempo e delle quali si sono perdute, o peggio, nascoste le chiavi, sia emotiva, nel non avere neanche la forza materiale per ristabilire un certo tipo di rapporto che deve essersi logorato, magari per incomprensioni delle quali non si sono volute capire a fondo le cause.
Presto o tardi però si dovranno riaprire quelle porte al fine di sfatare le paure che si pensa di trovarvi dietro, scoprendo che il Tempo, lavorando, abbia racchiuso della luce che potrebbe illuminare nuovi percorsi favorendo inusitati incontri.
Pochi versi ma che fanno innegabilmente e nuovamente riflettere.
Un caro saluto.

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Pochi versi, densi di suggestioni, rivolti a chi ci è vicino e ci appare con lo sguardo giusto, imparziale dell'inquisitore: "madre".
Come se il "me" si fosse fratturato in tante stanze, ricolme di ricordi ed emozioni passati, ma di cui non si sa aprire la porta, perché ne abbiamo perso la dimestichezza. Manca la voglia e la forza di ricrearla. Bello "la musica adatta", per una che vive la musica in maniera attiva.

Forse si avrebbe bisogno di nuove stanze, mai ancora aperte - non semplicemente da riaprire - nuove porte, mai girate su cardini vergini. Dove non c'è ancora niente da nascondere, ma tutto da scoprire, portare alla luce.
Un augurio e un abbraccio.

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