Recensioni per
Fortuna favet
di Afaneia

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
30/04/24, ore 18:56

PRIMA CLASSIFICATA AL "CONTEST INTROSPETTIVO"

VALUTAZIONE DI ELLI2998

Scrittura: 9/10 

Grammatica: 3/3 
Non posso non assegnare punteggio pieno perché a parte qualche minuscolo refuso, come la mancanza dell'articolo “la” nella frase: “la mia bocca piena di sangue e (la) terra aprirsi” oppure una frase che non suona al meglio anche per il posizionamento del “che”, (questa nello specifico: “giro il capo lentamente, guardando ovunque al di fuori che verso dov’era la mia gamba”) è un testo che non presenta particolari problematiche dal punto di vista della grammatica. 

Stile e Lessico: 6/7 
Mi sono piaciuti sia lo stile che il lessico utilizzati, danno corpo ad una storia in cui il pensiero della narratrice risulta sempre molto intimo, personale e coerente con il suo essere un racconto introspettivo. È solo in apparenza uno stile semplice, può dare questa impressione per una scelta diretta e pulita dei termini utilizzati, perché il linguaggio non è mai troppo saturo o inutilmente arzigogolato, ma anzi è immediato e 
fresco, pulito appunto. Considerando anche che siamo nella mente di una ragazza che sta vivendo sulla sua pelle una situazione drammatica che le provoca una constante ansia e preoccupazione, di conseguenza il suo linguaggio non può che essere chiaro e netto. Lo stile è senza dubbio scorrevole e godibile, ci sono alcune frasi, come quella di cui ho fatto l’esempio nel criterio precedente, che non suonano al meglio, non scorrono del tutto in modo fluido, e magari possono essere leggermente aggiustate, ma non parliamo di casi frequenti. 

Storia: 8/10 

Trama: 3/4 
La trama di questa storia viene rivelata totalmente a poco a poco, raccogliamo informazioni con la lettura e ciò che sappiamo dall'inizio sono le informazioni "base" per poter iniziare a comprendere la vicenda. Sappiamo che la narratrice ha subito un incidente e a livello fisico ha delle serie problematiche, come sappiamo che l'incidente riguarda una moto e sopra a questo il fatto che la ragazza è convinta di aver frenato, ma non sa spiegarsi come è potuto accadere tutto questo. A questa base, che fino ad un buon punto della storia resta tale quindi non si aggiungono altri punti se non raramente, si appoggia il lettore, che però intuisce fin da subito che c'è molto altro rispetto a quello che viene presentato. Hai fatto un ottimo lavoro nel riuscire ad incastrare tutti i pezzi e a colpire con un finale sorprendente e davvero ben riuscito. Sono sincera nel dire che nei primi momenti post lettura la battuta di Jona che è il perno della risoluzione della vicenda, la motivazione del suo gesto, non mi aveva convinta del tutto perché mi sembrava improvvisa e in contrasto con l'immagine del personaggio, poi riflettendo a freddo e rileggendo il racconto ho cambiato idea anche se un poco questa sensazione è rimasta. La mia opinione in parte è cambiata però perché i personaggi presenti (ne parleremo meglio nel criterio successivo) hanno una duplice interpretazione, nulla è come sembra fino alla fine anche e soprattutto per lo stato in cui si ritrova la narratrice. 
Certo, come scritto sopra le motivazioni di Jona non restano del tutto convincenti per 
me, più che altro perché la battuta che spiega il suo gesto resta inserita in modo abbastanza brusco e inaspettato. Jona ci viene presentato come un ragazzo molto lontano da un individuo come quello che si rivela alla fine e non c’è mai un momento 
nel racconto in cui viene inserito un indizio che può posizionare un piccolo mattone nel muro di sospetto del lettore, non c’è mai un segnale che possa mettere la classica pulce nell’orecchio perché appunto i personaggi hanno una duplice interpretazione, e se da una parte questo è un punto a favore, dall’altra non permette al lettore di avere un sospetto concreto. 

