Caro Bilbo,
davvero curioso questo tuo ultimo componimento che mette in risalto di quanta sensibilità si abbia bisogno anche nelle piccole cose di tutti i giorni perché la fragilità che ci compone è sempre in agguato.
Doverosa è la premessa, sorta leggendo e intrufolandomi tra le parole, che la mia sia una interpretazione del tutto personale e non è detto che fosse quella che volevi trasmettere.
Questa volta hai creato un paragone con un calice di vino il quale, per venire assaporato al meglio, deve essere trattato con cura, come si fa con le cose preziose.
Lo hai preso tra le mani, quasi volessi cullarlo: lo hai scaldato con il calore delle mani e, facendolo roteare, osservando i perfetti e begli archetti che si andavano formando, il vino ha sprigionato il suo magico bouquet e ti ha rapito portandoti a ricordare momenti e situazioni, associati a persone e luoghi.
Bisogna approcciarsi al vino con rispetto, occorre conoscerlo per apprezzarlo in tutte le sue sfumature, valutandone la trasparenza e la consistenza, proprio l’atteggiamento che bisognerebbe utilizzare con le persone affinché pericolose macchie o peggio tagli di vetro possano compromettere ciò che si è appena vissuto.
Non so se l’ arzigogolata interpretazione possa convincerti, ma questi sono i rimandi e i pensieri elaborati dalla mia mente a cui piace ogni volta scavare al fine di trovare significati in ciò che legge.
Apprezzatissima poesia che permette di vedere al di là del tangibile e visibile.
Grazie per la riflessione e un affettuoso saluto. (Recensione modificata il 21/02/2024 - 11:18 am) |