Recensioni per
Nei Silenzi
di Francine

Questa storia ha ottenuto 40 recensioni.
Positive : 40
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
06/04/24, ore 14:43

Questa volta sono in clamoroso ed assolutamente consapevole ritardo, perché mi avevi annunciato il giorno e l’ora, però sono riuscita a sfasare di quasi una settimana lo stesso, senza olio nella lampada ma con un abbiocco cosmico inquantificabile.

Inutile dire che me ne dolgo o che la settimana in questione è stata a dir poco difficile. Qui la saggezza popolare si può profondere in pregnanti osservazioni sulle intenzioni che lastricano cose, sul latte versato, sull’aspettare il tempo – io non ce l’ho, il tempo; ma è anche vero che, in certe circostanze, l’unico modo per avercelo è crearselo, questo benedetto tempo. Quindi rimando come con una nota a piè di pagina alla sapienza delle nostre nonne, scaricando come il solito barile anche il mio dovere di far poscinesi.

Resta il fatto che comunque me ne dolgo, fosse anche solo perché a questa tua era, almeno in un certo senso, un pezzo di stagione (sì, lo so, non stiamo dal fruttivendolo di fiducia, ma se non ammazzo male la poesia prima di subito, poi casca il mondo) sui cui avrei potuto nonché dovuto sfogare i miei entusiasmi pasquali.

Ho una certa simpatia, molto malcelata, per la Pasqua; è una simpatia tutta concettuale che, secondo me, si confà naturalmente a queste materie – complice una tantum quell’orologio rotto che è il Cialtronissimo, qui fermamente piantato sull’ora giusta per una di quelle famose due volte al giorno (su quale sia l’altra e se sia pervenuta si può discutere).

Però, c’è però un però, quando si aggiusta un orologio rotto, o fermo, o quel che sia, giocoforza si devono spostare le lancette; ci si muove nel tempo e l’ora giusta non solo può ma è sacrosanto che diventi un’altra.

Quindi non posso che commentare con un sonoro e reiterato sì: sì alle tre vipere nel cuore del Carducci; sì al Maggio, con dignità di maiuscola; sì a Santa Valpurga (che negli ultimi anni mi fa particolarmente ridere perché Sint Walburga è parte dell’identità culturale del Gelderlander medio – nonché un tipico nome da attempata signora, da queste parti). E il Maggio dà senso anche alle rose ed alle spine sul finale, che inizialmente avevo un po’ faticato a collocare. Poi, ovviamente, il resto è tutto bello, bello, bello, e evocativo, e bello, bello, bello etc., ma che te lo dico a fare?

Recensore Master
31/03/24, ore 20:31

Non so se si possa esprimere una sensazione a parole: se siano sufficienti a descrivere il senso di nostalgia e malinconia che mi ha trasmesso questa drabble. 
È un lento incedere quello che io ho percepito - un'assenza, un rimpianto. 
È qualcosa che se ne è andato e che nel farlo ha lasciato una ferita sanguinante - neppure troppo evidente, ma abbastanza profonda. 
Forse sono solo sensazioni miei, appunto, ma ho apprezzato tantissimo questo capitolo. 

Un tè? Oppure un amaro? Cosa preferisci? ❤️