Personaggi: 5/6 
Parliamo un poco della duplice interpretazione a cui ho fatto riferimento nel criterio precedente. Quello che intendo dire con questa descrizione è che il modo in cui si comportano i personaggi, pensando a questo sospetto del lettore e della narratrice su quello che è accaduto, può essere sia un comportamento sospetto, sia un comportamento normale. Non sapendo con precisione quello che è successo, possiamo pensare che le ragazze piangano disperate perché forse hanno commesso un qualche tipo di torto nei confronti della narratrice, forse c’entrano con l’incidente, e hanno paura delle ripercussioni in caso di morte della ragazza. Ma possiamo anche pensare che piangano perché sono sinceramente tristi e spaventante per il destino della loro amica. Stesso discorso per Jona, è l’unico a restare freddo e a saper gestire gli altri in questo momento critico, possiamo pensare che ciò avvenga perché lui è un medico quindi l’unica figura in grado di curare la ferita, ma può anche essere avvertito come un comportamento sospetto. Ho apprezzato molto questa scelta e come è stata gestita questa duplicità perché fino all’ultimo lascia campo libero sui sospetti senza mai indirizzarli precisamente, avrei però gradito uno scavo maggiore per quanto riguarda il personaggio di Jona e le sue motivazioni, avrei voluto comprenderlo maggiormente. 
Resta il fatto che i personaggi nella tua storia restano un punto interrogativo fino alla fine e questo genera continue domande che tengono sempre vivo l’interesse del lettore. 

Elementi presi dalle liste: 13/15 

Pensiero: 3/5 
Il pensiero risulta eseguito in modo eccezionale in parte, soprattutto quella riguardante il fatto che “le cose non siano realmente come sembrano”. Perché per tutto il racconto questa sensazione resta presente e crea appunto il sospetto generale di cui abbiamo parlato nei criteri precedenti, tra l’altro è resa in modo davvero vivido. L’altra parte del pensiero, ovvero l’avere “la sensazione inquietante che qualcuno mi stia osservando” non è resa a mio vedere in modo così fedele all’elemento scelto, perché la narratrice vive sì una situazione in cui è sempre osservata, soprattutto da Jona, ma non viene avvertito come uno sguardo inquietante, ma più come una compagnia rassicurante, anzi in vari momenti la narratrice spera di avere qualcuno vicino ed è appunto terrorizzata dall’idea di restare sola. 

Situazione o ambientazione: 5/5 
Beh che dire, assolutamente rispettata e resa in modo ottimale la situazione dell’amputazione di una parte del corpo senza anestesia. Tra l’altro la scena in cui ciò 
accade è descritta in modo ottimo, molto vivido, sensoriale, è facile entrare in questa scena, ottimo lavoro. 

Tre sensi: 5/5 
Anche qui mi ritrovo a farti i complimenti perché uno dei punti forti di questa storia sono proprio i sensi e il modo in cui tutto viene filtrato attraverso lo sguardo, o meglio le sensazioni, della narratrice che si aggrappa ad ogni senso per sentire e avere un qualche tipo di approccio con una realtà che sta scivolando via e che sente di non riuscire a trattenere. Tutti e tre i sensi scelti (quindi vista, udito e tatto) vengono messi 
in risalto al meglio, ma trovo che l’udito e il tatto in particolare spicchino maggiormente. 

Gradimento Personale: 5/5 
Ho adorato la tua storia, raramente assegno punteggio pieno nel criterio del gradimento personale proprio perché di rado mi imbatto in una storia che mi piaccia al 100% senza obiezioni, ma in questo caso sento di poter tranquillamente assegnare questi punti. Mi è piaciuto, sopra a tutto, il modo vivido in cui hai messo in risalto le sensazioni della narratrice, che diventano anche quelle del lettore che viene così facilmente catturato dall’ambiente, dai suoni, dalle immagini e dalla tensione presente in questa storia. Si viene trascinati dentro fin da subito e mentre il sospetto ci corrode, la narratrice continua la sua corsa verso la ricerca della verità. Una storia davvero ben riuscita! 

Totale: 35/40

Grazie mille per la partecipazione!

 

Recensore Junior
30/04/24, ore 15:43

Prima classificata al Contest Introspettivo indetto sul forum di EFP

VALUTAZIONE DI INKY_CLOUDS

Scrittura: 10/10

Grammatica: 3/3
In generale la grammatica è molto buona. Ti segnalo solo alcune minuzie che ho trovato, nulla di abbastanza grave per abbassare il punteggio.
Non ho apprezzato particolarmente l’abuso di “colle/colla” al posto di “con le/la” (colle braccia scompostamente sotto il mio corpo; colla sensazione; colla forza della mia bocca), ma immagino sia stata una scelta quasi obbligata dato il limite di parole.
“a una sola parte del mio corpo provo calore” penso che qui la frase risulterebbe più scorrevole scrivendo semplicemente “provo calore su di una sola parte del mio corpo”; lo stesso suggerimento lo darei in “ovunque altro ho freddo” consigliando di cambiarlo in “in tutto il resto del corpo ho freddo”. Questi non sono errori veri e propri, ma sono formule poco lineai e che per questo suggerirei di modificare.

