Il fascino delle tue poesie è quello di essere semplici, alla portata di tutti, modeste (in senso positivo), eppure ricche di contenuti. Ma mi sto ripetendo, credo di averlo già detto.
Forse più personale del solito questa, e dunque più preziosa, più commovente. Condivisibile, perché il labirinto “chiamato depressione” ha innumerevoli entrate e tutti prima o poi ci finiscono. Uscirne non è impossibile, anche se la via d’uscita non si vede.
Lievemente singhiozzata, con quei “questo”, “senza” a fine verso.
Sa farsi voler subito bene, perché il “grido d’aiuto” non è strillato. Suona quasi come una preghiera, senza insistenza, senza diritti accampati.
Un abbraccio.
P.S.
Ancora non riesco a capire le tue maiuscole a inizio verso: presenti nei primi cinque versi, assenti in tutti gli altri. Ma forse sono io in errore quando cerco di capire troppo. |