Recensioni per
Iris Wilsonii
di Nina Ninetta

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
14/09/23, ore 17:38

Ciao, dopo aver letto la tua recensione non potevo non passare a leggere la tua storia. Devo dire che mi è piaciuta molto l'aggiunta di questo pesante fardello che la accompagna per tutto il racconto, questo segreto che la logora perché prova tremendi sensi di colpa, aggravati dalle persone che ignare le dicono che è coraggiosa quando lei non si sente tale. Molto interessante il particolare del colore giallo, che le è rimasto impresso come una ferita di quella giornata, mi è piaciuto molto.
La storia è scritta molto bene e ti faccio i miei più sinceri complimenti e in bocca al lupo per il contest!

Recensore Master
07/09/23, ore 14:22

Ciao carissima, finalmente ci ritroviamo!
Credo che il vero trauma per Maia, quello che le ha causato il PTSD, sia stato non tanto lo squilibrato che le puntava contro la pistola (che comunque, intendiamoci, non è cosa da poco), piuttosto il fatto di scoprire parti di sè che non conosceva e che le risultano indegne e cattive. Tutti la considerano un'eroina, che ha difeso i bambini, e lei deve venire a patti con l'aver detto al killer "ammazza loro ma lascia andare me."
Non poco, obiettivamente.
Non è che si possa biasimare, come reagiamo nelle situazioni estreme lo sappiamo solo quando ci arriviamo, e di fronte all'istinto di sopravvivenza sono poche le argomentazioni che tengono, però capisco che nel nostro contesto culturale una cosa del genere sia sufficiente a generare un profondo disagio psicologico.
Maia lo affronta come può, anche grazie all'aiuto di una psicologa molto attenta e professionale, ma la sensazione è che quel nocciolo duro alla fine non sia risolto del tutto. Ho la sensazione che ci sia stato l'"Effetto Chernobyl", una buona colata di cemento e tutto è seppellito.
La frase finale di Maia, avrei voluto scappare via, è troppo asettica rispetto al reale svolgersi dei fatti. Sia chiaro, non è una critica a te. Penso anzi che tu abbia reso molto bene una modalità di fuga tipica di questo tipo di disturbi: offrire una parte per nascondere il grosso.
Quindi molto brava, hai scritto una bella storia, piacevole e interessante.
In bocca al lupo per il contest!

Recensore Junior
24/08/23, ore 20:16

Ciao! 
Ho trovato finalmente qualche minuto libero per leggere la tua storia per il contest e passo a recensirla.
Da dove cominciare?
Non è certamente semplice approcciarsi a una storia del genere. Prima di tutto ti faccio i complimenti per come hai gestito il prompt dell'apatia: si sente tutta ed è tangibile il disagio provato dalla protagonista. Non è assolutamente scontato secondo me, dato che ci approcciamo alla scrittura per descrivere e far provare un'emozione, ma in questo caso serviva descrivere l'assenza di quest'ultima e quando questo accade credo che bisogna essere molto bravi nell'immedesimarsi e non far trasparire il sentimento di chi scrive.
Apprezzo anche il tema che hai trattato e come lo hai fatto, secondo me assolutamente non banale.
Lungi da me dal fare considerazioni fuori tema, ma è molto semplice scagliarsi contro chi compie un determinato gesto, senza considerare la responsabilità e il peso sociale che certe nostre azioni possono innescare.
Leggendo la tua shot mi è venuto in mente un caso molto famoso, ovviamente mi riferisco alla Coloumbine. In quel caso sono sicura che si sarebbe potuto evitare quel massacro e per questo apprezzo il tentativo di sensibilizzare noi collettività.

Per quanto riguarda il dilemma che hai posto nei confronti della protagonista, quello è stato un vero pugno nello stomaco e penso che continuerò a pensarci per molto tempo. E' un dilemma morale non da poco ed è riuscito a farmi riflettere dandomi un bel mal di pancia, penso che questo fosse nelle tue intenzioni, per cui complimenti.

La forma è diretta e dritta al punto, apatica e la narrazione è serrata e fredda come una macchina ed evoca fortemente la sensazione di passività, indolenza e il moto d'inerzia che spinge la protagonista a continuare a vivere.
Il messaggio finale è molto agrodolce, se da un lato la speranza di poter lenire la propria sofferenza con la terapia da un po' di tregua e respiro, dall'altra la consapevolezza di quel gesto sarà sempre ciò che marchierà a vita la coscienza della protagonista, che imparerà a convivere con quel memento.

Ti faccio nuovamente i miei complimenti e ti auguro il meglio in entrambi i contest!
A presto,
Child of the Moon

Recensore Veterano
15/08/23, ore 18:38

Ciao Ninetta!

Appena ho visto sul forum che avevi pubblicato la storia, sono venuto a leggerla, e devo dire che mi è piaciuto il modo in cui hai trattato l'argomento. Maia mi ha coinvolto sin da subito, perché l'ho trovata un bellissimo persaggio, ricco di sfumature, e perché ero curioso di scoprire quale evento l'avesse sconvolta.
Ho trovato buoni anche il ritmo narritove e lo stile di scrittura.
La psicologa ha di certo adottato una terapia d'urto e sarei curioso anch'io di sapere se ha agito in modo deotologico, però ha sviscerato per bene i problemi della paziente.

C'è però un dubbio che mi porterò dietro a lungo pensando a Maia: la sua supplica indecente è perdonabile oppure no? Voglio dire, il sollievo perché il ragazzo stava prendendo di mira i bambini lo avrei ritenuto giustificabile, ma lei mi sembra aver fatto ben di peggio. Tant'è che se a uno degli studenti tornassero in mente le sue parole... beh, anche nel dubbio che questo possa accadere, trasferirsi in una nuova scuola la riterrei una scelta ragionevole.
Certo è che in simili situazioni la vigliaccheria può venir fuori brutalmente. Boh, giudicandola nel complesso e non essendo coinvolto direttamente nei fatti, io la perdonerei. Ma se fossi stato io a fare quella proposta, riuscirei a perdonarmi? No, piuttosto seppellirei il ricordo e mi vergognerei di me stesso ogni volta che mi sovviene alla mente. Uhm, si, questa storia mi ha coinvolto davvero molto...


Complimenti e in bocca al lupo per i tuoi contest!