Cara Kamony,
in questi tuoi versi si respirano, parimenti, amarezza e dolore, i quali sono espressi molto bene e a chiare lettere.
Un punto di non ritorno sembra essere stato toccato.
Qualcosa di importante si è concluso ma, forse, il concetto di importante, sentito, vero, era solo per una delle due parti in causa.
Incapace l’uno di ascoltare, provando a mettersi nei panni dell’altra, ha decretato la fine di un rapporto che all’inizio prometteva di essere quel qualcosa che, probabilmente, si pensava fosse per la vita.
Le strade si sono divise con il carico di disperazione che hanno lasciato.
Ora non c’è più possibilità per essere un “noi”, distrutto da comportamenti sbagliati o troppo leggeri.
Ma non bisogna abbattersi, il cammino è ancora lungo e sul nuovo percorso si potrebbero incontrare elementi che aiutino a guardare avanti con una prospettiva nuova e differente, mettendo in pole position se stessi, almeno per un momento, al fine di ritrovare la giusta stabilità emotiva per godere di quanto di bello il futuro e la vita possono offrire.
Spero di non essermi addentrata in un territorio troppo privato, ma il grido avvertito nelle parole mi è giunto forte e chiaro, dandomi la grande opportunità di riflettere sulla difficoltà che spesso si incontra nell’intrattenere rapporti.
Anche il titolo è espressione della volontà di non lasciarsi trascinare, come in balia degli eventi, ma di reagire mettendo un punto fermo per poi ricominciare da se stessi.
Complimenti per la forza espressiva che hai messo in campo.
Un caro saluto. |