Carissima Dorabella,
un ritorno in grande stile come solo tu sai fare!
E cosa c’è di meglio di un bel racconto horror, con tanto di vampiri “lombardi” per far scorrere, lungo le nostre accaldatissime schiene, in un assolato e bollente pomeriggio agostano, un brivido?
Come al solito la tua verve narrativa è capace di farci assaporare le parole che, magicamente si trasformano in immagini e, di conseguenza, in situazioni che si riescono a visualizzare.
Vi ho seguiti durante la vostra passeggiata, gustandomi i battibecchi e tutto ciò che lo sguardo prima dell’uno e poi le osservazioni dell’altra portavano alla mia evidenza di lettrice.
Spumeggiante come non mai, con i tuoi riferimenti a letteratura e cinematografia, sono giunta al paesello, dove tutti erano spaventati dall’arrivo di due perfetti estranei, tanto da chiudersi in casa in maniera quasi ermetica, come se i vampiri si facessero spaventare da una porta chiusa magari anche con doppia mandata o da una finestra serrata!
Nel prete che vi ha accolto sono riuscita, grazie alle tue descrizioni, a vederci davvero Vincent Price in uno dei suoi molteplici ruoli in pellicole horror (mi è venuta in mente “Il pozzo e il pendolo” ispirato all’omonimo romanzo di Poe, per quanto concerne l’ambientazione sinistra!) e quasi quasi ho sperato di veder comparire al suo fianco Peter Cushing, il quale normalmente era colui che inseguiva il vampiro per eccellenza!
Poi, tutta la serata vissuta insieme all’amico Michele, al prete e alla sua perpetua è scorsa come su un teleschermo, fino all’ora fatidica del ritiro nelle stanze destinate ad ognuno, dove l’insieme degli elementi visti, valutati e vissuti nel corso delle ore della giornata ha dato il meglio di sé, con quel graffiare la porta della camera che avrebbe fatto nascondere chiunque sotto il lenzuolo tirandoselo fino a ricoprire il volto per paura di vedere chi avrebbe potuto entrare da quella porta.
Notte trascorsa e l’alba che fa la sua comparsa, con qualcosa che mai ci si sarebbe aspettati, tutti tranne ovviamente Don Vincent, il quale aveva compreso tutto fin dal vostro arrivo: era Michele, l’amico della passeggiata, ad essere il vampiro incenerito dalle prime luci e le cui ceneri campeggiano sopra il letto della sua camera!
Un’atmosfera davvero ben congegnata e che alla fine fa tirare un sospiro di sollievo, scoprendo si trattasse solo di un sogno, un gran brutto sogno fatto da te che, nell’incontrare il tuo collega, osservi il suo sorriso e quei canini forse un po’ troppo allungati.
Mi sono davvero gustato questo racconto e direi che hai avuto un’idea geniale nell’ambientare una storia di vampiri in alcuni dei territori della nostra bella Italia che, talvolta, per effetto dei giochi di luci e ombre, del paesaggio settembrino, potrebbero apparire come lande desolate dove un vampiro potrebbe trovare terreno fertile per i suoi scopi.
E’ ogni volta un piacere ritrovare te e la tua penna, capaci insieme di tratteggiare con sagacia, arguzia e simpatia sia personaggi, sia luoghi nonché le dinamiche più svariate.
Grazie, pertanto, della compagnia e un affettuoso saluto, nonché sempre complimenti per la tua narrazione che offre una lettura di livello! |