Stile e lessico: 7/7
Lo stile mi è piaciuto moltissimo: crudo, spietato, quasi ossessivo… ma anche delicato laddove necessario. La brutalità del dolore si scontra con la fragilità della protagonista e il suo bisogno di compagnia, di non rimanere sola, di sentirsi protetta nonostante tutto.
Ho adorato soprattutto il dettaglio presente in questa frase “È Jona il medico, tra noi. Jona sa quello che fa: a me non resta che cercare invano di gridare perché non voglio che –
Sento la lama penetrare nella mia carne…”
La frase si spezza, va a capo, la stessa sintassi entra in empatia con il dolore della sua protagonista e il focus si sposta violentemente sul dolore. Dal pensiero razionale e dalle auto-rassicurazioni, al puro e semplice dolore. Si tratta di un dettaglio, ma l’ho veramente amato perché l’ho trovato geniale.
Seppur abbia apprezzato moltissimo sia lo stile che il ritmo del racconto, devo ammettere che alcune frasi le ho trovate un filo troppo ripetitive (anche nell’ottica dell’ossessione che fagocita la protagonista) soprattutto all’inizio: “non ho trovato voce né urla. Il dolore era tale che la mia voce non mi bastava. Ho sentito gli altri affollarsi tutti attorno a me, sopra di me; ho udito le loro voci indistinte, frenetiche, li ho sentiti urlare – non urlate voi, avrei voluto dire; vorrei urlare io; ma non ho voce né parole.”. Qui la parola “voce” viene ripetuta molte volte come viene ripetuto il fatto che la protagonista sia stordita e non riesca a parlare; in sé la ripetizione ci sta, ma trovo che il problema stia nel fatto che viene ripetuta sempre nello stesso identico modo e sempre con le stesse parole.

Storia: 9/10

Trama: 4/4
Ho adorato il modo in cui lentamente, quasi in sordina, emergono gli indizi che sia Jona il vero colpevole… prima arrivano i sedativi, poi il laccio emostatico e infine il fatidico bisturi. Perché un ragazzo che va in gita con gli amici dovrebbe aver dietro tutto questo arsenale? Questa domanda dovrebbe sorgere spontanea, ma ero talmente rapita dagli avvenimenti che quasi non ci ho fatto caso: esattamente come la protagonista, queste considerazioni hanno solo solleticato una parte del mio cervello, concretizzandosi con estrema cautela. Come dicevo anche prima, i dettagli sono lì in bella vista e pronti per essere colti, ma si è talmente rapiti dalla narrazione che li si accantona quasi in automatico. Veramente un’ottima gestione della trama, complimenti!
Unica cosa non mi convince troppo: il bisturi. Non sono del settore, ma dalle ricerche che ho fatto è emerso che un bisturi è una lama troppo corta per poter addirittura recidere un osso. Qui abbiamo una piccola incongruenza anche se capisco che, per Jona, portarsi dietro una sega da amputazioni sarebbe stato un filino anti-sgamo…
Sul dialogo finale tra la protagonista e Jona mi sento di darti un consiglio: ti suggerirei fortemente di sfruttare molto di più il non-detto per creare ulteriore tensione. Mi spiego meglio… in certi punti alcune frasi del testo “spoilerano” in maniera esplicita la colpevolezza di Jona ancor prima che lo faccia esplicitamente il personaggio (“Un’ombra gli attraversa il viso per un momento”; “«Era troppo alta» risponde Jona senza convinzione”). Quello è un passaggio estremamente delicato, la stessa protagonista si attacca ancora all’illusione che tutto possa essere una sua semplice paranoia (“Se mentisse, gli crederei, perché la verità è troppo orribile e tutto di me vorrebbe continuare a credere che le mie non siano che allucinazioni e deliri del dolore…”); ma il testo non riporta tale ambiguità, il testo attraverso le frasi che ti ho indicato ha già gridato inevitabilmente la reale colpevolezza di Jona. Ecco perché ti suggerirei di giocartela di più col non-detto, così da arricchire le battute finali del testo con ulteriore tensione.

