Il tema del doppio, del non me, del non conosciuto, ignoto, che questa volta non fa paura (forse), ma fa rabbia. L’impeto quindi ad espellerlo perché l’altro da sé non è voluto, né desiderato, ma diventa 1) portatore di delusione 2) un simbolo di fallimento.
La rabbia e la disillusione è il sentimento che si legge forte e chiaro per ogni rigo di testo, ed è potente, graffia nelle imprecazioni di Kelly. Di grande impatto è il nome che la protagonista sceglie per la sua bambola di pezza, però umana, per Maddie. Quasi come se Kelly avesse voluto far rivivere un giocattolo nella sua versione umana e si illudesse, come quando era bambina, suppongo, di poter controllare un oggetto però fatto di carne.
Il dottore parla, ma si vede un distacco netto di Kelly, non le interessa niente di ciò che sta dicendo se non andare a contestare l’unica clausola che potrebbe portare alla perdita del suo giocattolo, il distacco emotivo è tale che Kelly pare una persona isolata dal mondo intero, capace di investire solo in chi potrebbe darle esattamente quello che vuole. Non ci sono riferimenti a un lavoro, una passione, un contatto che Kelly potrebbe avere con la vita al di là di Maddie. Come se Maddie fosse l’unico spiraglio capace di darle aria, ma, al pari di quella finestra, non funzionasse abbastanza bene. I soldi del padre di Kelly non bastano però, né per riparare la finestra, né per riparare i “malfunzionamenti” che Kelly vede in Maddie. Tocchi un tema molto forte, il desiderio di controllo sull’altro per avere una quotidianità sicura, tranquillizzante, prevedibile, un desiderio disilluso di fronte alla vastità delle persone con cui invece si entra in contatto.
Sono passata qui grazie al contest delle stagioni, auguro anche a te un grande in bocca al lupo!
Alla prossima! |