Eccomi qui!
Ho letto spesso del POV di Armin nelle tue storie, quindi poter leggere da quello di Eren è stata un'esperienza nuova ma, al contempo, familiare.
Questo perché il modo in cui Armin appare ai suoi occhi riflette il personaggio per ciò che è realmente: un ragazzo insicuro che non si rende conto dell'infinito potenziale che possiede, cosa di cui invece Eren è fin troppo consapevole e infatti uno dei suoi desideri è quello che Armin inizi a valorizzarsi di più.

Trovo molto realistico il contesto nel quale si svolge la storia, anche perché se già è capitato una volta con Khrista/Historia, chi lo dice che non può succedere di nuovo che dei banditi prendano di mira altri ragazzi?
Il loro obiettivo era una ragazza, lo si evince dal modo in cui parlano di Armin, ma in ogni caso per loro “la merce è comunque merce”, non importa chi sia, l'importante è che frutti qualche guadagno.
E qui entra in gioco un fattore molto importante, ovvero che i mostri non sono solo al di fuori delle mura, sono anche al loro interno e, purtroppo, sono degli esseri umani senza scrupolo alcuno.

La condizione di Armin appare critica, almeno agli occhi di Eren, e quando lo salva mi si è stretto il cuore nel leggere che si dà la colpa per aver aggravato la sua ferita con quella corsa forsennata.
Al contempo, però, fa di tutto per salvarlo, anche se non si ritiene un esperto in cure mediche, perché è conscio che senza Armin non può andare avanti.
Anche l'accenno alle anime gemelle indica quanto i due ragazzi siano legati e di quanto il loro rapporto sia unico e speciale.
Sono felice che alla fine Armin si sia un po' ripreso, quantomeno la ferita ha smesso di sanguinare ed è già qualcosa.
Superata quella fredda notte, sono sicura che i compagni li ritroveranno già alle prime luci dell'alba.
Una bella lettura, complimenti e alla prossima!

M a k o