Personaggi: 5/6
La protagonista è resa semplicemente alla perfezione: il suo dolore è il nostro dolore, così come la sua paura, il suo disorientamento e il suo senso di solitudine. Anche le altre comparse (Ariel e Jessica) sono state rese molto bene. Il panico dilaga in tutto il gruppo e sei riuscita a renderlo in maniera eccellente.
Il personaggio di Jona, invece, secondo me meritava un po’ di approfondimento verso il finale. Le sue motivazioni mi sono sembrate abbastanza abbozzate, quasi sbrigative: si scopre che il responsabile di tutto è lui e il testo finisce subito dopo. Da un lato capisco le motivazioni che probabilmente ti hanno spinta a questa scelta nella gestione del personaggio (il limite di parole, il fatto che il focus dovesse restare sulla protagonista e, soprattutto, il fatto che la follia non ha bisogno di motivazioni logiche), però confesso che avrei preferito che il dialogo tra i due portasse a un maggior approfondimento del personaggio.

Elementi presi dalle liste: 13/15

Pensiero: 3/5
Il pensiero che avevi scelto era “Ho questa inquietante sensazione che qualcuno mi stia osservando e che le cose non siano realmente come sembrano”. Per quanto la storia sia ben scritta e mi sia piaciuta molto, ho trovato mancasse una parte del pensiero.
La parte del “le cose non sono davvero come sembrano” c’è e, come già detto nella Trama, è gestita magnificamente, ciò che manca al racconto è “l’inquietante sensazione che qualcuno mi stia osservando”. La protagonista è osservata da Jona e dai suoi amici, ma questo sguardo è positivo per la ragazza, lei stessa dice in più occasioni che si sentirebbe persa se rimanesse sola e trova nella compagnia degli altri una consolazione.
Il sospetto c’è, è ben presente e motivato, si capisce che qualcosa non sta andando nel verso giusto, ma manca completamente l’inquietudine nel sentirsi osservati.

Situazione o ambientazione: 5/5
L’amputazione è stata resa benissimo così come sono stati resi ottimamente tutti i vari passaggi che hanno portato a tale amputazione. La caduta, la sensazione di cadere, gli incubi costanti, la cancrena che lentamente avanza, la paura di sentire la carne puzzare e, infine, la carne tagliata, i tendini mozzati, l’osso reciso… l’ho riletta un paio di volte ed entrambe le volte mi sono venuti i brividi.

Tre sensi: 5/5
Il senso che hai gestito meglio fra tutti è stato senza dubbio il tatto, il dolore pulsante che penetra le carni. Anche l’udito e la vista sono stati gestiti in maniera eccellente anche se, forse, con un filino di originalità in meno. In generale, sotto questo punto di vista hai fatto un lavoro eccellente e non penso ci sia molto altro da aggiungere.

Gradimento personale: 5/5
Come si sarà probabilmente intuito, questo testo mi è piaciuto moltissimo e l’ho trovato semplicemente stupendo. Forse uno dei più belli che ho letto ultimamente.

TOTALE: 37/40

Recensore Master
29/03/24, ore 14:10

Ciao!
Sto facendo un giro di tutte le storie che partecipano al Contest e sono arrivata da te!

Cosa dire della tua storia, se non che è estremamente fisica? Si sente /tutto/, é viva, palpitante, guizzante, come il sangue che schizza fuori dalla gamba. É interiormente perturbante, c'è lo sgomento del tradimento, l'impossibilità di farsi credere, il trovare nel conosciuto qualcosa di sconosciuto e terrificante.

La tua storia é sfinente. Non so se esiste questo termine, ma lo invento adesso. Mi sono stancata da morire ad arrivare alla fine, ma perché? Perché é la stessa, intensa, stanchezza provata dalla protagonista. É un logorio costante, un lento marcire della carne, un annerirsi costante e inarrestabile sotto la quale la protagonista deve stare, perché non ci sono medicine, non ci sono antibiotici.

Hanno solo il deserto infinito attorno, nessun aiuto può arrivare se non col suo tempo. Un tempo che però la protagonista non ha e che scorre lentamente, facendo percepire in modo vivido la perdita e nella testa del lettore aleggia una sola domanda: "Ma quando finirà tutto questo? Perché deve soffrire così tanto? Dove sono gli aiuti?"

