Premetto che quando ho cliccato sull'elenco di lettura di Google, e selezionando la pagina con la tua nuova raccolta ho trovato scritto il messaggio "La storia che stai cercando di vedere non esiste più su EFP." mi è venuto un colpo. Cattiva, cattiva!
Sono molto lieta di essermi sbagliata, invece! Devo ammettere che questa triade di poesie funziona meglio se queste sono separate le une dalle altre, sia per la questione del rating che per l'impatto che, affrontando ogni lettura singolarmente, ognuna di esse lascia nel lettore.
Ho amato alla follia queste poesie. Ho fatto mio il loro messaggio e, nonostante siano passati anni da quando i sentimenti ivi descritti bruciavano dentro di me, la loro memoria resta nitida e severa come un monito.
"In punta di piedi" affronta la timorosa speranza di un amore che non presagisce nulla di buono; anzi, fa soffrire ancora prima di essere cominciato. Una sorta di grido d'allarme, prontamente ignorato da un cuore troppo affamato d'amore e affranto da indifferenza e solitudine per potersi lasciarsi sfuggire un'occasione tanto ghiotta.
Ho particolarmente apprezzato "Inverni" ed "Estati" scritti in maiuscolo, come fossero due entità con i quali il lettore/autore ha un rapporto privilegiato; come se, avendoli vissuti in solitudine per così tanto tempo, fossero diventati la sua unica compagnia. Dona loro anche un'aria di solennità, secondo me.
Se avessi letto "Benzina." nel 2019 sarebbe stata una delle mie letture di conforto, assieme a "La Casa degli Spiriti" e, se proprio vogliamo osare, il testo di "Snuff" degli Slipknot. Ovvero, una tra le opere che più rispecchia i sentimenti della me di quel periodo. Davvero, mi è sembrato che avessi preso i miei ricordi e li avessi trascritti in questa poesia. Lo stile schietto, quasi aggressivo, volto a denunciare tutto il dolore senza lasciar spazio a filtri o convenevoli mi ha conquistata. Ho amato le espressioni "trapassano le ossa" e "mi avresti spolpato l'anima come un cadavere"; mentre
-non ti importa di tutte queste maschere,
che ho indossato anche quando mi stavano strette,
-anche quando ti insinuavi sinistro nei miei sogni più bui
-senza sapere che il male che tu, smielato e crudele,
con disinvoltura chiamavi amore
in realtà, a conti fatti, aveva tutt'altro nome.
vivranno nella mia mente rent-free.
"Realtà", sotto la quale lascio questa recensione, è invece specchio di quel buonsenso ritrovato, l'epifania del ritorno alla ragione e alla considerazione di sé stessi e del proprio benessere. Il momento in cui finalmente ci togliamo gli occhiali rosa e riusciamo a vedere le macerie tutt'attorno. Qui si ha quella sensazione di essere in bilico tra il nostro io distrutto, bisognoso di andare avanti e la consapevolezza che quella sofferenza non potremo mai lasciarcela alle spalle del tutto. Siamo chini a raccogliere i pezzi, a tirare le somme e scoprire che, inevitabilmente, quest'avventura ci ha lasciato con i conti in perdita. Eppure, in questo panorama di dolore c'è comunque il sole; la sofferenza è espressa all'imperfetto, qualcosa che era e che adesso è solo un ricordo amaro.
Ho apprezzato molto la domanda aperta alla fine, che prelude al gran lavoro su sé stessi che puntualmente segue una storia di grande sofferenza.
Ho anche notato un costante riferimento all'acqua, richiamata dalle lacrime delle prime due poesie e dagli acquitrini e il mare della terza. Se per Foscolo l'acqua è la bellezza, per il lettore/autore di queste poesie è la tacita ammissione del dolore.
Insomma, questa raccolta snodata non poteva essere che il tuo Canto del Cigno, e a dirla tutta non mi aspettavo nulla di meno da te. Riesci sempre a trasportarmi nei tuoi mondi e a farmi scoprire te e riscoprire me stessa. Spero che la stesura di queste poesia sia stata piacevole, perché per me è stato piacevolissimo leggerle!
Un bacio <3 |