Mio caro Bilbo,
questa volta hai davvero giocato con le tue amate rime ed assonanze, non mancando, però, di inviare svariati messaggi, che possono nutrire non solo la tua mente ma anche quella del lettore, poiché all’interno di questo inno alla rima vi sono tante domande alle quali, con calma e nel privato della nostra mente, possiamo cercare di dare risposte, anche se alcune rimarranno inevase.
Concetti molteplici che danno il là ad un approfondimento: l’amore che può unirci ma anche dividerci; la mano che vuole essere porta per dare un aiuto ha ugualmente il duplice effetto di essere in grado di creare un distacco, e ho trovato quanto mai veritiero il fatto che, tante volte, più si tenta di avvicinarsi a qualcuno, al fine di offrirgli il sostegno che noi pensiamo possa essere utile in quel preciso frangente, sarà per il modo in cui lo facciamo che probabilmente non viene dall’altro compreso, finiamo così per allontanarci l’uno dall’altro.
Spesso, non sapendo esprimerci a voce, riponiamo le nostre riflessioni nella scrittura: sul momento ci pare il sistema più semplice per farci comprendere e mostrarci per ciò che si è nella realtà della vita quotidiana, ma, forse, scrivendo, vengono usati troppi artifici con il risultato finale di rischiare di diventare ancora più incomprensibili di prima, nascondendoci appunto tra le parole. E’ particolare questo verso poiché, nel mondo di oggi dove tutto deve essere messo in chiaro (fin troppo secondo il mio sentire), talvolta, invece, in contrasto con il pensare comune, sarebbe opportuno celarsi un pochino per mantenere il riserbo su quella parte di noi che fa di noi ciò che siamo.
Gli ultimi due versi mi intristiscono non poco: sono nettamente in contrasto con i periodi che stiamo vivendo, dati dalla primavera che è appena giunta e, soprattutto, dalla Santa Pasqua che è alle porte e che, in entrambi i casi significa rinascita, quindi anche nuova predisposizione di spirito per accettare di vedere e fare in modo che le cose intorno a noi, comprese le situazioni tutte, rinascano a nuova vita. L’accenno al camposanto mi lascia un po’ di amaro in bocca, ma nei tuoi versi, talvolta, lo ritrovo come parte integrante del tuo pensiero.
E’ stata una lettura che a me ha dato l’opportunità di riflettere e a te di giocare con le rime facendole danzare sia con ritmo sia con profondità.
Scusandomi per la lungaggine, che non era nelle mie intenzioni, ti ringrazio per la condivisione e ti auguro un buon proseguimento per tutto. Un affettuoso saluto! |