La sensazione della carne squarciata, della carne che va a male, della carne da tagliare via come fosse un eccesso, un oggetto, non una parte del proprio io, é così chiara da poter fare immaginare vividamente la scena, e mi sto ripetendo, lo so, ma credimi, é stupefacente la sensorialità che hai messo in queste righe che ho amato ma anche odiato, perché mi sentivo di aspettare assieme alla protagonista la fine di queste torture.

Il vile tradimento da parte dell'amico, folle, con un'assenza totale di vicinanza verso l'altro, il gelido pensare dell'uomo senza anima, rimorso, colpa, fa sprofondare nella perdita di ogni speranza e anche nella possibilità che la protagonista stessa possa morire da un momento all'altro. Viene il dubbio che l'aspirante medico voglia finire il lavoro e questo fa terrorizzare.

Complimenti quindi per questa storia, auguro anche a te un grandissimo in bocca al lupo per il contest!
Alla prossima!

Recensore Master
20/03/24, ore 07:13

Buongiorno!
Ammetto di aver esitato prima di leggere la storia, non sicura che il genere "horror" facesse per me (mi spavento fin troppo facilmente 😅), ma mi sono lasciata convincere dalla presentazione e per fortuna!
Le descrizioni che ci sono nel testo sono meravigliose, in particolare "ho paura che se ne vadano via, che a poco a poco tutti goccioleranno via da me, centellinandosi, che resterò sola" è un'immagine che mi è piaciuta davvero tanto.
Anche il colpo di scena finale mi è piaciuto molto: inaspettato, ma funziona.
Complimenti davvero per questa shot (e in bocca al lupo anche a te per il contest!).
T.

Recensore Junior
16/03/24, ore 13:16

Ciao, come te partecipo al contest e sto pian piano facendo un giro delle storie ad ora pubblicate.
Parto con il dire che questa storia mi ha semplicemente devastata.
M'è parso di essere lì, una spettatrice inerme e impotente davanti a una tragedia orribile che si srotola davanti ai miei occhi, senza la possibilità di gridare.
Mi ha sfiancata questa storia, ho assistito a un martirio lento e inesorabile e la mia mente si è accostata a quella della protagonista nelle sue interminabili ore d'agonia.
Leggere questa storia mi ha riportato alla mente un avvenimento passato. Una casualità, che per pochi millesimi di secondo mi ha sfiorata e fatto fortunatamente scampare a un esito simile a questo e leggendola mi sono rivista pensando "e se quella volta le tangenti si fossero incrociate diversamente?"
A parte questo dettaglio personale che ha certo contribuito ad accrescere il mio malessere, la storia è davvero lancinate e dolorosa, mi ha provocato un senso di nausea fortissimo e dopo aver finito, me ne sto qui esausta a gettare i miei pensieri a caldo in questo box recensioni.
Ho amato ogni descrizione così cruda, reale, fredda da contorcere le budella in una spirale di dolore senza fine.
Non c'è spazio per la moralità, tutto appare tremendamente realistico e le minuziose descrizioni di ogni particolare sono martellanti come chiodo sulla bara.
Accostamento forse un po' fuori luogo, non so, ma leggendola ho provato le stesse sensazioni che ho provato durante la visione di Cannibal Holocaust o Martyrs. Disgusto assoluto, ma legato a doppio filo con una voglia di arrivare fino in fondo, fascinazione totale.
Ammetto di provare attrazione verso un certo tipo di narrazione, per cui sono davvero entusiasta del risultato ottenuto con questa storia.
Sublime in ogni sua parte, ogni sua lapidaria descrizione.
Il tuo stile mi è piaciuto tantissimo, ho adorato come mi hai trascinato dall'inizio alla fine in questo turbinante circolo di tormento.
Fino alla rivelazione finale a fiato corto, mentre le immagini che hai creato mi martellavano in gola in questo meraviglioso crescendo.
Interessante cercare di capire le intenzioni di Jona e cosa lo ha spinto a qul gesto. La mente umana e i suoi infiniti e contorti corridoi mi affascinano da sempre e credo che questo dubbio mi rimarrà per molto tempo.
Credo di essermi dilungata a sufficienza. Nel frattempo inserisco questa storia nelle mie preferite e ti auguro il meglio per questo contest.
A presto,
Child of the Moon