Cara Lady Moon,
sei sempre così elegante e al contempo eterea nelle tue creazioni, le quali ci trasportano in mondi sconosciuti o di fantasia, pieni di incanto e di magia, facendoci assaporare sensazioni uniche.
Con le parole, proprio come in questa poesia, sei stata in grado di dipingere un quadro che ci rimanda il movimento, con quel vento che spettina la chioma del cavallo alato, e non la staticità della scena che vai descrivendo, con quel tocco sapiente del pittore, il quale sa dove posizionare la pennellata giusta che darà il senso compiuto all’opera intera, costellata di tanti piccoli grandi particolari che ci immettono nell’universo da te immaginato.
Ho fatto un volo metaforico, anche io, leggendoti.
Molto sognante l’immagine scelta a coronamento del tuo scritto.
Complimenti e un caro saluto.

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Ci trovo ancora una volta quel senso dolcissimo e tremendissimo di urgenza ed ineluttabilità.
“Non seguite Pegaso”, il vate cantò.
Ma temo che sia ormai troppo tardi.
Siamo già nell’occhio del ciclone.
Mi viene in mente un concerto per organo, pur essendo un profano di musica classica. Qualcosa che suggerisce e senza sforzo, con naturalezza, finisce per rapire.
È bastato uno spiraglio - un fringuello o un barbalbero, chissà - per spalancare la porta.
Sempre bello il tuo ricondurci ai miti antichi. Pegaso - come fa notare fedefilli - è anche il simbolo della poesia, che non conosce né ostacoli né forza di gravità. “Epitome” dell'atto riproduttivo che fa sgorgare fonti. E ancora una volta la morte rimane esasperata e sconfitta. Quanto meno nella fantasia.

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Splendida poesia ariosa e vorticosa, proprio come il volo di un uccello, o di una creatura più mitologica come Pegaso, che qui diventa epitome dell'ispirazione (poetica, o artistica in senso lato). Mi è piaciuta molto, complimenti!

Fede

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