Ciao, cara!
Ti lascio qua il commento che ho scritto per la All Together Challenge!
Ho trovato questa storia molto interessante.
Sicuramente l’aspetto migliore è la caratterizzazione di Narcissa, a mio avviso resa in maniera magistrale. Descritta come una moglie esemplare, diligente, eppure che cova così tanto rancore, così tanto astio. L’impressione che mi ha dato per tutta la storia è quella di una persona che vorrebbe davvero tanto urlare, ma non può.
Mi è piaciuto molto come nemmeno alla fine, quando ottiene ciò che vuole, cioè di liberarsi di un matrimonio che non è altro che una catena, non sia comunque soddisfatta, anzi. Non c’è nessun sollievo. È un particolare che ho trovato decisamente realistico e verosimile.
La tresca di Lucius con Pansy è un altro dettaglio molto carino che arricchisce la storia e va oltre il pacchetto. Tresca abbastanza importante da far sì che Lucius decida di lasciare la moglie, cosa nient’affatto scontata nella società Purosangue.
Ci sono due aspetti che però non mi hanno convinta al 100% e che voglio evidenziare all’autrice, più come suggerimento stilistico per il futuro che come critica, perché di fatto non rovinano il suo scritto. Il primo aspetto che ammetto non avermi convinta è l’immagine delle “gocce di ragnatela”: per mio gusto personale, non è incisiva né perfettamente riuscita. È forse un po’ troppo metaforica, anche se ho amato molto tutti gli spunti che ne sono derivati, come gli incubi che da bambina spaventavano Narcissa – che però obbediva alla madre e non aveva paura, da brava bambina Purosangue diligente (un dettaglio squisito sulla sua caratterizzazione!) – o il fatto che nel suo matrimonio si senta imprigionata come nella tela di un ragno.
L’altro aspetto che secondo me poteva essere gestito diversamente è la formattazione. A mio parere, non è una scelta vincente dividere in piccoli paragrafi e tenere tutto allineato sulla sinistra. La flash è stra piena di frasi taglienti e d’impatto che avrebbero dovuto essere sottolineate meglio anche visivamente. Mi spiego meglio: “Se resti, è per fargli del male”, cavolo, è una pugnalata. Questa l’avrei messa in corsivo o a capo, se non direttamente allineata sulla destra o al centro, proprio per farla risaltare. O ancora: “Il fatto che ti guardi negli occhi è addirittura doloroso. La sua serenità è una pugnalata.” o il finale o quelle due righe di dialoghi, e tante altre – non sto a citarle tutte se no copio-incollo tutta la flash. L’autrice ha steso il racconto come fosse quasi un flusso di coscienza ed è una scelta che rispetto, ma penso che, se avesse giocato di più con i corsivi e gli allineamenti, la storia sarebbe risultata più d’impatto e ancora migliore. Spero che trovi utile i miei consigli!
A presto!
Un bacio,
Mary |