Recensioni per
Empatia
di Eram

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
25/07/24, ore 10:55
Cap. 1:

Ciao Eram,
parole affilate per descrivere una qualità che poche persone riescono a manifestare.
L’empatia è quella capacità di comprendere, provando ad immedesimarsi, gli stati d’animo altrui e cercare, dove e quando è possibile, di dare quel sostegno morale, anche semplicemente per mezzo di una parola o di un gesto, che doni qualche attimo di sollievo dal temporaneo momento di angoscia o di difficoltà che si sta vivendo.
Ma nel nostro mondo, veloce e vorticante, che bada all’esteriorità e poco all’interiorità, ognuno pone l’accento sul proprio giardino, non accorgendosi di coltivare egoismo e indifferenza, incurante di ciò che cresce negli altri giardini e neanche propenso, o tanto volenteroso, a volgere lo sguardo oltre, e che, come atto di gentilezza e partecipazione, potrebbe addolcire la sofferenza altrui.
Un testo diretto che, senza tanti giri di parole, fa riflettere sul nostro modus vivendi e colpisce per l’amara verità in esso contenuta.
Complimenti e un caro saluto.

Recensore Master
25/07/24, ore 07:57
Cap. 1:

Mi ero dimenticato, cara ex-Luna45, delle tue poesie dai risultati saltellanti, a volte deliziosamente delicate e armoniose, altre volte trasandate e scritte di getto.
Hai la grande dote di lasciarti ispirare da un nonnulla, o da una notizia di cronaca, o da un periodo di mutismo, o da una riflessione astratta.
Si tratta di poesie difficili da scrivere.
Quasi sempre c'è un sottofondo di malinconia, destinato spero a dileguarsi, come la rugiada del primo mattino.

Stavolta non usi nessuno strumento poetico, ma l’aggettivo trasandato è troppo penalizzante. Mi è sembrato di leggere una specie di sfogo, buttato giù per liberarsi di qualcosa che ti ha dato fastidio (l'ultimo verso “Incuranti della sofferenza altrui” è come una condanna impietosa).

Ha una struttura curiosa, quest’ultima poesia.

i primi quattro versi sono rigorosamente a tema, composti e ordinati.
L’empatia secondo me nasce dalla capacità di immedesimarsi nei mondi del prossimo, ed è operazione quanto mai impegnativa, perché si tratta di abbandonare tutti i nostri schemi mentali a cui siamo affezionati.

I quattro versi che seguono escono invece dal seminato, sempre per restare in termini giardineschi.
Ma forse - lo scrivo nel tentativo di alleggerire le colpe degli antipatici - non c'è niente di seminato o coltivato nei giardini dell’egoismo e dell’indifferenza. Quei “fiori” sono solo erbacce dovute all’incuria dei proprietari. I quali nemmeno se ne accorgono, di quelle presenze.

Un abbraccio o, se preferisci, “un beso” come dici tu.