Cari Menestrelli,
con questa poesia avete toccato e trattato una tematica con la quale si potrebbero riempire intere pagine: il corpo e la mente, binomio inscindibile che, per buona parte della nostra vita ci accompagna in piena sintonia, poi, ad un certo punto, comincia ad accusare i primi colpi del tempo che passa, e il corpo subisce e non riesce ad essere più reattivo come invece la mente imporrebbe. Ecco che allora, talvolta, il percorso si scinde: il corpo vede il suo lento decadimento mentre la mente è ancora vivace e vitale e, forse, proprio grazie alla forza che da quest’ultima traiamo, possiamo mantenerci a galla e trovare la giusta chiave di lettura per arrivare ad ottenere quell’ottimale grado di equilibrio che possa farci sopportare le tante magagne che inevitabilmente, presto o tardi, andiamo ad incontrare.
La nostra esistenza diventa pertanto una autentica palestra, nella quale tentiamo di destreggiarci al meglio affinché corpo e mente mantengano pressoché inalterata la loro interazione, ma ci sono percorsi che vanno oltre noi e tutto ciò, talvolta, risulta impossibile da mantenere.
Questo vostro verseggiare è stato propedeutico alla riflessione, ed è fortunato chi è in grado di mantenere corpo e mente equamente efficienti da non dover provare il disagio del malessere o di uno o dell’altro.
Un caro saluto ad entrambi. |