Una poesia di denuncia di un terribile problema sociale degli ultimi tempi. Difficilissima da scrivere. Ci sono di mezzo politiche fallimentari, diritti negati, doveri disattesi. Non c'è spazio per armonie e ricerche estetiche. L’arte non osa immischiarsi.
Eppure te la sei cavata brillantemente. Non ti sei lasciata distrarre da vuote rivendicazioni e hai perseguito una trama a carattere intimistico, molto sentita purtroppo.
I versi sono insanguinati dal vuoto pesantissimo (“niente amore né gioia” ripetuto due volte, “sogni e fantasie spente”) che comporta la mancanza del lavoro; ma non sporcati dall'assillo del denaro. Il denaro è come superato da una specie di economia primordiale del baratto: ore ed ore di vita spese in cambio di “un semplice tozzo di pane”, “un semplice tetto sulla testa”.

Assorbe l’attenzione quei “matrimoni annullati”: non sempre ci si pensa.

Coinvolge empaticamente il potente proposito di reagire, che fa da incipit e da explicit: ognuno secondo le sue forze.

Un forte augurio di una Pasqua serena e di un lavoro appagante, in modo che la fantasia possa tornare a volare e salvare.